Barriere Architettoniche: il CABA torna all'attacco

"Non vogliamo più sentir parlare di tempi lunghi per l'abbattimento"

giovedì 16 aprile 2015 12.50
A cura di Giovanna Lorusso
Non si fa attendere la risposta del C.A.B.A. Gravina all'ormai palese conferma che anche per le prossime elezioni regionali, nessun cittadino con disabilità motoria potrà autonomamente raggiungere l'ufficio anagrafe comunale o i seggi della scuola "San Giovanni Bosco".

Non dorme certo sugli allori dello scivolo della cattedrale appena inaugurato il Comitato per l'Abolizione delle Barriere Architettoniche, stanco ormai degli innumerevoli rimandi. I tempi di attesa si allungano inesorabilmente vedendo svanire le mille promesse degli ultimi tempi.
Pungenti le puntualizzazioni del C.A.B.A. che in una nota ribadisce la totale inutilità di nominare un consigliere - in questo caso Giovanni Carbone - referente delle problematiche che riguardano le barriere architettoniche in città: "Sarebbe più giusto interpellare le associazioni del settore".

Per quanto riguarda l'ufficio anagrafe, come ricorda il comitato, sono ben due i progetti realizzati da due professionisti locali e protocollati in comune, ad uso completamente gratuito: uno prevede uno scivolo di muratura, l'altro uno scivolo in acciaio. Da bocciare in partenza, secondo il C.A.B.A., l'ipotesi di installare un servo-scala, che oltre a prevedere costi di manutenzione risolverebbe solo in parte il problema e sarebbe poco funzionale per le mamme con passeggini.
Svanito nel nulla anche l'impegno preso da Palazzo di città per eliminare "una barriera al mese", un patto sottoscritto dal C.A.B.A. e dall'associazione cittadina Bosco-città a novembre 2012, e stroncato un anno dopo dalla stessa Bosco-città per totale inadempimento degli accordi.

Le barriere intanto restano tutte in piedi, più solide che mai. "A ragione, forse, ci sentiamo ancora una volta cittadini di serie B", commentano ancora dal comitato, "i nostri problemi non si possono risolvere in breve tempo, anche quando ci sono le leggi a nostro favore. E' così difficile tenerle in considerazione ed applicarle? Perché ci volete costringere a stare chiusi in casa? Noi vogliamo uscire, vogliamo avere la nostra autonomia, vogliamo poter vivere all'interno di questa società perché, come dice il nostro motto, anche noi liberi di muoverci".