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Movimento Schittulli: il partito si riorganizza

Un nuovo direttivo per discutere le emergenze gravinesi

Torna a far sentire la propria voce il Movimento Politico Schittulli. Dopo mesi di silenzio, il partito si riorganizza e si arricchisce di nuove persone e nuovi obiettivi.
Nei giorni scorsi, alla presenza del coordinatore provinciale, Davide Bellomo, del suo vice Matteo Malcangi, oltre ovviamente al coordinatore cittadino Mimmo Romita, tutto il gruppo dei simpatizzanti, tra vecchi e nuovi tesserati, si è ritrovato per conoscersi e cominciare a pianificare le strategie politiche da mettere in atto alla luce delle reali esigenze avvertite dai cittadini di Gravina.

La riorganizzazione del partito avverrà attraverso la nomina di un nuovo direttivo cittadino che si prefigge il compito di "offrire alla politica gravinese un rinnovato soggetto che si ispira ai valori della buona politica e della solidarietà, come più volte ribadito dal leader del Movimento, Francesco Schittulli" si legge in un documento diffuso dallo stesso partito.
Durante gli ultimi incontri il partito ha avviato una discussione finalizzata ad "analizzare le problematiche più impellenti da affrontare, a cominciare dall'emergenza occupazionale in uno contesto di crisi sì globale, ma che a Gravina si sta avvertendo in modo più critico: l'idea è quella di redigere un Piano di emergenza sociale che sarà consegnato a tutte le istituzioni, Comune di Gravina, Provincia di Bari e Regione Puglia".

"A Gravina c'è necessità di avviare un percorso virtuoso non solo in campo sociale ma anche ambientale - ha sottolineato il coordinatore provinciale, Bellomo, al termine dell'incontro - a cominciare dal nuovo ospedale, affetto da un'interminabile agonia del mal di regione, al problema dello smaltimento dei rifiuti, lì dove anche i cittadini devono essere educati e responsabilizzati a fare in modo che alcuni luoghi della città non si caratterizzino per incuria e degrado".

Parole a cui si aggiungono quelle di Mimmo Romita: "E' nostra volontà riappropriarci degli spazi vitali di una città che diventa sempre più inospitale e indegna di un passato, anche non molto lontano, che faceva di Gravina un faro della Murgia per l'inestimabile patrimonio storico, culturale e architettonico"
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