Murgia's portrait
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Eventi e cultura

Murgia's Portrait

Photopaintings di Pino Colonna e Angelo Corrado. La fantastoria di Federico II di Svevia

Nascono da un connubio tra l'incessante lavorio della natura e una particolare sensibilità artistica i "ritratti della murgia" realizzati da Angelo Corrado, fotografo gravinese, e Pino Colonna, pittore gravinese. "Murgia's portrait" è il nome del cofanetto che raccoglie delle piccole riproduzioni fotografiche delle tele composte dai due artisti: si tratta di photopaintings, tele composte da una parte fotografica ed una pittorica in cui i confini della foto vengono oltrepassati creativamente. «Le estensioni» afferma Pino Colonna «io le ho fatte alla scuola media, il fatto di estendere è una cosa che è sempre esistita, la "genialata" - per usare l'espressione di un appassionato d'arte toscano che ha visto le nostre opere - è stata il pensare di estendere forme già delineate nelle pietre della murgia», inoltre pittura e fotografia sono forme d'arte che «di solito sono in contrasto, il successo è stato il riuscire ad unirle».

«La nostra ricerca» spiega Angelo Corrado «è proprio quella di trovare nuove forme d'arte, novità a prescindere, perché ne abbiamo viste di tutti i colori. Questa novità noi siamo andati a ricercarla dove esiste già in realtà, cioè nella natura, perché la natura è onnicomprensiva, cioè già comprende ogni forma. Pertanto sta nella capacità, nella volontà, nell'audacia dell'artista o degli artisti ritrovarle, andare alla ricerca di queste forme nate grazie al caso, se vogliamo, grazie al tempo che le ha forgiate».

Durante le loro lunghe passeggiate per la murgia, soprattutto tra Altamura e Gravina, i due artisti hanno scovato angoli di straordinaria bellezza in cui la loro particolare sensibilità alla luce del tramonto si è lasciata trasportare dalle suggestioni sorgenti da vere e proprie «sculture spontanee» come Pino Colonna definisce le forme disegnate nella pietra dal vento e dall'acqua, tanto che sono giunti ad immaginare un intero popolo, il popolo di Federico II di Svevia, pietrificato da un incantesimo.

È questa la premessa de "La fantastoria di Federico II di Svevia", un progetto che i due artisti hanno in serbo per il futuro: scrivere una storia basata sui personaggi ritratti nelle loro opere, «creiamo i personaggi con un filo conduttore che è quello della storia di Federico II di Svevia, personaggi esistenti tra tempo passato, tempo presente, tempo mitico, tempo leggendario, il tempo infinito che ripropone l'infinito del caso» spiega il fotografo «Federico II è un personaggio mitico per la terra delle Puglie oltre che storico», «è un personaggio magico che ha vissuto, ha amato questa terra», aggiunge Pino Colonna «la mia arte si basa anche sulla mia terra, è questo che io porto nel mondo. Io vivo il territorio, la mia arte nasce proprio dalla murgia, dalle pietre, dai licheni, dal decoro che il licheno crea di per sè».
«Pino ha sempre riprodotto il licheno nelle sue tele», spiega Angelo Corrado, «quindi già aveva molta maestria nel riprodurre le decorazioni, le forme presenti in natura e nello specifico, nella nostra murgia. Poi insieme siamo andati alla ricerca di queste nuove forme e queste nuove forme sono state da noi semplicemente catturate, primariamente catturate, portate a casa ci siamo stupiti. Io ho ritratto delle bozze, mentre Pino ha esteso il concetto che primariamente io volevo catturare, la forma che volevo catturare».

«E' un tempio la Natura ove viventi/ pilastri a volte confuse parole/ mandano fuori; la attraversa l'uomo/tra foreste di simboli dagli occhi/ familiari» scrive il poeta Baudelaire nella celebre poesia "Corrispondenze", e Pino Colonna sembra quasi parafrasare questi versi quando afferma: «le pietre ci parlano, abbiamo quella sensibilità di osservare una pietra e trarne un volto, un disegno, abbiamo un occhio così sensibile e attento, le pietre tu le guardi, sono tutte simili, amorfe», «con l'estensione pittorica» completa Angelo Corrado «usciamo dai limiti della foto riproponendo per intero quello che si voleva, quello che era all'origine la nostra idea, pertanto rendendo più facile all'occhio dell'osservatore carpire le forme nelle pietre. A volte siamo distratti dalla monotonia e sembrano tutte uguali».

