Parole ostili
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I nuovi orizzonti della legalità

Manifesto della comunicazione non ostile: "Condividere è una Responsabilità"

Rubrica "I nuovi orizzonti della legalità" a cura della redazione OF21

La seconda annualità dello "Sportello della legalità" è cominciata affrontando il tema della responsabilità nella comunicazione ed in particolare di quella tramite i social, il mezzo di comunicazione più usato negli ultimi anni soprattutto da noi giovani.

I social network ci danno la possibilità di condividere tutto in tempo reale, di esprimere il nostro pensiero, dare giudizi o condividere post. Tutto questo avviene in modo troppo veloce, tanto a volte, da non prenderci il tempo di soffermarci prima di esprimere la nostra opinione, magari usando parole che potrebbero ferire gli altri o avere conseguenze negative. Senza rendersene conto, si corre il rischio di usare parole ostili, o di condividere video e foto offensive.

La nostra docente ci ha fatto conoscere il "Manifesto della comunicazione non ostile", un documento nato nel 2017 dall'idea di moltissime personalità del mondo della comunicazione per arginare il fenomeno dell'incitamento all'odio in rete (hate speech). Hanno stilato 10 semplici regole con lo scopo di aiutare a comunicare meglio, rispettando il prossimo ed evitando comportamenti ostili e lesivi della dignità umana.

Le 10 regole sono:

1. Virtuale è reale (Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona)
2. Si è ciò che si comunica (Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.)
3. Le parole danno forma al pensiero (Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.)
4. Prima di parlare bisogna ascoltare (Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.)
5. Le parole sono un ponte (Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.)
6. Le parole hanno conseguenze (So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.)
7. Condividere è una responsabilità (Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.)
8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare (Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.)
9. Gli insulti non sono argomenti (Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.)
10. Anche il silenzio comunica (Quando la scelta migliore è tacere, taccio.)

Dopo aver analizzato tutti i principi, ci siamo soffermati sul n.7: "Condividere è una responsabilità", al fine di comprendere appieno le gravi conseguenze legate al fenomeno del cyberbullismo.
Attraverso un lavoro di ricerca ci siamo imbattuti, tra gli altri, in un articolo di cronaca legato al primo caso simbolo di cyberbullismo risalente al 5 gennaio del 2013 a Novara, quando una ragazza di nome Carolina Picchio si tolse la vita a soli 14 anni dopo che il suo ex fidanzato diffuse in rete un filmato girato da lui ed altri amici durante una festa in cui si simulavano atti a sfondo sessuale su di lei che era in stato di incoscienza perché aveva bevuto troppo.
Questi episodi, purtroppo, non sono più casi isolati ma si verificano sempre più spesso ed anche nei nostri contesti sociali. Ci è capitato infatti, per fortuna poche volte, di aver visto video e foto offensivi di nostri coetanei, condivisi da chi ha pensato di divertirsi bullizzando ragazzi o ragazze indifesi o magari la propria ex fidanzata per vendicarsi di essere stato rifiutato.
E' importante, in questi casi, innanzitutto fermare la condivisione e, se si è testimoni di tali atti, intervenire per fermare i colpevoli anche con l'aiuto degli adulti ed aiutarli a comprendere la gravità del comportamento.

Ricordiamoci che comunicare è sì fondamentale ma va fatto rispettando chi legge i nostri contenuti, commenti, post ecc… E' una forma di rispetto verso gli altri e, perché no, anche verso noi stessi.

Nicoletta Losacco
Erika Marrulli
Francesca Moramarco
  • Bullismo
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