Rubrica “Passeggiando con la storia” - sacro monte dei morti
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Passeggiando con la storia

Il Sacro Monte dei Morti a Gravina

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Consultando uno scritto di Giuseppe Dibenedetto: Le fonti per la storia di Gravina nell'archivio di Stato di Bari, frutto di una relazione svolta all'interno degli incontri Vedi Gravina e pubblicata negli atti Vedi Gravina IV. Istituzioni, uomini e cultura, Bari 1989, vien fuori un capitolo documentario sul sacro Monte dei Morti a Gravina. In una copia dell'atto di fondazione, risalente al 10 aprile 1640 conservato presso l'Archivio di Stato di Bari nel fondo Consiglio Generale degli Ospizi, si ha notizia della volontà dei du­chi di Gravina, don Ferdinando III Orsini e della sua consorte, Duchessa donna Giovanna Frangipane della Tolfa di erigere un monte per suffragio delle anime del Purgatorio.

Nell'atto, fra Donato da Matera dei Minori osservanti della Riformata provincia di S. Nicolò supplica il vescovo di Gravina, monsignor Domenico Cennini, affinché sia il suo assenso a che si dettino le Regole con le quali governare detto Monte (cfr. b. 107, fasc. 1910). Il vescovo dà il suo placet alla fondazione della Congregazione perpetua sotto il titolo di Sacro Monte del suffragio delle anime del Purgatorio ed impartisce i Capitoli o Regole che sa­ranno a fondamento del governo dell'Opera pia. Le ragioni di culto del Sacro Monte consisteranno nel fare e dire messe per le anime del Purgatorio e particolarmente per quelli che saranno iscritti in essa opera. Si designe-ranno uno o più Cappellani "che sieno di vita buona ed esemplare" per la celebrazione delle messe, per le confessioni, il conforto dei moribondi.

Quest'opera pia, è detto tra l'altro, sarà governata da una Congregazione di sei persone che si chiameranno Governatori, l'officio dei quali dovrà durare un anno e dai quali si procederà poi alla nomina del o dei cappellani, del depositario, dell'esattore, del cancelliere, del sacresta­no. In questo contesto i suddetti duchi proposero di far fabbricare una chiesa o cappella per detto Monte. Infatti, i duchi fecero costruire, erigere la chiesa chiamata Santa Maria del Suffragio, quale loro cappella funeraria. Poiché il tempio in questione fu costruito per raccogliere le ossa degli Orsini sepolti in Gravina e far celebrare le messe in loro suffragio, fu detta del Suffragio o Purgatorio, onde la presenza dei due scheletri semisdraiati, sovrapposti al caratteristico portale e reggenti l'epigra­fe: "D.O.M. Dominus Ferdinandus Ursinus Gravinensium Dux XI Et Donna Iohanna de Tolfa coniuges. Templum Magnae Dei Genitrici. Piis manibus Suffraganti Dicatum. A fundamentis Erexere. A.D. MDCXLIX".

Per la celebrazione di sacri offici, i nobili di Casa Orsini si riservano il diritto per sè e per i propri successo­ri in perpetuo di nominare tre dei governatori, lasciando la nomina degli altri tre di competen­za vescovile. Se l'esattore sarà ecclesiastico, il depositario dovrà essere laico, e viceversa. Il depositario dovrà interessarsi degli introiti di tutte le elemosine correnti ed ordinarie e di qualunque entrata perverrà al Monte; il cancelliere dovrà tenere nota di tutti gli iscritti all'ope­ra pia, degli introiti delle elemosine e dell'esito delle messe, da confrontare poi con i registri del depositario. Il sacrestano dovrà "tenere pensiero" di tutto ciò che riguarda la Chiesa, il suo addobbo ed abbellimento; inoltre dovrà affiggere fuori della chiesa o in piazza il giorno prima che si cele­brerà qualche messa, un cartello con il nome del morto. Dalla lettura di questo documento d'archivio, non solo emerge la storia, sia pure brevemente della chiesa cosiddetta del Purgatorio, ma, anche quelli che saranno gli obblighi da rispet­tare da parte di coloro che vorranno entrare a far parte di detto Monte.

Si legge così che di que­st'opera pia potrà far parte qualunque persona di qualunque grado e condizione sociale e ses­so con l'obbligo di pagare un carlino al mese o mezzo o almeno una cinquina: quanto più con­tribuirà al sostentamento tanto più "parteciperà detti SS. mi sacrifici ed altre opere che si faranno". Dopo la sua morte ogni fratello o sorella che abbia pagato 1 carlino al mese ha diritto a che la Congregazione celebri per lui 100 messe, a quelli che ne hanno pagato mezzo, 50 messe, e a quelli che hanno pagato una cinquina il mese, 25 messe.

Nelle ultime pagine dell'atto di fondazione si dice che non è proibito al Monte accettare le­gati pii con peso perpetuo, purché però il Monte si accerti che il peso corrisponda alla sostan­za del legato, affinché "in ogni futuro tempo il Monte non ne possa restare aggravato". Infatti troviamo svariati atti di donatori del sacro Monte.
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  • Giuseppe Massari
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