Incontro Bachelet con l'On. Rosy Bindi
Incontro Bachelet con l'On. Rosy Bindi
Eventi e cultura

Vittorio Bachelet, un martire della Repubblica

A 40 anni dalla scomparsa un incontro all’IISS di Gravina per commemorare l’illustre giurista

Giurista, politico italiano, fervente cattolico e martire. Questa in sintesi la vita di Vittorio Bachelet. Un ricordo fervido e una testimonianza diretta portata a Gravina da Rosy Bindi, che è stata allieva e assistente del professore ordinario di Diritto pubblico dell'economia presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma.

Un'iniziativa che l'IISS ad egli intitolato ha voluto dedicate all'illustre giurista, in occasione dell'anniversario di quel 12 febbraio del 1980, quando a Roma Bachelet fu brutalmente freddato dalle Brigate Rosse sulle scale dell'Università. Un lavoro che significativamente anche gli studenti del "Bachelet" di Gravina hanno voluto portare avanti, per dare lustro e rimarcare l'importanza del personaggio, così come sottolineato anche dalla dirigente scolastica, Antonella Sarpi nella sua introduzione alla manifestazione.

"Una figura eccezionale- ha evidenziato il sindaco Alesio Valente- oggi siamo qui a celebrare un grande uomo, che ha rinunciato ad avere la scorta per non mettere in pericolo altre vite al di fuori della sua". E l'importanza della manifestazione si racchiude in quella perpetrazione della memoria, esercizio necessario per comprendere e capire fatti e personaggi storici del recente passato che non vengono studiati sui banchi di scuola.

Uno di questi era proprio Vittorio Bachelet. "Un uomo vissuto all'interno del Secolo Breve"- ha commentato il dirigente scolastico della "Montemurro" Michele Loglisci, chiamato ad introdurre l'intervento dell'On. Rosy Bindi. "Giurista e uomo di fede, Bachelet aveva due punti di riferimento: il Vangelo e la Costituzione"- evidenzia Loglisci, che ricorda l'impegno di Bachelet nell'Azione Cattolica da lui presieduta verso quella svolta della cosidetta "Scelta Religiosa" (distacco dalla politica per concentrarsi sulla formazione cattolica). Una figura che al pari di altri due martiri come Aldo Moro e Piersanti Mattarella si è battuta per un percorso di cambiamento all'interno della società italiana, interrotto con la loro morte.

"Il loro sangue è un seme che ha dato frutti e forse anche questa cerimonia è frutto di quel seme"- ha voluto ribadire Loglisci, cedendo la parola all'Onorevole Bindi. La quale, nell'illustrare lo spessore del personaggio, non solo suo professore ma anche suo maestro di vita, ha ricordato i punti cardini che hanno costellato la vita di Bachelet, "un uomo che si è adoperato affinchè la costituzione italiana attecchisse nel Paese"- ha spiegato l'on. Bindi.

La missione, infatti, di Bachelet era quella di "scrivere la costituzione nel tessuto vivo del Paese", parlando a suoi studenti e alle persone di cose concrete, di problemi che interessavano nel quotidiano gli italiani. "Bachelet non è stato un uomo di partito, ma uno che aveva della politica la giusta idea: ognuno deve fare la propria parte in una democrazia, essendo comunque a servizio della comunità".

Ed egli aveva scelto di servire l'Italia dalle aule dell'Università, per questo lo hanno ammazzato proprio lì, e lo hanno ucciso perché era una persona perbene. "Una persona perbene, in un momento di grandi cambiamenti per la nostra penisola, che sicuramente facevano paura a qualcuno, che ha deciso di privare il Paese delle sue menti migliori, proprio nel momento in cui la nazione si metteva in moto"- ha affermato Bindi.

Anche Mons. Giovanni Ricchiuti ha voluto ricordare la fede e l'impegno da fervente cattolico che ha contraddistinto la vita di Vittorio Bachelet. Insomma, un uomo che ha, di fatto, tracciato un percorso per la storia d'Italia. "E noi non possiamo che sentirci parti di quel percorso, con i suoi insegnamenti che non possono rimanere lettera morta"- ha concluso commossa l'On. Rosy Bindi, dinanzi ad una platea di studenti che a lungo ha applaudito il suo intervento.
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  • I.T.C. "V. Bachelet"
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