Associazioni
Il Natale divide i commercianti gravinesi
Confcommercio: "Vendite in calo". Ma Confesercenti: "Dati positivi".
Gravina - venerdì 28 dicembre 2012
11.30
A Natale i gravinesi hanno messo mano al portafoglio e speso in città? E la crisi, a Gravina, esiste o è solo un lusso per pochi?
Hanno scatenato un putiferio le testimonianze di alcuni commercianti, raccolte da Gravinalife, secondo le quali, almeno nel periodo natalizio, i consumatori non avrebbero tirato il freno dei consumi. Infischiandosene del vento gelido dell'austerità e gonfiando i fatturati degli esercenti.
In molti, dal mondo del commercio, hanno storto il naso, contestando indirettamente le dichiarazioni dei colleghi: "Non è andata affatto bene come si racconta". Altri hanno puntato il dito contro "un'opera di disinformazione palese e superficiale". Non ci stanno, insomma, i commercianti locali a passare per gente fortunata e messa in salvo dagli incassi natalizi: "La crisi c'era e c'è, terribile e inarrestabile, anche per noi", è il sunto del loro pensiero urlato nei telefoni e nelle mail.
Però, non tutti la pensano così. Anche tra gli stessi commercianti e tra chi li rappresenta. La Confesercenti, ad esempio, dipinge un quadro senza tinte fosche. "Non abbiamo ancora i risultati per dire come sia andato lo shopping natalizio, ma da alcuni elementi ci risulta che, in confronto alle previsioni, il dato è positivo". Non mancano le spiegazioni: "Noi crediamo che, se il dato sarà confermato in positivo, ciò dovrà essere ricondotto alle tante iniziative messe in atto di concerto con l'amministrazione comunale: "Io compro a Gravina", il concorso vetrine, le tante iniziative svolte dai commercianti nelle varie vie e corsi che hanno fatto sì che molti concittadini non si trasferissero nelle città limitrofe a fare shopping; e poi i mercatini che comunque hanno creato un'attrazione unitamente alle mostre ed agli spettacoli". E perchè sia chiara la soddisfazione lasciata in dono da Babbo Natale: "Certamente tutto va migliorato, ma riteniamo che queste idee hanno dato al cittadino-consumatore la certezza che qualcosa è cambiato anche nei loro confronti: coccolandoli con alcune feste a tema, con un approccio diverso, con migliore scontistica, cortesia. Noi di Confesercenti è da tempo che facciamo scuola con le varie iniziative per rilanciare il commercio nella nostra città e oggi siamo soddisfatti che oltre 200 commercianti si siano messi insieme per fare questo. L'importante è che adesso non si disperda il tutto e che questo ci faccia riflettere su come si può combattere la crisi".
Già, la crisi. Quella che invece, secondo il presidente della Confcommercio, Michele Capone, non è mai venuta meno ed è sempre lì, in tutta la sua durezza, anche nei negozi e nelle botteghe. "Per noi - afferma Capone - l'elemento di valutazione e' il fatturato, non la quantità di persone presenti nel negozio o la quantità di pezzi venduti. Dai dati in nostro possesso le riduzioni di fatturato, a secondo della categoria, vanno dal 15% al 50%, dati in linea con città povere di sviluppo come la nostra. Solo qualcuno ha fatto meglio dello scorso anno, ma non dichiara di quanto".
E così, alla fine, l'interrogativo resta senza risposta: la crisi, a Gravina, esiste o è un lusso per pochi?
Hanno scatenato un putiferio le testimonianze di alcuni commercianti, raccolte da Gravinalife, secondo le quali, almeno nel periodo natalizio, i consumatori non avrebbero tirato il freno dei consumi. Infischiandosene del vento gelido dell'austerità e gonfiando i fatturati degli esercenti.
In molti, dal mondo del commercio, hanno storto il naso, contestando indirettamente le dichiarazioni dei colleghi: "Non è andata affatto bene come si racconta". Altri hanno puntato il dito contro "un'opera di disinformazione palese e superficiale". Non ci stanno, insomma, i commercianti locali a passare per gente fortunata e messa in salvo dagli incassi natalizi: "La crisi c'era e c'è, terribile e inarrestabile, anche per noi", è il sunto del loro pensiero urlato nei telefoni e nelle mail.
Però, non tutti la pensano così. Anche tra gli stessi commercianti e tra chi li rappresenta. La Confesercenti, ad esempio, dipinge un quadro senza tinte fosche. "Non abbiamo ancora i risultati per dire come sia andato lo shopping natalizio, ma da alcuni elementi ci risulta che, in confronto alle previsioni, il dato è positivo". Non mancano le spiegazioni: "Noi crediamo che, se il dato sarà confermato in positivo, ciò dovrà essere ricondotto alle tante iniziative messe in atto di concerto con l'amministrazione comunale: "Io compro a Gravina", il concorso vetrine, le tante iniziative svolte dai commercianti nelle varie vie e corsi che hanno fatto sì che molti concittadini non si trasferissero nelle città limitrofe a fare shopping; e poi i mercatini che comunque hanno creato un'attrazione unitamente alle mostre ed agli spettacoli". E perchè sia chiara la soddisfazione lasciata in dono da Babbo Natale: "Certamente tutto va migliorato, ma riteniamo che queste idee hanno dato al cittadino-consumatore la certezza che qualcosa è cambiato anche nei loro confronti: coccolandoli con alcune feste a tema, con un approccio diverso, con migliore scontistica, cortesia. Noi di Confesercenti è da tempo che facciamo scuola con le varie iniziative per rilanciare il commercio nella nostra città e oggi siamo soddisfatti che oltre 200 commercianti si siano messi insieme per fare questo. L'importante è che adesso non si disperda il tutto e che questo ci faccia riflettere su come si può combattere la crisi".
Già, la crisi. Quella che invece, secondo il presidente della Confcommercio, Michele Capone, non è mai venuta meno ed è sempre lì, in tutta la sua durezza, anche nei negozi e nelle botteghe. "Per noi - afferma Capone - l'elemento di valutazione e' il fatturato, non la quantità di persone presenti nel negozio o la quantità di pezzi venduti. Dai dati in nostro possesso le riduzioni di fatturato, a secondo della categoria, vanno dal 15% al 50%, dati in linea con città povere di sviluppo come la nostra. Solo qualcuno ha fatto meglio dello scorso anno, ma non dichiara di quanto".
E così, alla fine, l'interrogativo resta senza risposta: la crisi, a Gravina, esiste o è un lusso per pochi?