
Turismo
Turismo, bilancio in chiaroscuro per Gravina
La Puglia cresce, la città del Grano e del Vino arranca
Gravina - mercoledì 7 dicembre 2022
Decisamente in controtendenza il comune di Gravina rispetto ai dati sul turismo resi noti dall'assessore Lopane e raccolti sul portale di Puglia promozione. Se la Regione con le sue località turistiche più richieste ha fatto un boom di presenze ed è andata oltre le più rosee aspettative, raggiungendo i risultati attesi per il 2025, la città del ponte di James Bond non è stata all'altezza delle aspettative nonostante il trend di Matera, città dei Sassi e capitale della Cultura non si sia ancora sopito dopo il 2019.
Cosa non ha funzionato? Questo non è facile da dire, certo è che qualcosa bisognerà fare per riuscire a rimettersi in careggiata per una città che ambisce a fare del ramo turistico uno dei settori trainanti per l'economia locale.
A livello regionale la Puglia è riuscita a ritornare ai numeri del pre-pandemia, con oltre 15 milioni di presenze, che segnano un superamento anche dei dati prima del 2020. Un vero record se si considera che nei primi mesi dell'anno c'erano ancora in atto restrizioni dovute al Covid che non hanno agevolato sicuramente l'arrivo di visitatori e turisti, a cui si sono aggiunti i venti di guerra e la crisi energetica e economica.
Numeri e dati in cui la città di Gravina non contribuisce per quanto potrebbe. Secondo il report regionale nel 2021 in città c'erano 53 strutture ricettive (5 alberghi e 48 tra B&B e case vacanze) per un totale di offerta complessiva di 761 posti letto, 202 negli alberghi e 559 nelle altre strutture di accoglienza.
Le presenze nella città del Grano e del Vino sono state invece 7.583, delle quali 6.739 sono le presenze italiane e 844 gli stranieri: un dato inquietante se si pensa che la vicina Altamura, nello stesso periodo, ha totalizzato un numero di presenze pari 29.539 visitatori e che persino Santeramo ne ha avute 8.458.
Qualcosa nel marketing territoriale e nella promozione della proposta turistica andrebbe quindi rivisto. Ragioni che hanno spinto l'amministrazione comunale ha mettersi a lavoro, contattando gli operatori del settore. Un appello che però, al momento, non ha sortito gli effetti sperati, non riuscendo a raggiungere quella necessaria unità di intenti che potrebbe assicurare un futuro più florido per un settore che – è convinzione di molti- potrebbe diventare trascinante per l'economia locale.
Cosa non ha funzionato? Questo non è facile da dire, certo è che qualcosa bisognerà fare per riuscire a rimettersi in careggiata per una città che ambisce a fare del ramo turistico uno dei settori trainanti per l'economia locale.
A livello regionale la Puglia è riuscita a ritornare ai numeri del pre-pandemia, con oltre 15 milioni di presenze, che segnano un superamento anche dei dati prima del 2020. Un vero record se si considera che nei primi mesi dell'anno c'erano ancora in atto restrizioni dovute al Covid che non hanno agevolato sicuramente l'arrivo di visitatori e turisti, a cui si sono aggiunti i venti di guerra e la crisi energetica e economica.
Numeri e dati in cui la città di Gravina non contribuisce per quanto potrebbe. Secondo il report regionale nel 2021 in città c'erano 53 strutture ricettive (5 alberghi e 48 tra B&B e case vacanze) per un totale di offerta complessiva di 761 posti letto, 202 negli alberghi e 559 nelle altre strutture di accoglienza.
Le presenze nella città del Grano e del Vino sono state invece 7.583, delle quali 6.739 sono le presenze italiane e 844 gli stranieri: un dato inquietante se si pensa che la vicina Altamura, nello stesso periodo, ha totalizzato un numero di presenze pari 29.539 visitatori e che persino Santeramo ne ha avute 8.458.
Qualcosa nel marketing territoriale e nella promozione della proposta turistica andrebbe quindi rivisto. Ragioni che hanno spinto l'amministrazione comunale ha mettersi a lavoro, contattando gli operatori del settore. Un appello che però, al momento, non ha sortito gli effetti sperati, non riuscendo a raggiungere quella necessaria unità di intenti che potrebbe assicurare un futuro più florido per un settore che – è convinzione di molti- potrebbe diventare trascinante per l'economia locale.