Compagnia teatrale dell'Eclisse
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Eventi e cultura

"La Governante" conquista il pubblico del Teatro Vida

Sonori applausi per l'eccellente performance della Compagnia dell'Eclisse di Salerno

Omosessualità, ipocrisia delle religioni, filocomunismo borghese, valori della Sicilia baronale e contrarietà nei confronti della censura. Sono queste le tematiche importanti ed impegnative portate sul palcoscenico del Teatro Vida dalla Compagnia teatrale dell'Eclisse di Salerno con lo spettacolo "La Governante", scritto nel 1952 da Vitantonio Brancati e subito censurato dall'Italia perbenista di quegli anni.

Protagonista della vicenda è Caterina Leher, francese, assunta come nuova governante da una famiglia borghese siciliana, trasferitasi da cinque anni a Roma. La vicenda si apre con un dialogo sulla fede tra il patriarca Leopoldo Platania, cattolico non praticante, e Caterina, calvinista. Un confronto da cui traspare chiaramente l'ipocrisia dei benpensanti cattolici.
Il figlio di Leopoldo Enrico, farfallone e corteggiatore di donne, è sposato con Elena, una bella donna che fa la civetta con tutti. In casa c'è anche Iana, giovane cameriera siciliana, che nutre un amore profondo verso la governante, la quale - mascherando la propria di omosessualità - rivela la latenza della cameriera al signor Leopoldo. Quest'ultimo la licenzia di sana pianta e Iana confessa di fronte a tutti il disgusto provato nel momento in cui Enrico ha provato a toccarla, causando l'indignazione in Elena che esce dalla stanza.
A sostituire Iana è Francesca, cameriera originaria della Puglia, una bella ragazza che suscita interesse nello scrittore famoso Alessandro Bonivaglia, ospitato in casa Platania da Elena, la quale supplica lo scrittore a scrivere un racconto su di lei. Dalle parole di Bonivaglia, emerge il pensiero dell'autore Brancati sulla censura e sulla moralità degli italiani, che "non solo non vogliono leggere o andare a teatro, ma vogliono essere sicuri che nelle commedie che non vedono e nei libri che non leggono non ci sia nessuna delle cose che essi fanno e dicono tutto il giorno". Caterina ha poi un diverbio con lo scrittore, che sembra cospargere gli aggettivi come "vermi" sui corpi nudi di donne descritti nelle sue opere, oltre ad essere infastidita dalle avance di quest'ultimo nei confronti di Francesca.
D'un tratto, arriva in visita il portiere del Barone Denari, da Caltanissetta a Roma per questioni giudiziarie, il quale comunica a Leopoldo la triste sventura capitata a Iana, rimasta ferita nello scontro tra due treni al ritorno in Sicilia. Non molto tempo dopo, giunge notizia mediante una lettera della morte della giovane cameriera, ma quando Leopoldo cerca Caterina per comunicarle l'accaduto, la sorprende in intimità con Francesca. Lei supplica il perdono del patriarca, il quale - essendosi macchiato in passato del suicidio di una figlia per via del pregiudizio - comprende il disagio della donna e le permette di restare.
Tuttavia, Caterina non accetta la propria omosessualità e, nel momento in cui apprende la notizia della morte di Iana, sentendosi totalmente responsabile, espia le sue colpe con un colpo di pistola.

Una performance a 5 stelle quella degli attori della compagnia dell'Eclisse, che sono riusciti a mantener viva l'attenzione degli spettatori dall'apertura alla chiusura del sipario, i quali al termine della rappresentazione hanno espresso il proprio compiacimento con sonori e lunghi applausi.

Di seguito le immagini della rappresentazione di domenica 15 ottobre.
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