intervento omocromico fidapa
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Intervento Omocromico: quando il paesaggio murgiano si fece arte

L’opera di Grazia Terribile ricordata 30 anni dopo alla Fondazione

E' il lontano 1983 quando nelle campagne murgiane, 50 artisti provenienti da tutto il mondo realizzano una mostra a cielo aperto, nel nome della land art, dell'arting nature e secondo il sogno utopico di Grazia Terribile.

Oggi, a distanza, di 30 anni, si riparla del suo Intervento Omocromico, nell'ambito una iniziativa promossa dall'Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione e ospitato dalla Fondazione Pomarici Santomasi. Mercoledì, nel quarto appuntamento della settimana dedicata all'evento, organizzato da Alba Nardone con la sezione gravinese della Fidapa (rappresentata dalle responsabili Filomena d'Ecclesiis, Tiziana Tucci e Amalia Mariano) e intitolato "L'Arte tra i solchi della nostra Murgia. Storia di terra, pietre, colori, acqua e vento", un parterre tutto al femminile ha riannodato i fili di un movimento artistico basato sulle energie e le potenzialità del territorio, una scommessa sperimentale basata sul rapporto uomo-natura e la magia degli elementi.

"Grazia Terribile non voleva lasciare tracce del suo lavoro – racconta Giusy Petruzzelli, docente di storia dell'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Bari – e un provvidenziale temporale al termine della mostra distrusse le opere". Una tendenza profondamente etica quella alla base della sua arte minimale, concepita come una pittura senza materiali artificiali e progetti precostituiti, profondamente rispettosa verso la natura e fondata sul riciclo. "Omocromico in questo senso sta per rapporto tra uomo e colore, inteso come pigmento naturale", ha concluso la docente auspicando che il lavoro della Terribile sia oggetto di tesi di laurea.

"La sua fu una lezione sovversiva, essendo lei figlia e moglie di agrari – è la testimonianza di Laura Marchetti, antropologa e assessore comunale alla cultura – non nel senso della lotta di classe ma di un nuovo modo di vivere la terra, la materia prima insieme a quegli elementi, l'acqua e la pietra che fanno parte del nostro paesaggio rupestre".
"Una sperimentazione ardita in una zona periferica ma allora culturalmente viva – è il ricordo di Silvia Godelli, assessore regionale – e dopo 30 anni la memoria non è solo un omaggio al coraggio di Grazia, ma deve rappresentare un seme di speranza per questa terra".

Un auspicio di rinascita culturale fatto proprio da Alba Nardone, figlia dell'artista: "Intervento Omocromico fortunatamente è stato documentato ed è ammirabile in un catalogo, non perché possa essercene un altro, ma affinché sia di esempio alle generazioni future per poter tornare ad esprimersi attraverso l'arte".
20 fotoL’Arte tra i solchi della nostra Murgia
L’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra MurgiaL’Arte tra i solchi della nostra Murgia
  • Fondazione Ettore Pomarici Santomasi
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