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La città

Papa Benedetto XIII: le due proposte del saggista, scrittore e critico d'arte Giovanni Mascia

La lettera inviata alle Istituzioni molisane

Porta la firma di Giovanni Mascia, la lettera - inviata ai sindaci e consiglieri comunali dei Comuni di Toro e San Giovanni in Galdo, a Sua Eccellenza Monsignor Bregantini, Arcivescovo di Campobasso, a padre Armando Gravina parroco di Toro, ad Angelo Gentile, incaricato della Parrocchia di San Giovanni in Galdo, al sindaco di Campodipietra, ai consiglieri regionali del Molise con delega alla Cultura e al Turismo - in cui il saggista, scrittore e critico d'arte nonché autore del volume intitolato "Appunti d'arte e di storia a San Giovanni in Galdo, Sulle tracce del cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento, abate di Santa Sofia e papa Benedetto XIII, in onore del Papa originario di Gravina in Puglia", avanza due proposte per il papa gravinese.

La prima consiste nella creazione di un "Progetto di un percorso artistico, storico e culturale riguardante i Comuni di Toro e San Giovanni in Galdo, basato sulle notevoli tracce lasciate dal Cardinale Orsini, Arcivescovo di Benevento e Papa Benedetto XIII"; la seconda proposta è un "Invito a intitolare una piazza o una strada di Toro e di San Giovanni all'Orsini , che fu anche abate di Santa Sofia e quindi padrone feudale benemerito dei due paesi".

