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Difesa Grande brucia, il j'accuse di Bosco-Città

Marvulli: "Il Comune da solo non può molto: serve la Regione". Scoppia il caso Matera: si è defilata, dopo le promesse del 2012.

All'indomani del ferragosto di fuoco che ha interessato il bosco comunale Difesa Grande è tempo di riflessioni sul futuro dell'area. Riflessioni accompagnate da qualche provocazione, quelle suggerite dall'associazione Bosco-Città, nata proprio pochi giorni dopo il disastroso rogo divampato lo scorso anno.

Interviene con un comunicato Bosco-Città ma, raggiunto telefonicamente, Nico Marvulli, uno dei fondatori dell'associazione, ci va ancora più pesante. E ne ha per tutti. "Per quanto gli sforzi dell'amministrazione vadano riconosciuti e siano lodevoli per il bosco Difesa Grande, c'è bisogno di tanto altro ancora. Le torrette di avvistamento sono utili, ma andrebbero rivisti completamente la gestione della sicurezza ed il ruolo stesso del nostro bosco. Per questo l'intervento della Regione è imprescindibile", spiega Marvulli. Regione che, quando si tratta di Difesa Grande, troppo spesso riveste il ruolo di assente ingiustificata. Perché, come sottolinea Marvulli, "in Puglia ci sono solamente tre aree boschive importanti, tra cui quella gravinese. E il Comune non può accollarsi tutti gli oneri derivanti da una gestione efficiente della sicurezza di un territorio così complesso com'è quello del bosco comunale". "E' arrivato il momento che gli attori istituzionali si incontrino intorno ad un tavolo tecnico e discutano seriamente del futuro del bosco", continua il portavoce di Bosco-Città. Tavolo tecnico a cui, oltre a Regione, Provincia e Comune, dovrebbe partecipare anche il Parco dell'Alta Murgia, dimostratosi attraverso il presidente Cesare Veronico "interessato" alle sorti del bosco, come conferma lo stesso Marvulli. Chi invece sembrerebbe essersi defilato dal progetto-bosco, al di là degli spot e proclami mediatici, sarebbe il Comune di Matera che, lo scorso anno, sembrava intenzionato ad "adottare" il polmone verde gravinese e che ora Palazzo di città sostiene nella candidatura a capitale europea della cultura.

Ma, concretamente, di cosa necessiterebbe il bosco? Per Marvulli la risposta c'è. "Difesa Grande deve affacciarsi alla modernità". In che modo? "Utile sarebbe installare un sistema di videosorveglianza che scoraggerebbe potenziali piromani. Ma lo Stato deve presidiare il bosco. I volontari svolgono un importante servizio ma la Guardia Forestale deve essere più presente sul territorio. Inoltre bisognerebbe rivedere il Piano di Gestione di Difesa Grande. Pascolo e vendita di legname sono stati vietati ma, soprattutto quest'ultima, viene svolta abusivamente. Il bosco, al momento, è totalmente improduttivo, nonostante le potenzialità. Difesa Grande deve essere reso fruibile durante tutto l'anno con l'aiuto delle associazioni di cittadinanza attiva ma ciò attualmente rappresenta una pura utopia poiché l'area è priva di qualunque servizio. Basti pensare che nell'area non ci si può neanche connettere ad internet".

Sfoghi e speranze di mezza estate in attesa che, qualcuno, intervenga concretamente a favore del bistrattato bosco. Sino ad allora, nient'altro che fuoco e fiamme. E polemiche e strumentalizzazioni. E riflessioni.

Al prossimo incendio.
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