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Territorio

Braccio di ferro tra Natuzzi e sindacati

Appello alla Regione per riaprire la vertenza

Continua il braccio di ferro tra la società Natuzzi e i lavoratori.

Dopo l'annuncio dei giorni scorsi, secondo cui ci sarebbero due imprese pronte a riassorbire gli esuberi dichiarati dal patron del salotti i lavoratori rappresentati dalla Unione sindacale di base esprimono tutta la loro contrarietà.
"Siamo meravigliati e anche sorpresi che istituzioni e sindacati plaudono a questi esigui risultati che non risolvono assolutamente nulla – scrivono dalla Usb in una nota ufficiale - Lo ribadiamo, nuovamente, e facciamo appello alla regione Puglia di rivedere in toto la vertenza Natuzzi".
Diversi i punti contestati: "Sappiamo tutti che alla Natuzzi diminuiscono gli esuberi perché si riduce l'organico complessivo e, conseguentemente, si infoltisce l'esercito dei disoccupati; 300 lavoratori sono fuori dal ciclo produttivo, cassaintegrazione a zero ore e 1918 lavoratori a contratto di solidarietà; nei fatti, gli attuali cassaintegrati sono i futuri licenziati dalla Natuzzi, che guarda caso li colloca tutti nello stabilimento di Ginosa, sito dove da anni non si effettua alcuna lavorazione".

E non è tutto: "Gli eventuali nuovi assunti nelle New Co. saranno assunti con le modalità previste dal Jobs act, quindi senza alcuna garanzia occupazionale e con un salario d'ingresso, i lavoratori collocati fuori dal ciclo produttivo a loro insaputa sono, nella stragrande maggioranza, lavoratori con malattie professionali contratte in azienda oppure lavoratori che hanno rivendicato i propri diritti".

A questo punto un appello alle istituzioni che "hanno erogato ingenti finanziamenti pubblici a favore della Natuzzi" e in modo particolare alla Regione Puglia chiedendo al governatore Michele Emiliano, "di incontrare i lavoratori ed ascoltare le ragioni della nostra opposizione a questi accordi al ribasso che penalizzano gravemente i lavoratori e le lavoratrici" e contestualmente si chiede "una riapertura della vertenza, che preveda il rientro di tutti i lavoratori nel ciclo produttivo, eventualmente l'estensione dei contratti di solidarietà per tutti".
Secondo l'ultimo incontro avvenuto al Ministero delle attività produttive sarebbero due le imprese che hanno manifestato disponibilità a sviluppare nuove proposte per il riassorbimento di parte dei lavoratori in esubero di Natuzzi. I nomi delle due aziende sono stati resi noti dalla stessa Natuzzi.

La prima (ReJoint) è un'azienda che si insedierà in Basilicata, operativa nel settore biomedicale, che avvierà i processi di pre-selezione dei candidati a partire dal prossimo 15 febbraio. La seconda (CAE) è un'azienda che si insedierà in Puglia, operativa nel settore del monitoraggio e controllo del territorio, che darà inizio alla pre-selezione dei candidati dopo la seconda metà di febbraio. Complessivamente, le pre-selezioni riguarderanno 25 lavoratori provenienti dal bacino degli esuberi. L'obiettivo è quello di creare start-up che consentano una ricollocazione degli esuberi strutturali del gruppo Natuzzi.

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