Grazie alla loro particolare sensibilità capace di scorgere forme, decori nei licheni, dettagli espressivi nelle ombre e nel lavorio dei venti sulla roccia, i due artisti creano «personaggi anche un po' bizzarri» afferma il fotografo «riproponiamo quanto la natura e la madre terra offre, noi umilmente e attraverso l'umiltà e la gratitudine alla natura, cerchiamo solo di aiutare gli altri ad apprezzare. Pino è bravissimo nel riprodurre figurativamente il licheno nelle stesse forme e negli stessi colori in modo tale che le foto quasi scompaiano», «le opere sono iperrealistiche» afferma Pino Colonna, «iperrealismo nell'astratto e nell'immaginifico», completa Angelo Corrado.

Questa nuova forma d'arte incanta il visitatore, lo stupisce, «abbiamo visto gente che rimane a guadare un'opera anche per mezz'ora» afferma il fotografo «alcuni ritornano anche due volte», «abbiamo già in cantiere nuove opere, nuovi personaggi da aggiungere al popolo di Federico, siamo stati invitati ad esporre a Milano e a Parma a marzo», aggiunge Pino Colonna.
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«Non resterò di mettere fra questi precetti una nuova invenzione di speculazione» scrive Leonardo da Vinci nel "Trattato della pittura" (precetto n°63) «la quale, benché paia piccola e quasi degna di riso, nondimeno è di grande utilità a destare l'ingegno a varie invenzioni. E questa è se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o in pietre di varî misti. Se avrai a invenzionare qualche sito, potrai lì vedere similitudini di vari paesi, ornati di montagne, fiumi, sassi, alberi, pianure grandi, valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere diverse battaglie ed atti pronti di figure strane, arie di volti ed abiti ed infinite cose, le quali tu potrai ridurre in integra e buona forma; che interviene in simili muri e misti, come del suono delle campane, che ne' loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabolo che tu t'immaginerai. Non isprezzare questo mio parere, nel quale ti si ricorda che non ti sia grave il fermarti alcuna volta a vedere nelle macchie de' muri, o nella cenere del fuoco, o nuvoli, o fanghi od altri simili luoghi, ne' quali, se bene saranno da te considerati, tu troverai invenzioni mirabilissime, che destano l'ingegno del pittore a nuove invenzioni sì di componimenti di battaglie, d'animali e d'uomini, come di varî componimenti di paesi e di cose mostruose, come di diavoli e simili cose, perché saranno causa di farti onore; perché nelle cose confuse l'ingegno si desta a nuove invenzioni. Ma fa prima di saper bene fare le membra di tutte quelle cose che vuoi figurare, così le membra degli animali come le membra de' paesi, cioè sassi, piante e simili». Pino Colonna e Angelo Corrado nelle loro opere hanno istintivamente ed intuitivamente seguito questo geniale precetto leonardiano, portandolo agli estremi sviluppi.

Seguendo lo stesso principio, Pino Colonna ha inoltre ideato le sculture date in premio ad ospiti speciali e vincitori dell'ultima edizione del Murgia Film Festival (ai quali è stato dato anche il cofanetto "Murgia's portrait"): il regista Aureliano Amadei ("20 sigarette"); l'attrice Maya Sansa, definita dal New York Times la nuova icona del cinema italiano; l'attrice Laura Pizzirani ("L'uomo che verrà"); l'attore Nicola Nocella ("Il figlio più piccolo", "20 sigarette"); il documentarista etnografico di fama internazionale, Luigi Di Gianni; e, infine, il sindaco di Gravina, Giovanni Divella.

Foto di Angelo Corrado.
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