Ettore Pomarici Santomasi
Ettore Pomarici Santomasi
Passeggiando con la storia

Il Barone Ettore Pomarici Santomasi e l’omonima fondazione

Rubrica “passeggiando con la storia” di Giuseppe Massari

Il 7 dicembre 1917, all'età di 63 anni, essendo nato a Gravina il 31 dicembre 1854, moriva il Barone Ettore Pomarici Santomasi. Per il bene profuso, da quest'uomo, all'intera città, con il lascito dei suoi beni e dei suoi averi, il ricordo della sua memoria è quanto meno opportuno e doveroso, soprattutto in questi giorni in cui circolano polemiche, mai sopite, anzi, alimentate da chi presume rappresentare l'eredità morale di un uomo che fu sempre schivo e lontano da schiamazzi ed andazzi strumentali, pretestuosi, inconciliabili con la sua dirittura morale. Due giorni dopo il decesso, furono celebrati solenni funerali. Per l'occasione il sindaco f.f. dell'epoca, Pietro Janora fu Antonio, in piazza S. Agostino pronunciò un accorato elogio funebre, il cui testo è stato ripreso dall'opuscolo: La Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" ricorda il suo fondatore
Gravina in Puglia 7 dicembre 2003.

"Signori, come primo cittadino, sento il dovere di porgere l'ultimo saluto alla salma di Chi, chiudendo la sua modesta vita provata a pur troppi atroci dolori, ha lasciato ricordo incancellabile dell'affetto suo, del suo nobile sentire per la Terra natale. L'apoteosi dell'uomo è la morte! Ed io credo che, mai come in questo momento, sia vera questa affermazione, riscontrandone nella figura dell'uomo, di cui oggi rimpiangiamo la dipartita, la prova indiscutibile, l'esempio che rimarrà scolpito a caratteri d'oro nella storia della nostra città. Ettore Pomarici Santomasi che, durante tutta la sua vita, è stato nascosto, come mammola selvatica fra i cespugli, e forse anche incompreso - pur compiendo nel segreto della sua vita domestica un grande apostolato di bene, senza pompa e senza ostentazione - si rivela oggi con la sua morte, come una vivida luce, in tutta la sua grande anima piena di affetto per la sua Gravina.

Egli, compreso dei bisogni di questa sua terra natale, che è dotata da natura di un ricco e ferace territorio, pensò di dare ad essa un grande ausilio: l'aiuto della scienza, per abolire i vecchi sistemi che più non si addicono alla portata dei tempi, perché la terra produca quanto più è possibile, mercé una coltura razionale, con i mezzi meccanici moderni. Ha voluto, perciò, l'istituzione in questo Comune di una Scuola agraria modello, da svolgersi nel campo scientifico e sperimentale per l'agricoltura e per il caseificio, ed ottenere così quello sviluppo necessario a costituire una maggiore ricchezza per la nostra popolazione. Essa scuola sarà frequentata gratuitamente sia da giovani gravinesi, che da forestieri, fornendoli "..di un titolo di studio che possa avere un valore reale, senza fumo". E non basta : ha voluto qualche cosa di più; la costituzione di una biblioteca per l'educazione morale ed intellettuale delle classi meno abbienti del paese.

Ed anche i ricordi di antichità di sua famiglia, che Egli ha gelosamente conservati come sacro retaggio, ha voluto affidare a noi, perché siano esposti all'ammirazione e allo studio dei cultori d'arte, non senza raccomandare che il museo sia arricchito sempre più da opere artistiche di gran pregio. E tutto ciò da conservarsi - come testualmente ha scritto - " nella casa dove Egli nacque, visse e soffrì ". Questa sua idea - indice di civile progresso - è stata da Lui resa un fatto compiuto col suo testamento pubblico, che resterà monito ed esempio per tutti.

Signori il grande Giovanni Bovio disse che le tombe illustri si aprono, non per continuare a piangere, ma per trarre auspici. Nel ripetere a questa venerata salma, a nome dei miei compagni di amministrazione, del paese e dei beneficati, il deferente saluto, sento il doveroso bisogno di affermare, che da parte nostra, non verrà meno tutto quell'interessamento, perché la volontà dell'Illustre Estinto sia scrupolosamente adempiuta. E questo per tutti sarà il migliore tributo di affetto e di riconoscenza che sapremo dare alla memoria di Lui".

