IAT Gravina trasferito presso il Museo Civico
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La città

Museo Civico, Conca: “un cane che si morde la coda”

Il consigliere dei Cittadini Gravinesi chiede al sindaco Lagreca di interessarsi della vicenda

La vicenda del Museo Civico è ancora una ferita aperta per la città di Gravina. Una questione che rischia seriamente di vedere uniti al danno la beffa. Il Comune rischia di dover restituire oltre 500 mila euro per non aver aperto il museo che doveva essere fruibile al pubblico perentoriamente entro il marzo 2017, così come si evince da una nota regionale del 2016.

A mettere l'accento sulla questione è il consigliere comunale dei Cittadini Gravinesi, Mario Conca.
Conca si rivolge al sindaco Lagreca, per porgli l'annosa questione del museo Archelogico "dopo averlo chiesto per anni e inutilmente al tuo predecessore, sempre in altre faccende affaccendato"- rimarca il consigliere di minoranza, che sottolinea il rischio di dover restituire i finanziamenti percepiti e non solo. "Per quanto questo fatto sia grave, ci sono altri rischi latenti gravissimi, e cioè la possibilità di perdere per sempre i reperti archeologici che la Soprintendenza potrebbe affidare in via definitiva al Museo di Altamura, al Marta di Taranto o chissà dove altro". Alcuni reperti sono in serio pericolo "attualmente stoccati nell'ex sede della Soprintendenza in via Aspromonte, compreso lo scheletro del guerriero del IV secolo A.C., senza nessuna guardiania e senza nessun tipo di allarme perché manca la corrente per alimentarlo".

Insomma, una situazione indecorosa per una città che deve preservare il proprio patrimonio storico, a partire dai resti delle antiche civiltà. Una questione che va affrontata quanto prima e risolta. "Non vorrei mai che qualcuno potesse andare a trafugare quello che resta della nostra storia, come è già successo mesi addietro al Mattatoio dove sono stati rubati pezzi unici che dovevano essere ospitati nel mai realizzato Museo della civiltà contadina" -continua il consigliere dei Cittadini Gravinesi, che non è foriero di notizie liete.

"Purtroppo le brutte notizie non sono finite, perché ritengo si stia alimentando anche un potenziale danno erariale per la richiesta di risarcimento danni per lucro cessante che la cooperativa Letizia potrebbe avanzare, allo scadere della convenzione quadriennale partita nel novembre 2019, per non aver potuto operare". Alla cooperativa spettano 36mila euro (1000 al mese), non solo, ma- evidenza Conca- "non l'abbiamo messa nelle condizioni di assolvere alla convezione creando un danno alla stessa e alla collettività".

Dunque dalla chiusura del Museo, avvenuta nel lontano 2007, ad oggi sono stati spesi oltre 700 mila euro per ristrutturazione e allestimenti, senza però- afferma con rammarico il consigliere comunale- che nulla sia cambiato.

Una questione complessa. "Nel primo piano del museo mancherebbe la sala restauro e per questa ragione il Mibact non rilascia la bollinatura all'edificio senza la quale la Soprintendenza non può restituire al Comune i suoi reperti. Senza questi passaggi propedeutici, il Comune non può metterli a disposizione della cooperativa Letizia che dovrebbe procedere con la loro esposizione e la fruibilità al pubblico" -spiega Conca che in conclusione lancia una proposta all'attuale amministrazione.

"Visto che il primo piano dell'ex seminario è piccolo e nel 2027 scadrà la convenzione con il Capitolo, perché non spostare il tutto presso Santa Sofia che è vuota, di proprietà comunale e ben si presta ad accogliere la nostra civiltà millenaria? Al primo piano dell'attuale sede, si potrebbe ampliare il Museo di arte Sacra gestito dal Clero che, peraltro, ha bisogno di spazi più ampi"- chiosa il consigliere comunale dei Cittadini gravinesi.

La patata bollente adesso passa nelle mani del sindaco Lagreca che dovrà decidere quale strada intraprendere per salvare il Museo ed evitare gravi perdite alle casse comunali.
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