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Ospedale e Sanità

Diritto alla salute pubblica, i Medici della Puglia scendono in Piazza

Arrivati da tutta la regione, presenti anche molti Medici di Gravina

Manifestazione organizzata da FIMMG Puglia (Federazione Italiana Medici Medicina Generale) Iniziata dalla piazza Giulio Cesare davanti il Policlinico di Bari, la protesta "Difendi la tua salute e il servizio sanitario nazionale" guidata da tanti medici giunti da tutte le province della regione.

A scendere in piazza medici e personale del 118, medici di continuità assistenziale, medici di famiglia, e collaboratori di studio. Il lungo serpentone di sanitari, composto da circa 1000 unità, ha percorso le strade di Bari fino ad arrivare all'hotel Excelsior dove, a conclusione, si è svolta un'assemblea.

Presenti le rappresentanze degli ordini dei medici, il Presidente (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri) il dott. Filippo Anelli, e il segretario regionale FIMMG Puglia dott. Donato Monopoli.

"C'è bisogno di rinnovare completamente la modalità di erogazione dei servizi, per dare una risposta ai cittadini". Queste le parole del Presidente FNOMCeO Filippo Anelli, che chiede che vengano affidate più risorse al Servizio Sanitario Nazionale, mentre da FIMMG Puglia il dott. Donato Monopoli spiega: "Manifestiamo per l'eccessiva burocratizzazione che esiste in questa regione, per atti monocratici non condivisi con le organizzazioni sindacali, che minano alla base il Servizio Sanitario Nazionale e il Servizio sanitario regionale in particolare di questa regione".

In trasferta nel capoluogo molti i medici di famiglia e collaboratori di studio di Gravina intervenuti alla manifestazione barese. Gravinalife ha raggiunto la dott.ssa Filomena Parisi, Medico di Famiglia, vice fiduciaria per Gravina dell'Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Bari già segretario FIMMG Formazione Puglia.

Dott.ssa Parisi, cosa vi ha spinto a scendere in piazza?
Abbiamo il bisogno di far conoscere all'opinione pubblica le grosse difficolta che stiamo affrontando. Dopo la crisi pandemica molti colleghi sono andati in pensione, il carico di lavoro di conseguenza è aumentato i nostri pazienti hanno un'età media abbastanza alta, hanno bisogno di più cure. Stiamo chiedendo aiuto alla Regione Puglia e al governo affinché si possano ridurre i carichi burocratici imposti, che tolgono risorse e tempo da dedicare alla clinica del paziente.

Eravate in tanti, ci ha detto che le professioni sanitarie sono in sofferenza, cosa si può fare per migliorare, con quali strumenti?
Sicuramente aumentare le professioni sanitarie, potenziare i settori di assistenza primaria, dai medici di famiglia a quelli di continuità assistenziale oltre al personale medico e sanitario del pronto soccorso e del 118. Come dicevo prima è importante ridurre il carico burocratico, aumentare i fondi per migliorare la presa in carico del paziente (da molto tempo la Regione Puglia ha bloccato i fondi per l'assunzione di infermieri e collaboratori di studio) fondamentali per migliorare i servizi offerti al cittadino da parte dei medici di famiglia.

Cosa avete proposto alla Regione Puglia, e quali sono le vostre aspettative a livello nazionale?
Abbiamo aperto un tavolo di trattativa con il Ministro della Salute Orazio Schillaci che si è detto favorevole e disponibile alle nostre considerazioni. Abbiamo seri dubbi riguardo l'autonomia differenziata, potrebbe diventare un problema per la sanità del sud. Mentre alla regione abbiamo proposto di favorire la medicina del territorio partendo dal capitale umano aumentando il numero dei professionisti. Purtroppo, attualmente, dalla Regione Puglia solo porte chiuse e nessun dialogo.
Nonostante tutto gli anni di tagli, il Sistema Nazionale ha retto, anche se a malapena, il colpo dell'emergenza Covid 19, soltanto grazie al sacrificio di medici e infermieri. Adesso sono le stesse persone che chiedono maggiori attenzioni, per garantire a tutti i cittadini i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) garantiti dall'articolo 32 dalla nostra Costituzione. Fortunati a vivere in un paese che garantisce un'assistenza sanitaria pubblica e gratuita, con l'auspicio che non si passi a sistemi adottati in altri paesi del mondo dove le cure viaggiano parallele alle possibilità economiche che una persona dispone.
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