pinacoteca ettore pomarici santomasi
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La città e il suo racconto attraverso un nuovo percorso museale

Alla Pinacoteca Pomarici Santomasi

Tra le maglie di un progetto culturale dagli orizzonti larghi e ricco di implicazioni sul piano sociale e politico, ormai un secolo fa apriva i battenti a Gravina la Pinacoteca Pomarici Santomasi, trovando una eccezionale sistemazione tra le sale della residenza che il benemerito barone Ettore aveva lasciato in eredità all'intera comunità cittadina. Inaugurata nel 1922 insieme alle altre sezioni del polifonico museo che l'aristocratico gravinese aveva prefigurato prima di morire troppo precocemente, la quadreria oggi non rappresenta certo una frontiera inesplorata per gli studi sulla pittura del Mezzogiorno. Anzi, al contrario, dalle aperture di Michele D'Elia (1964; 1982) la raccolta pare essersi lentamente configurata come un irresistibile banco di prova per alcuni dei migliori conoscitori dei fatti artistici pugliesi.

Da Lucio Galante a Mimma Pasculli Ferrara, da Vincenzo Pugliese a Clara Gelao passando per Nuccia Barbone, Francesco Abbate, Riccardo Lattuada e Mauro Vincenzo Fontana, sono state diverse le firme della storiografia meridionale che, negli ultimi tre-quattro decenni, hanno armato il dibattito intorno ad alcuni pezzi della pinacoteca. Composta da una assortita sezione cinque, sei e settecentesca che conteggia oggi quasi un centinaio di dipinti, e impreziosita da un altrettanto variegato corpus di dipinti otto e novecenteschi, la Pinacoteca si configura oggi come uno degli indiscussi punti di forza dell'intero sistema museale pugliese. Un patrimonio straordinario che, come hanno provato gli studi più recenti, è in grado di documentare al meglio lo splendore che ha caratterizzato la vita artistica della regione nei secoli passati.
In prossimità dell'imminente anniversario dell'inaugurazione (1922-2022), e nell'intento di celebrare al meglio il centenario della scomparsa di Ettore Pomarici Santomasi (1854-1917), il Consiglio di Amministrazione dell'Ente ha promosso e sostenuto un nuovo progetto di allestimento degli spazi espositivi, costruito attraverso una preliminare fase di ricerca scientifica che è stata concepita per incontrare al meglio le esigenze dei 'diversi pubblici' che al giorno d'oggi frequentano gli ambienti museali.
Articolato in quattro sale differenti, e immaginato a vantaggio di una fruizione che riuscisse finalmente a coniugare il godimento estetico agli aspetti più propriamente didattici e formativi, il nuovo percorso intende fare della quadreria il principale punto di riferimento per il racconto della gloriosa storia artistica che ha animato Gravina tra il XVI e il XIX secolo.

Le nuove sale saranno inaugurate martedì, 10 dicembre alle ore 19.

Provviste di apparati didattici moderni che, anche attraverso la versione in inglese, riescono finalmente a guidare il visitatore durante la sua articolata esperienza museale, le opere selezionate per l'esposizione sono poco meno di una trentina, e appartengono sia ad artisti che oggi riconosciamo tra primi assi della pittura meridionale sei e settecentesca come Francesco Guarini e Paolo de Matteis, sia a personalità che, sebbene oggi godano di una minore notorietà, scrissero pagine decisive nelle vicende della pittura pugliese di epoca barocca come Andrea Miglionico, Nicola Gliri e Domenico Polino. Capolavoro indiscusso della collezione, e senza dubbio tra i dipinti di maggior rilievo dell'intera Terra di Bari, il San Sebastiano di Ludovico Carracci trova finalmente oggi una collocazione degna del suo statuto artistico.
  • Fondazione Ettore Pomarici Santomasi
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