Il 3 gennaio dell'anno successivo, il Consiglio comunale, ad unanimità di voti, sotto la presidenza del succitato sindaco, approva ed accetta il lascito predisposto dal Santomasi. Si riporta la trascrizione dell'atto, leggibile, in originale nelle foto allegate. Il Consiglio Comunale di Gravina si è legalmente convocato e radunato sotto la Presidenza del Sig. Ianora Pietro assessore ff. da Sindaco. Assiste il Segretario Comunale Sig. Pignatelli Cav. Carlo. Sono presenti N. 12 consiglieri e perciò l'Assemblea è legale, essendo in seconda convocazione. "Il Signor Presidente Ianora Pietro ricordando che la seguente proposta con tutti i documenti relativi da oltre le ore 24, trovasi già depositata sul tavolo dell'adunanza ha fatto invito al Consiglio di voler deliberare sul seguente oggetto: Lascito Pomarici Santomasi Ettore. Accettazione. Il Presidente ricorda che il Sig. Pomarici Santomasi Ettore, dando prova del grande suo affetto a questa sua terra natia, prima del suo decesso, avvenuto in Gravina il giorno 7 dicembre scorso, dispose un pubblico testamento del 6 detto per Notar Popolizio, registrato il dì 11 stesso mese al N.65, che dal disponibile del suo vistoso patrimonio fossero distaccati in favore di questo Comune i seguenti fondi:
1) La masseria in questo agro alla contrada Murge, denominata S. Mauro con tutti i fabbricati, accessori e dipendenze della estensione complessiva di circa Ettari 240.
2) Terreno, vigneto ed uliveto in contrada Castello, nulla escluso di tutte le possidenze in detta contrada.
3) L'intero palazzo in Via Ponticelli, con tutte le accessioni, attinenze e dipendenze. Il palazzo sarà destinato alla conservazione dei mobili, quadri, libri, documenti antichi in modo che con gli aumenti che potranno farsi in seguito, in acquisto di libri e di opere d'arte, diventi un museo ed una biblioteca che facciano onore alla sua patria.

Il legato dei fondi sopra specificati sarebbe destinato per volontà del testatore alla istituzione di una Scuola Agraria e di caseificio, da intitolarsi al nome di Ettore Pomarici Santomasi, con l'obbligo tassativo di osservare le seguenti norme e condizioni:
a) La scuola deve svolgersi nel campo scientifico e sperimentale dell'agricoltura e del caseificio, per migliorare l'una e l'altra industria che può arricchire il paese, seguendo le più recenti norme ed esperimenti delle materie.
b) Essa sarà gratuita per tutti i giovani che la frequenteranno, siano essi gravinesi che forestieri, cercando di fornirli di un titolo che possa avere un valore reale, senza fumo, facendo le opportune pratiche per il riconoscimento della scuola da parte del Governo.
c) L'amministrazione di essa sarà affidata ad una commissione che durerà in carica cinque anni, nominata dal Consiglio Comunale di tre cittadini gravinesi scelti fra i maggiori censiti del paese, sarà poi diretta da un direttore competente e da Insegnanti speciali e tecnici nell'agricoltura e caseificio, in quel numero che sarà del caso, nonché da Professori per l'insegnamento letterario complementare, per quanto abbisognevole alla scuola pratica, da nominarsi dietro consenso dalla commissione amministratrice.

E' inoltre volontà e desiderio del Testatore che la prima commissione amministrativa della Scuola Agraria sia costituita dal sig. Pasquale Calderoni Martini che la presiederà, e da altri due membri da lui scelti, i quali daranno esecuzione alla sua volontà, cooperando con il loro impegno e valore all'impianto della scuola, della biblioteca e dell'iniziale museo, disponendo altresì che tutte le rendite disponibili fino all'impianto e funzionamento della scuola agraria siano spese in acquisto di libri, oggetti d'arte per arricchire il museo e la biblioteca. Laddove tutto ciò non si dovesse, o non si potesse mettere in esecuzione ed anche in seguito, per necessità o per effetto di legge, dovesse essere soppressa la scuola agraria, in tal caso dispone ora per allora che la casa resti destinata a Biblioteca ed a Museo, e dalla rendita dei beni anzi citati per un terzo sia destinata anno per anno in acquisto di libri ed opere d'arte di artisti di pregio, per un terzo per maritaggi a donzelle povere del paese da distribuirsi nel giorno anniversario della sua morte, un sesto per soccorsi a famiglie bisognose ed elemosine ed un sesto a questo Ricovero di mendicità.

Per l'Amministrazione di queste rendite, ove la scuola non abbia vita, nomina una commissione formata dal Pretore, dal Sindaco e dal Vescovo pro tempore di questo Comune che curerà l'erezione in Ente di questo beneficio. L'Amministrazione comunale ritiene doveroso ed utile l'accettazione del lascito predetto, perché le rendite relative, per un patrimonio libero e franco da qualsiasi peso di circa lire duecentomila, salvo dettagliata perizia ed atto di consistenza, sono sufficienti al mantenimento della Scuola agraria e di caseificio. La volontà del sig. Pomarici Santomasi Ettore si mostra grandemente apprezzabile perché dalla scuola agraria e di caseificio si sentiva un forte bisogno, dato che il nostro paese è eminentemente agricolo. Perciò si propone senz'altro l'accettazione del lascito. Il Consiglio presa conoscenza del predetto testamento; conscio del grande beneficio che il sig. Pomarici Santomasi Ettore ha con nobile sentimento reso a questa cittadinanza, per cui ancora una volta gli rivolge un pensiero memore e riconoscente: Veduto la legge 21 giugno 1896 n. 218 ed il relativo regolamento 26 luglio 1896 n. 361; ad unanimità di voti delibera accettare il lascito sopra specificato del sig. Pomarici Santomasi Ettore".
7 fotoatto costitutivo fondazione E. Pomarici Santomasi
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  • Giuseppe Massari
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