banca popolare puglia basilicata
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Territorio

BPPB: gli azionisti contro Disegno futuro e Pensare Politicamente

"Spetta a noi il diritto di criticare e avanzare proposte"

" Sappiamo tutti che quando il sole è basso all'orizzonte le ombre del nani detrattori si allungano più del dovuto".

Vanno giù pesante gli azionisti della Banca Popolare di Puglia e Basilicata che attraverso un documento ufficiale sottoscritto dal presidente dell'associazione, Giuseppe Di Noia, hanno criticato le iniziative intraprese da Disegno Futuro e Pensare Politicamente. Sotto accusa le richieste delle due associazioni inviate alla nova dirigenza dell'istituto di credito, per chiedere di salvaguardare l'autonomia della Popolare di Puglia e Basilicata e rivedere le intenzioni su una possibile, quanto imminente, fusione con la banca Popolare di Bari.
" Tali interventi, secondo il loro dire, mirano a sensibilizzare l'intera cittadinanza a coalizzarsi e intervenire per riappropriarsi di una banca che sta vivendo un momento critico della sua vita, ma non per affiancarla nel trovare soluzioni, bensì dettando condizioni che certamente non spetta a loro proporre" continuano i soci.

"Interventi tardivi e non appropriati specialmente dopo che si sono consumate due assemblee, una annuale e l'altra straordinaria, dove le proposte e i consigli dati dai soci intervenuti erano mirati a portare fuori dal guado la nostra banca da una gestione passata al quanto personalistica. La nostra associazione- si legge ancora nel documento - per molti anni è stata critica di quel modio di gestire la banca, non approvando molti bilanci che secondo noi non ottemperavano a criteri di veridicità trasparenza e corrispondenza dei valori in essi decodificati, senza aver mai avuto appoggi e conforto da parte di nessuno, neanche da parte di quelle associazioni e non, che oggi vogliono cavalcare il dissenso".
Inoltre, rispondendo nel merito delle critiche sollevate da Disegno futuro e Pensare politicamene che avevano criticato la possibile fusione tra l'istituto bancario e la Popolare di Bari, i soci spiegano " Se guardiamo lo scenario nazionale, nessuna banca grande o piccola, è in grado di fare aggregazioni o fusioni senza attingere al mercato della liquidità. La popolare di Bari, che si è detto fosse in crisi finanziaria, in questi giorni ha acquistato 160 sportelli dalla Tercan di Teramo e Pescara".

Dunque, pur riconoscendo la legittimità delle critiche, gli azionisti della Popolare bocciano l'iniziativa, tanto nella sostanza quanto nei tempi, soprattutto alla luce di quanto stabilito nell'ultima assemblea del 16 settembre che sembra aver tracciato la strada verso la salvezza, secondo i criteri suggeriti dagli stessi soci ossia: "pari dignità nelle trattative e tutela del valore delle azioni dei soci, conservazione del posto di lavoro dei nostri ragazzi e che la banca potesse continuare ad essere la banca dl territorio".
Accantonate le polemiche, "è il tempo di impegnarsi per affiancare l'attuale presidente e l'intero consiglio di amministrazione (insediato appena da due mesi) nel trovare solitudini indolori".

"Alla nostra associazione, concludono gli azionisti- il compito di controllare che ogni azione possa essere intesa al recupero di ogni iniziativa che veda la nostra banca continuare a segnare da protagonista lo sviluppo del nostro territorio, non permettendo alle tante cassandre di esaltare il loro protagonismo".
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