Apre i battenti il nuovo Ipsia ma scoppia la protesta degli operai

Primo giorno (anche se l'inaugurazione ufficiale è rimandata) per l'Ipsia "Galileo Galilei", ma alla chiassosa allegria degli studenti che affollano aule e corridoi nuovi di zecca, si contrappone la rabbia e l'amarezza di chi, nella moderna struttura di viale Einaudi, ci ha messo il sudore del proprio lavoro.

Sono gli operai edili della "Edil costruzioni", che stamane hanno inscenato una protesta all'ingresso dell'istituto professionale per l'industria e l'artigianato, la cui prima pietra era stata posata nel gennaio del 2013, con un termine dei lavori previsto per un anno dopo e anticipato a novembre scorso. Motivo della manifestazione, come spiegato eloquentemente dagli striscioni esposti, le pendenze con la ditta leccese accusata di non aver corrisposto ancora tutta la paga pattuita.

"Abbiamo lavorato sodo per sei mesi, dalla mattina alla sera, consegnando il complesso scolastico pronto mesi prima dei termini previsti – dichiarano i carpentieri, che incassano la solidarietà di preside e docenti dell'istituto - facendo straordinari fin dall'inizio e venendo nel cantiere anche di sabato e domenica. Non ci siamo mai lamentati, ma ora pretendiamo quanto ci è dovuto". Oggetto del contendere, oltre agli extra, diverse giornate lavorative risalenti all'ultima fase dei lavori, nel novembre scorso. Un intero periodo per il quale non sarebbe stato ancora versato alcun compenso.

La ditta salentina però si trincera dietro non meglio precisate questioni burocratiche, scaricando la patata bollente sulla "Co.Dima s.r.l.". Impossibile saperne di più dall'unico rappresentante in loco, un ingegnere estraneo alle questioni amministrative. Gli operai però fanno quadrato attorno al titolare dell'azienda gravinese, presente per testimoniare la sua solidarietà: "Le carte parlano chiaro – è la replica - siamo stati ingaggiati direttamente dalla Edilcostruzioni ed è solo a loro che chiediamo di rispettare i contratti. Abbiamo già contattato un avvocato e siamo pronti a far valere le nostre ragioni anche in sede giudiziaria".

Nell'attesa di un esito (si spera) rapido e felice della vertenza, resta il paradosso di una scuola indirizzata a formare gli studenti al lavoro.