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Piano sociale di zona: l'Asl si tira fuori

"Abbiamo ottemperato ai compiti istituzionali nei tempi strettamente necessari". E i sindaci se la prendono con i giornalisti...

Sta a vedere che non è nemmeno colpa della Asl e che la responsabilità è dei giornalisti.

Tre anni di ritardo, un ufficio del Piano sociale di zona commissariato, un incidente politico istituzionale tra tutti i comuni dell'ambito e impiegati che minaccino di denunciare dirigenti e sindaci. Tutto questo era sino a poche settimane fa il progetto per l'assistenza indiretta personalizzata (AIP), finanziato dalla Regione Puglia, rivolto alle persone non autosufficienti. Un bel trambusto che in una nota ufficiale sottoscritta da tutti i sindaci appartenenti al Piano sociale di zona è stato però derubricato "a strumentale contestazione mediatica". Sebbene nei giorni scorsi, ad esempio, l'assessore gravinese alle politiche sociali Felice Lafabiana fosse ufficialmente sceso in campo per difendere i dipendenti del Comune di Gravina (che dal canto loro avevano minacciato azioni legali) dalle dichiarazioni del sindaco di Altamura, giungendo a chiedere copia degli atti. "Da una attenta analisi delle varie spiegazioni fornite da tutti gli Enti interessati alla formulazione delle graduatorie AIP – si legge infatti nella nota che reca le sottoscrizioni dei primi cittadini di Altamura, Gravina, Santeramo e Poggiorsini - è emerso a chiare lettere che il ritardo nella stesura delle stesse è dipeso unicamente dalla necessità di rispettare le varie procedure. Procedure fatte e composte da vari step, l'uno legato all'altro, senza possibilità di frazionamento alcuno. Tanto al solo fine dì chiarire la posizione di ciascun Ente direttamente o indirettamente coinvolto nella strumentale contestazione mediatica avvenuta nei confronti dell'Ufficio di Piano e quindi dell'Ambito Territoriale numero 1, inopportunamente commissariato, seppur a fronte di un provvedimento poi dichiarato inefficace".

La nota si conclude con il ringraziamento agli "uffici che si sono prodigati per il completamento delle procedure", che in realtà suona come risposta, quasi un buffetto sulla guancia, agli uffici della Asl tirati in ballo poche settimane fa direttamente dal sindaco Stacca. La cui iniziativa, manco a dirlo, non è piaciuta ai dirigenti Asl, che il 22 febbraio hanno inviato una comunicazione ufficiale a tutti i sindaci delle città coinvolte per chiarire che "le valutazioni effettuate dalla unità di valutazione multidimensionale (uvm) sono state concluse entro il 30 giugno 2012. Solo tre casi non sono stati valutati entro tale data in quanto riguardanti utenti risultati residenti fuori sede e pertanto non rientranti nelle competenze di questo uvm distrettuale". Dalla direzione sanitaria, infine, precisano a più riprese "che questa direzione ha ottemperato ai propri compiti istituzionali nei tempi strettamente necessari per una doverosa e corretta gestione dei processi valutativi".

Tutto è bene quel che finisce bene? Si, perché si è trattato solo di "una strumentale contestazione mediatica". Ci hanno messo tre anni per stilare una graduatoria, ma la colpa è dei giornalisti.
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