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Editoriale

La video sorveglianza. valido strumento di prevenzione e di deterrenza in ambito urbano

Cosa manca? Il un processo partecipato di tutela della città

Negli ultimi anni, l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza come strumento di prevenzione e di deterrenza in ambito urbano ha conosciuto un grosso sviluppo, sia a livello nazionale che internazionale. Anche la città di Gravina, con una certa lentezza, ha installato telecamere di videosorveglianza urbana, dove immagini e video sono utilizzati dalle Forze dell'Ordine e dalla Polizia Municipale. In alcuni casi i risultati della presenza di telecamere hanno portato in dote un'accellerata all'azione delle Forze dell'Ordine che sono risalite rapidamente agli autori di episodi di danneggiamento (basta citare l'incendio nella gravina o la panchina in Piazza della Repubblica), in altri hanno messo in luce la mancanza di un processo partecipato di tutela della città (come nel caso del tentato furto alla gioielleria con le autovetture che passando hanno osservato ma è mancata poi l'azione di segnalazione alle Forze dell'Ordine). Questo approfondimento giornalistico non ha la pretesa di affrontare l'argomento in forma esaustiva, ma vuole comunque essere un valido spunto per analizzare la tematica della tutela di un territorio, studiarne tutti i passaggi affinchè si comprenda che ad esempio la videosorveglianza è solo uno dei tanti strumenti di tutela di un territorio, non la panacea di tutti i mali (ricordate il furto di piante ai danni delle fioriere della Farmacia in Piazza Pellicciari di un paio di anni fa? E' bastato avere il viso coperto da un cappuccio di una felpa per dimostrare come le telecamere possono aiutare ma non sempre danno i risultati sperati).

Dagli studi e ricerche effettuate da alcuni Comuni del Nord Italia, questi hanno dimostrato che i video raccolti dalle telecamere urbane possano essere una preziosa risorsa se utilizzati correttamente e in rispetto della privacy per la sicurezza e la salvaguardia degli individui. Possono costituire una ineguagliabile fonte di informazioni come supporto alle indagini, possono fornire utile materiale processuale, e possono quindi costituire un deterrente per azione criminose, ma la vera novità è che possano essere utilizzate, mediante l'intervento di nuove tecnologie di visione artificiale, per ottenere un monitoraggio automatico, prevenire situazioni di pericolo e fornire un ausilio alle Amministrazioni, Forze dell'Ordine e polizie locali, costante nel tempo.

Resta però il punto fermo che per fare fronte alla crescente e pressante richiesta di tutela del territorio da parte dei cittadini, una delle possibili strategie deve essere quella di un approccio integrato che contrasti il fenomeno della criminalità e del degrado urbano attraverso l'impiego di una vasta gamma di programmi preventivi, tra i quali i sistemi di videosorveglianza, appunto. Lavorare per un nuovo approccio sistematico e razionalmente orientato sul tema sicurezza. Ovvero una sicurezza partecipata, cercata attraverso il concorso fattivo di tutti gli attori sociali, che nasca da un comune senso di appartenenza, da un processo di scambio. Più le società sono costituite da gruppi disposti a confrontarsi, più le persone si sentono sicure.

Sì più telecamere ma anche più partecipazione dei cittadini. Questa sarà la tematica che affronteremo nei prossimi giorni. Il dove e come migliorare l'azione di prevenzione, quali i ruoli che dovrebbe assumere ogni comparto interessato alla tematica e quali le responsabilità. Un processo che va condiviso avendo però le idee chiare.
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