Di seguito, riportiamo integralmente la missiva.
"Egregi Sindaci, Signori Parroci, Sua Eccellenza mons. Bregantini, Signori Consiglieri Regionali,
faccio seguito alla serata di presentazione del mio volume Appunti d'arte e di storia a San Giovanni in Galdo, Sulle tracce del cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento, abate di Santa Sofia e papa Benedetto XIII, Palladino editore, CB 2017, che si è tenuta a San Giovanni in Galdo lo scorso 22 agosto 2017. Nel corso della manifestazione ho avuto modo di enumerare in dettaglio le benemerenze del Cardinale Orsini (1649-1730), che per 44 anni ha retto l'arcidiocesi di Benevento, anche dopo essere stato eletto papa con il nome di Benedetto XIII (1724-1730). Com'è noto, nei confini dell'arcidiocesi beneventana rientravano anche le parrocchie dei nostri paesi, fino al 1983. La storia ha riconosciuto all'arcivescovo Orsini, capacità e lungimiranza fuori dal comune. A lui si devono, tra l'altro, disposizioni precise e vincolanti per il riordino degli archivi parrocchiali e per la stesura degli atti dei registri di rito, fin lì lasciati all'estro dei parroci che si succedevano nell'incarico; la redazione dei famosi inventari dei beni artistici e patrimoniali di chiese, cappelle e confraternite, con il tesoro di informazioni e mappe ivi conservate; il restauro e la consacrazione degli altari e delle chiese dell'arcidiocesi, testimoniati sistematicamente dalle lapidi incise a ricordo. Insomma è grazie all'arcivescovo Orsini che è arrivata fino a noi una larga fetta della storia dei nostri paesi. In riferimento specifico, inoltre, ho ricordato che l'Orsini ha ricoperto la carica di abate di Santa Sofia di Benevento (1696-1730), nella cui giurisdizione feudale ricadevano i feudi molisani di Toro e San Giovanni in Galdo, che in quanto tali godevano del grande privilegio della immunità fiscale. Il cardinale è stato un mecenate e un benefattore dei due paesi, pur detenendo il potere assoluto,dal momento che alla dignità di arcivescovo e quindi di padrone spirituale univa anche quella di abate e quindi di padrone feudale delle due comunità. Nei loro confronti, è stato assai prodigo di attenzioni: basterà ricordare il compenso irrisorio dietro al quale ha ceduto in affitto ai due paesi i rispettivi mulini e i terreni di proprietà abbaziale, l'uso gratuito dei due palazzi abbaziali siti nei due comuni, l'erezione a sue spese nei due centri di altrettanti Monti Frumentari (banche del grano a favore dei poveri che non avevano come procurarsi il grano da seminare, senza ricorrere agli strozzini)… Insomma un gran benefattore e un degno uomo della Chiesa.
Con sommo piacere, ho donato ad ognuno dei tre sindaci presenti una copia del volume su San Giovanni in Galdo presentato nell'occasione, nonché una copia di Affreschi per il Papa. Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro, Palladino editore, CB 2017. Nei due volumi è dettagliata la gran messe di documenti e opere d'arte di pregio rinvenibili nei due paesi limitrofi, riconducibili alla munificenza dell'illustre prelato, che in modo particolare ha avuto a cuore di restaurare e abbellire i conventi di Santa Maria di Loreto a Toro e di Santa Maria del Carmine a San Giovanni, nei cui chiostri amava soggiornare. Alla luce di quanto detto, e in virtù dei due volumi, che qui si danno per allegati, ho ritenuto opportuno auspicare che le amministrazioni civili e religiose dei due centri limitrofi di Toro e San Giovanni, accomunati da secoli di storia e vicende parallele e dalla figura prestigiosa del cardinale, individuassero iniziative condivise per rivendicare le peculiarità dei due abitati da identificare come mete complementari di un unico e assai caratteristico percorso di storia e di arte. E di santità, visto che il 24 febbraio 2017 si è conclusa, a Roma, la fase istruttoria diocesana del processo che con ogni probabilità porterà finalmente alla beatificazione di papa Orsini, Benedetto XIII, a quasi trecento anni dalla morte. Tale auspicio, qui lo ribadisco e lo sottolineo, presentandolo come proposta formale rivolta ai sindaci e ai consiglieri comunali dei due Comuni. In considerazione della imminente canonizzazione di papa Orsini, ho invitato nel corso della stessa serata, anche su suggerimento dell'amico Giuseppe Massari di Gravina in Puglia, studioso particolarmente impegnato per la valorizzazione della figura ascetica, apostolica e pastorale dell'Orsini cardinale, arcivescovo e papa con il nome di Benedetto XIII, con la sua monumentale ricerca storico-iconografica: "Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria", i responsabili delle due comunità beneficiate di Toro e San Giovanni in Galdo, e torno ora formalmente a invitarli, a voler intitolare una piazza o una strada dei rispettivi centri abitati al cardinale e papa Orsini. Mi sono permesso di suggerire loro, quali siti ideali, i sagrati dei due conventi, ossia quelli che ieri furono le sue predilette stanze e oggi sono gli scrigni della sua memoria storica, documentaria e artistica. Tanto più che i due sagrati non hanno intitolazione alcuna ma sono popolarmente designanti con la generica indicazione di Innanzi al Convento.
Ciò precisato, resto a completa disposizione per qualsiasi iniziativa o chiarimento a sostegno o a integrazione della proposto e dell'invito.
Resto fortemente persuaso che quella dell'Orsini fu un'azione pastorale e amministrativa fuori dal comune, se, a circa trecento anni dalla morte, in due piccole comunità del Molise si discute ed eventualmente si provvede a progettare un percorso comune e l'intitolazione di due siti comunali a lui intitolati. Una testimonianza umile, quella che le due comunità molisane offrono alla causa di beatificazione di Papa Orsini, ma è grande l'auspicio che il progettato percorso storico artistico, volto a far conoscere e valorizzare le peculiarità dei due antichi feudi orsiniani, e l'intitolazione de due siti all'illustre abate, arcivescovo, cardinale e papa Orsini, possano a breve caratterizzarsi anche come percorso e siti intitolati a un santo.
Certo di benevola accoglienza, ringrazio per l'attenzione e saluto con deferenza.
Giovanni Mascia"
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