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Territorio

Diga Saglioccia, l'eterna incompiuta tra Gravina e Altamura

Nuova interrogazione di Gianni Stea

Un progetto risalente al lontanissimo 1973, che avrebbe dovuto idealmente completare il sistema delle dighe destinate a soddisfare i bisogni idrici di Puglia e Basilicata, e costituire un sistema secondario di irrigazione per l'agricoltura, attraverso la possibilità di servire 3-4mila ettari di coltivazioni e permettendo così la trasformazione delle colture, col passaggio auspicato dalla monocultura del grano alle coltivazioni degli ortaggi, ritenute all'epoca più redditizie e in grado di creare maggiori posti di lavoro.

I lavori avviati nel giugno 1977 (importo stimato pari a 1,7 miliardi di lire, a cui il Ministero dell'Agricoltura poi aggiunse 4,5 miliardi tramite la Cassa per il Mezzogiorno), e al 31 dicembre 2014 eseguiti per il 56,32 per cento, con una spesa sostenuta lievitata a 30 milioni 290.197 euro; e con ulteriori 15 milioni di euro necessari per il completamento dell'opera, secondo quanto espressamente indicato dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti. E' la diga Saglioccia, bacino artificiale creato in Contrada Tempa Bianca, tra Altamura e Gravina, grazie a uno sbarramento alto 22,5 metri, dalla capacità d'invaso di un milione e 800 mila di metri cubi, mai entrata in funzione ma che tuttavia costa alla collettività, attraverso l'appaltante Consorzio Terre d'Apulia, 200 mila euro all'anno in custodia, vigilanza, energia elettrica,telefono, manutenzione.

"Un'opera paradigmatica delle tante cattedrali nel deserto e di una visione miope e distorta delle opere pubbliche nel nostro Paese, sul cui presente e sul cui futuro va fatta finalmente chiarezza, dato lo stato d'abbandono e per rispetto dei tanti milioni di euro spesi (risorse pubbliche) e dei tanti impegni disattesi per decenni" sostiene Gianni Stea, primo firmatario – insieme ai suoi colleghi del Movimento Schittulli-Area Popolare Giannicola De Leonardis, Luigi Manca e Luigi Morgante- di un'interrogazione urgente indirizzata al Presidente della Giunta Michele Emiliano e all'Assessore all'Agricoltura Leonardo Di Gioia, per uscire dallo stallo e avere lumi sulla volontà della nuova amministrazione in merito. "La diga Saglioccia è diventata un simbolo negativo non solo per il territorio ma per l'intera regione, e dopo ben 38 anni è arrivato il momento di uscire al limbo e da un'assordante silenzio che sa tanto di assenso a una serie infinita di errori, ritardi, mancanze, sprechi, che va invece spezzata con fermezza, coraggio e determinazione" conclude Stea.
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