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Territorio

Regione vs Compro Oro, il disappunto dell'A.N.T.I.C.O.

L'associazione "Tutela i compro oro" lamenta scarsa considerazione.

Il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna attacca i Compro oro ed invoca la regolamentazione, l' associazione nazionale "Tutela i compro oro" esprime disappunto.

Disappunto motivato dal mancato coinvolgimento nella tavola rotonda organizzata, per il prossimo 8 gennaio, dalla Regione con gli stakeholders di un eventuale provvedimento atto a limitare il proliferare dei negozi di compravendita di preziosi.

"Riteniamo che in un contesto in cui esiste un'associazione, come l'A.N.T.I.C.O., che nasce proprio come "associazione di promozione normativa" (auspicio invocativo sull' emanazione di una norma) e che fissa fra gli obiettivi prioritari quello di attivare tutti i canali possibili e potenziali perché il settore venga definitivamente regolamentato con una normativa ad hoc (ancora inesistente), sia una grave mancanza quella che vede seduti ad un tavolo di discussione su queste problematiche i rappresentanti di due soggetti (Unioncamere e Federpreziosi) senza prevedere il coinvolgimento anche della nostra associazione quale portavoce delle esigenze e delle legittime necessità del settore che è protagonista di una battaglia ormai senza fine", si legge nel comunicato stampa inoltrato dall'associazione con sede a Bari.

L'associazione, che negli ultimi anni è stata protagonista di numerose iniziative in collaborazione con Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate, nonchè di incontri interlocutori con alcuni parlamentari, pretende attenzione in quanto "questa esigenza di regolamentazione che oggi viene evidenziata in maniera così forte dall' amministrazione regionale della Puglia è alla base di tutte le azioni che sino ad oggi l'Associazione Nazionale "Tutela I Compro Oro" ha messo in atto e su cui la stessa può fornire un valido e qualificato contributo".

Infine la filippica destinata agli organi di informazione. "Contro la categoria dei compro oro si sono correntemente accaniti stampa ed opinione pubblica a voler a tutti i costi rimarcare gli elementi negativi di un settore che –pur in presenza di una fisiologica percentuale di soggetti autori di attività illecite- è composta di operatori onesti, che lavorano nel rispetto delle norme (le poche esistenti) e rappresentano quella fetta di cittadini Italiani a cui deve essere riconosciuta la libertà di esercitare la propria professione e il conseguente diritto di rivendicarne un legittimo profitto".
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