Ragazzini sorpresi sul parapetto del Ponte Acquedotto

Tra la vita e la morte, si gioca a fare i "grandi"

giovedì 15 giugno 2017 8.49
In bilico, a cavalcioni sul parapetto del Ponte Acquedotto. Un piede dentro, al sicuro, e un piede fuori, nel vuoto, nell'incertezza. E per che cosa? Una dimostrazione di coraggio, di equilibrio? Vale forse una vita nel fior della sua giovinezza, la senzazione di sentirsi grandi e superiori agli altri per aver messo a rischio irresponsabilmente la propria incolumità ed esserne usciti fortunatamente salvi? Di spiacevoli episodi a Gravina, diversi se ne sono susseguiti e tante sono state le lacrime già versate per giovani che purtroppo sono stati sventurati, di cui oggi non resta che il ricordo del loro sorriso. Perché porre i presupposti per scrivere ulteriori pagine di cronaca nera?

Queste fotografie sono state postate sui social nel pomeriggio di martedì 13 giugno, e poi condivise dalla pagina Facebook "Vola Protezione Civile Gravina" con tanto di appello a tutti i cittadini gravinesi: "se qualcuno riconosce questi ragazzi e soprattutto se conoscete i loro genitori, mettiamoli al corrente di ciò che i loro figli fanno! Ricordiamo a tutti che la vita é importante e unica!".
In risposta a quanti hanno commentato il post interrogandosi sulla effettiva attivazione della videosorveglianza in zona Madonna della Stella, rassicura il Comandante della Polizia Municipale Nicola Cicolecchia: "dopo aver effettuato le dovute verifiche, grazie i video siamo riusciti a risalire all'identità dei ragazzini. Così abbiamo anche provveduto ad avvisare i genitori dell'accaduto augurandoci che non accada più".

Sui social intanto il dibattito è animato.

C'è chi ritiene sia importante il sistema di videosorveglianza ai fini di controllo, sicurezza e tutela anche del decoro urbano, ma ancor prima di questo, si dà maggior peso all'educazione impartita ai giovani d'oggi dai genitori, come Milena che commenta: "perché ciascun genitore non sorveglia e vigila sui propri figli? Perché delegare sempre agli altri (o alla videosorveglianza) la maleducazione dei propri figli? Perché non educarli alla civiltà?". I figli vanno seguiti, accompagnati alla conoscenza della vita e dei pericoli, perché è inconcepibile che un ragazzino, per pura "noia", si esponga ad un così grave pericolo, come sostiene invece Aurelia: "La cosa che mi fa più paura è che per la "noia" questi ragazzi possano essere in grado di fare qualsiasi cosa e mi preoccupa il fatto che il senso del pericolo, a quell'età, dovrebbe essere ben sviluppato. La gravità di queste foto sta nel fatto che in questo paese l'inciviltà regna sovrana".
Di tutt'altro avviso sono invece Isa e Micaela, che giustificano i ragazzini con un "anche noi da ragazzini lo abbiamo fatto e abbiamo fatto anche di peggio".

Ai posteri l'ardua sentenza.