Edipo Re
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Eventi e cultura

L'antica tragedia greca al Teatro Vida con "Edipo re"

Spettacolare performance eseguita dalla Compagnia bitontina "Res Ludica"

Un tuffo nel passato, ai tempi degli antichi Greci, con la Compagnia "Res Ludica" di Bitonto, protagonista sul palcoscenico del Teatro Vida lo scorso weekend con una nota tragedia del grande Sofocle, "Edipo re".

Per comprendere lo spettacolo è necessario conoscere l'antefatto. Edipo è figlio di Laio e Giocasta, sovrani della città di Tebe. L'oracolo di Delfi rivela a Laio che morirà per mano del figlio una volta diventato grande e, per evitarlo, ordinò ad un pastore di abbandonarlo sulla vetta del monte Citerone. Qui Edipo viene salvato e cresciuto dal re di Corinto Polibo e da sua moglie Peribea. Edipo un giorno viene a sapere che lui non è l'erede al trono e, quando si affida all'oracolo di Delfi, questi gli predice che ucciderà suo padre e sposerà la madre. Anch'egli dunque, per sfuggire al suo destino, abbandona la città in cui è cresciuto dirigendosi verso Tebe. Lungo il cammino s'imbatte in un carro guidato da un uomo in là con gli anni, che gli impone di lasciargli il passo e, dopo una lite violenta, il vecchio, che di fatto è il padre Laio, perde la vita e si va ad avverare così la prima parte della profezia.
Nei pressi di Tebe, Edipo incontra la Sfinge, un mostro alato con il volto di una donna e il corpo di un leone, che da anni tiene sotto scacco la città uccidendo chiunque non risolva il suo enigma: «Qual è l'animale che al mattino va a quattro zampe, al mezzogiorno con due e la sera con tre?». Riflettendo Edipo risolve l'enigma - l'uomo - e liberando così la città di Tebe. Irata la Sfinge si suicida da una rupe.
Il liberatore della città viene accolto benevolmente dai Tebani e il reggente Creonte gli offre il trono della città e quindi la mano di sua sorella Giocasta, vedova del re Laio ucciso nonché madre dell'uccisore del re, Edipo. Ecco realizzata la seconda parte della profezia.

Veniamo ora alla trama, rappresentata con successo sul palcoscenico gravinese dalla Compagnia bitontina.
Edipo e Giocasta, contratte le nozze, generano quattro figli, due maschi (Eteocle e Polinice) e due femmine (Antigone e Ismene). Dopo 15 anni di prosperità e benessere, a Tebe scoppia una terribile pestilenza, che secondo l'oracolo potrà cessare dopo aver mandato in esilio dalla città l'assassino di Laio.
Interrogato sull'identità del criminale l'indovino Tiresia, Edipo scopre di essere egli stesso il responsabile della morte del padre Laio e, per questo, sposo di sua madre e padre dei suoi fratelli. Una verità che Edipo non accetta e che lo costringe a dubitare sulla fedeltà di Tiresia e del fratello di Giocasta, Creonte.
Sentita la versione dei fatti dell'unico servo sopravvissuto alla strage in cui aveva perso la vita Laio, e del pastore incaricato di ucciderlo quand'era ancora in fasce, fanno capire a Edipo di essere stato cieco a non vedere la realtà dei fatti, pur avendo una vista perfetta, al contrario di Tiresia che pur essendo cieco aveva pervisto tutto. Giocasta, venuta a conoscenza dell'inconsapevole incesto compiuto sceglie la morte mentre Edipo per la vergogna si acceca e si avvia di sua spontanea volontà in esilio.

Una rappresentazione da togliere il fiato, curata in ogni minimo particolare: dalla scenografia alle luci, dalle colonne sonore alle coreografie, tutto ha contribuire a ricreare nel Teatro Vida l'atmosfera dell'antica terra di Tebe, di cui narrò nelle sue opere il tragediografo Sofocle.

Di seguito, le immagini dello spettacolo.
37 fotoAl Teatro Vida, la Compagnia bitontina "Res Ludica" con "Edipo re"
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