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La città

Giorno del ricordo, l'ira dell'associazione partigiani

Chieste scuse pubbliche e le dimissioni del sindaco

"Gravina repubblicana ed antifascista deplora nel modo più assoluto che sia stato concesso a gruppi neofascisti di sfilare nella nostra città, ma ancora di più deplora la partecipazione di un proprio assessore con tanto di fascia tricolore legittimato dal sindaco".
Sono parole durissime quelle inviate dall'associazione partigiani di Gravina e dalla Camera del lavoro dopo la celebrazione della Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe.

"Mai avremmo immaginato che il Sindaco dopo le sue esternazioni revisioniste enucleate durante il dibattito pubblico del 27 gennaio presso il teatro Vidà in cui ha equiparato le foibe alle leggi razziali ed all'Olocausto avrebbe dato legittimazione istituzionale ai neofascisti. Un atto così grave umilia e vilipende la tradizione democratica e partigiana della nostra città in modo talmente profondo che non solo indigna e offende gli antifascisti ed i democratici ma ci porta coerentemente e nettamente ad invocarne le dimissioni. Ci appelliamo, per concludere, a tutte le forze democratiche della città affinché assumano pubblicamente una posizione netta e chiara su questo accadimento".

Un episodio grave a detta dei rappresentanti della Cgil in una città come Gravina, per tradizione città antifascita, la città che ha dato i natali a Filippo D'Agostino, Nunzio Ingannamorte, Nicola Picerno, solo per citare alcuni dei partigiani e antifascisti gravinesi.
Alla dura condanna dell'Anpi si sono aggiunte le dichiarazioni di Sinistra Italiana che con una nota ufficiale ha condannato l'iniziativa municipale "in una terra che si è contraddistinta per la difesa di libertà e democrazia, che vanta martiri persi negli eccidi dell'ultima guerra, che nelle alterne vicende degli uomini, comunque, ha mantenuto un tessuto sociale fondato su valori di uguaglianza e accettazione, non è comprensibile né ammissibile che si dia legittimazione a manifestazioni i cui organizzatori e i cui valori si ispirano al fascismo e all'odio".

"Contrastare le idee di odio e sopraffazione è un dovere civico a tutela della libertà, connaturato nelle costituzioni democratiche e in particolare nella Costituzione italiana, a cui le forze politiche, proprio dai valori democratici legittimate, non possono né debbono sottrarsi. Si immagini se poi proprio rappresentanti delle Istituzioni sfilano per la città accompagnati da picchetti marcianti. Democrazia e fascismo sono l'antitesi una dell'altro".
Infine l'invito rivolto alle autorità e soprattutto al primo cittadino a "vigilare e fare quanto è in loro potere per impedire l'organizzazione di incontri della natura denunciata nei luoghi pubblici della nostra città. Poiché nella sua veste istituzionale non ha ritenuto di adempiere a quello che sarebbe stato un suo dovere, non importa se per disattenzione o leggerezza o ancora per un malinteso rispetto della libertà di manifestazione del pensiero, Le chiediamo oggi con forza di fare venia nei confronti della cittadinanza e di prendere pubblicamente distanza dall'associazione che ha organizzato la denunciata manifestazioni e da qualsivoglia altra congrega ispirata a valori incostituzionali e non degni del vivere civile".
Invito rivolto anche ai rappresentanti del PD locale.
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