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La città

Bandi comunali che snobbano la legge

Randagi affidati ai privati nonostante le prescrizioni regionali

Ancora bandi pubblici. La giunta comunale ha indetto una nuova gara per l'affidamento dei cani randagi ritrovati sul territorio gravinese.

Un servizio da assegnare per un solo anno, a far data dal 1 gennaio 2014, e diretto alle "associazioni ed enti iscritti all'albo regionale che siano proprietari o gestori di rifugi per il ricovero o custodia dei cani randagi" che intendono provvedere al ricovero e al mantenimento dei cani accalappiati sul territorio di Gravina. L'importo complessivo dell'appalto è di 101.500,00 euro per la cura di un numero di randagi che oscilla tra i 60 e 110, per cui l'amministrazione è prevista una spesa giornaliera, per la cura di un singolo cane, di circa 2,066 euro oltre IVA, come previsto dalla legge. Tutti gli interessati a partecipare potranno inviare la propria proposta completa di scheda tecnica e di offerta economica a palazzo di città. I tempi per la consegna delle proposte e l'espletamento della gara, come sempre restano un mistero poiché non sono indicati tanto nella determina dirigenziale quanto negli allegati del bando.
Intanto i cani di proprietà del comune di Gravina resteranno in affidamento sino al prossimo 31 dicembre presso l'Oasi del cane, la struttura che a marzo 2012 si è aggiudicata la precedente gara per l'affidamento dei cani. Il contratto con i gestori di Corato è scaduto a marzo 2013 ma "al fine di assicurare la continuità del servizio e salvaguardare le norme igieniche" il contratto è stato prorogato.

E non è tutto.
La gara in oggetto arriva a seguito dell'annullamento in autotutela della precedente gara, indetta nel mese di ottobre, che prevedeva l'affidamento del servizio per tre anni.
Un decisione presa da tutta la giunta e dettata innanzitutto dalla consapevolezza che "le amministrazioni versano in un regime di ristrettezze economiche". In secondo luogo, si legge nel deliberato amministrativo, "è volontà dell'amministrazione comunale percorrere altre vie per economizzare la spesa pubblica e ridefinire le priorità di spesa".
Tra le altre ipotesi, da concretizzare nel corso del 2014, anche quella di realizzare un nuovo canile rifugio, su terreni di proprietà comunale. Ipotesi che in realtà sono veri e propri obblighi di legge, peraltro richiamati nei provvedimenti comunali. Prima fra tutte la legge 12 del 1995 a cui si aggiungono le restrizioni della legge numero 4 del 2010 secondo cui "Il ricovero e la custodia dei cani sono assicurati dai comuni mediante apposite strutture; la gestione è esercitata in proprio o affidata in concessione, previa formale convenzione, alle associazioni protezionistiche o animaliste iscritte all'albo regionale depositato presso l'assessorato alle politiche della salute".

Dunque, per risolvere quella che è una vera e propria piaga e tutelare la salute dei cittadini non ci sono "ipotesi" da valutare ma semplicemente obblighi di legge da rispettare.
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