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La città

Gravina in mostra al liceo scientifico

Piero Amendolara racconta la sua visione di città

La bella Gravina ancora una volta protagonista indiscussa di una mostra fotografica.

Questa volta quella allestita nel salone del liceo scientifico "Giuseppe Tarantino", e visibile sino all'8 febbraio, è stata fortemente voluta e messa in atto dall'associazione culturale Benedetto XIII che dal 2010 con l'iniziativa "Cosa ci Lega" e poi attraverso la sua pagina Facebook, ha messo in circolo immagini inedite di una Gravina insolita, affascinante e ammaliante sia nei colori bui e tenebrosi della notte sia in quelli accessi e gioiosi del giorno.
Ideatore e promotore della mostra è Pietro Amendolara, presidente dell'associazione, che ha voluto raccontare in prima persona attraverso i suoi scatti tutti i luoghi dimenticati da tempo, ma che adesso, grazie alle immagini fotografiche, sono tornate oggetto di attenzione e premura per ogni cittadino. Convinto che nella viat sia meglio "Lottare per Restare con la speranza di Cambiare" Amendolara prova ancora una volta a incantare il suo pubblico, sperando che soprattutto tra i giovani si accenda la scintilla del rispetto e dell'amore verso la propria terra.

In un tempo dove la fotografia è divenuta oggetto quotidiano di scambi, di condivisione con i propri amici e i proprio cari, dove sui social network è addirittura un mezzo per comunicare, perché l'associazione culturale "Benedetto XIII" ha voluto organizzare una mostra fotografica? Nell'era dei social non è antiquata come iniziativa?
I social network sono la grande fonte di comunicazione del nostro tempo, anche la nostra associazione non ha resistito a creare, su uno di questi, un profilo col nome di "Gravina Turismo Benedetto Tredicesimo". Crediamo fortemente che la condivisione delle immagini ormai è una prassi all'ordine del giorno: tutti adesso, specialmente i giovani, hanno un cellulare con il quale scattare foto e caricarle su internet. Ebbene con la mostra vogliamo dimostrare l'importanza dell'immagine e di come si può guardare questa città con "occhi diversi" proponendo delle fotografie che esaltano (noi crediamo) le bellezze della città.

Perché aprire questa mostra in un istituto scolastico? Quali sono gli obiettivi che si vuole raggiungere?
Nella nostra attività associativa abbiamo cercato di diffondere la conoscenza della città, la sua storia, le sue origini, le sue bellezze, dopo avere promosso i corsi di formazione con l'iniziativa "Percorsi per conoscere Gravina" ai quali hanno partecipato oltre 300 persone tra giovani e meno giovani. Il primo pensiero è volato ai ragazzi. La mostra è stata pensata proprio per loro, affinché possano iniziare a conoscere attraverso le immagini la nostra storia. Uno degli obiettivi è quello di realizzare la "rivoluzione delle immagini" per accrescere con le stesse, dunque usando anche i social, la conoscenza di Gravina.

Come possono i suoi scatti avvicinare i giovani del paese al patrimonio storico della città e far si che questi facciano tesoro delle risorse del nostro territorio?
Io credo che le foto siano significative perché ritraggono i luoghi più importanti della città, ma al tempo stesso questi sono sconosciuti a molti giovani. Quello che mi piacerebbe suscitare in loro è la curiosità la voglia di conoscere e di testare, toccare questi luoghi. Ad esempio, nell'ultimo anno, molti ragazzi hanno iniziato a frequentare luoghi sino ad ora dimenticati e in totale stato di abbandono: mi riferisco al rione Fondovito e al Bastione al pianoro della Chiesa Madonna della Stella. Questo grazie alle immagini circolate sui social e ad alcune iniziative culturali che hanno messo in luce le bellezze di Gravina. In questo modo si fa tesoro dei nostri luoghi: solamente "Vivendoli".

Quale sono i commenti di chi ha visionato le fotografie?
Al momento non ho ancora dei feedBack. Sono sicuro però, che le fotografie che raccontano la storia di questa città non possano lasciare indifferenti i propri abitanti, significherebbe condannare al degrado la nostra terra e al tempo stesso ai giovani di non avere un Futuro. Si perché noi crediamo che lo sviluppo futuro di questa città passi anche attraverso lo sviluppo turistico.

La mostra avrà un seguito?
Noi ci auguriamo di sviluppare un percorso insieme ai docenti affinché si possano accompagnare i ragazzi a conoscere meglio questi luoghi. Inoltre vorremmo organizzare tante iniziative ma purtroppo la nostra Associazione Culturale "BENEDETTO XIII" si basa sulla disponibilità dei propri soci e dunque deve limitarsi a pochi eventi. Nell'immediato, stiamo organizzando e studiando una nuova mostra fotografica che metterà in risalto uno dei luoghi più affascinanti dell'Habitat Rupestre di Gravina e che come conclusione porterà i più curiosi ad una escursione in quel Luogo e a ridosso del Torrente Gravina, quest'ultimo per molto tempo dimenticato. Inoltre ci piacerebbe per primavera aprire al pubblico le "Carceri Ecclesiastiche" sul campanile della Basilica e infine, perché no, in estate vorremmo riproporre per la terza volta il Trekking Urbano nei rioni della città storica."

Dovendo scegliere una foto che meglio sintetizza gli scopi di questa mostra quale sceglierebbe?
"Le foto simbolo sono tante, ma sicuramente , se messo alle strette, credo che la Basilica, il Ponte Acquedotto costruito dagli Orsini al crepuscolo e la foto della Madonna della Stella con i riflessi della luce dell'Alba sul Ponte… possano rappresentare e raccontare molto della nostra Terra."

(a cura di Erika Perrone)
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