Aliquota Imu, Forza Italia e Lega attaccano l’amministrazione
Comunicato congiunto dei due partiti politici
venerdì 19 dicembre 2025
10.23
Forza Italia e Lega Salvini Premier Gravina in Puglia contestano con fermezza il modo con cui l'Amministrazione comunale ha assunto la decisione in merito alla riduzione delle aliquote IMU per l'anno 2025, relativa alle categorie catastali A/10, C/1, C/2 e C/3, estesa all'intero territorio comunale.
È opportuno precisare che non siamo contrari alla riduzione delle aliquote IMU; siamo però fermamente contrari alla menzogna politica costruita attorno a questa vicenda, ossia quella secondo cui la riduzione sarebbe stata il frutto di una scelta consapevole, ponderata e responsabile. Nulla di più falso. La realtà è ben diversa da quanto asserito nelle dichiarazioni rese a mezzo video dall'Assessore al Bilancio; ci troviamo di fronte a una decisione arbitraria e improvvisata, adottata esclusivamente per mettere una toppa a una gestione finanziaria confusa e priva di programmazione. Se la scelta fosse stata davvero consapevole, come l'Assessore e una Giunta silente tentano goffamente di far credere, essa sarebbe stata portata nelle sedi competenti nel rispetto delle regole e delle prerogative istituzionali. Ed è bene ribadirlo con chiarezza: né l'Assessore al Bilancio né la Giunta comunale hanno il potere di assumere autonomamente una simile decisione.
La determinazione delle aliquote IMU spetta esclusivamente al Consiglio comunale, unico organo legittimato a compiere scelte fiscali strutturali che incidono sugli equilibri di bilancio dell'Ente. Tutto il resto costituisce una forzatura istituzionale, se non una vera e propria violazione delle regole. La gestione finanziaria degli enti locali è rigidamente disciplinata dal decreto legislativo n.267 del 2000 e ne consegue che ogni riduzione strutturale del gettito tributario, se non accompagnata da atti contabili coerenti e da puntuali coperture finanziarie, produce un concreto danno alle casse comunali e compromette gli equilibri di bilancio presenti e futuri.
L'Assessore non decide, non indirizza e non si sostituisce all'organo elettivo; il suo compito è applicare le decisioni del Consiglio, non costruire alibi politici per coprire scelte sbagliate.
Ed è proprio per questo che sorgono interrogativi politici e istituzionali che non possono più rimanere senza risposta. Dove erano gli altri componenti della Giunta comunale nel momento in cui l'Assessore al Bilancio rendeva pubbliche dichiarazioni che travalicavano apertamente le sue competenze, attribuendo alla Giunta poteri che la legge riserva al Consiglio comunale? Tali dichiarazioni sono state condivise, avallate o semplicemente tollerate?
Se è vero, come è stato affermato, che l'origine della vicenda sarebbe riconducibile a un errore imputabile alla società esterna, per quale ragione non si è provveduto ad accertare immediatamente le responsabilità e ad attivare le conseguenti azioni nei confronti di chi ha sbagliato, evitando di scaricare sul bilancio comunale e sui cittadini gli effe di tale errore?
Dov'era il Consiglio comunale nel momento in cui l'Assessore al Bilancio, con le sue dichiarazioni, ha di fatto scavalcato l'organo elettivo, sostituendosi ad esso nelle scelte di indirizzo fiscale? Perchè il Consiglio comunale non si è sentito leso nella propria dignità istituzionale e nelle proprie prerogative di fronte a un simile sconfinamento di competenze?
E infine, perché i consiglieri comunali, e in particolare quelli di opposizione, non hanno ritenuto di chiedere le immediate dimissioni dell'Assessore al Bilancio, considerata la gravità delle dichiarazioni rese, l'evidente violazione dei ruoli istituzionali e il potenziale danno arrecato?
Amministrare un Comune non significa fare propaganda, ma rispettare le regole, tutelare i cittadini e rispondere delle proprie scelte. E chi ha sbagliato dovrà risponderne, non solo politicamente, ma anche davanti alla legge e agli organi di controllo.
i Segretari cittadini
Antonio Surico
Lorenzo Carbone
È opportuno precisare che non siamo contrari alla riduzione delle aliquote IMU; siamo però fermamente contrari alla menzogna politica costruita attorno a questa vicenda, ossia quella secondo cui la riduzione sarebbe stata il frutto di una scelta consapevole, ponderata e responsabile. Nulla di più falso. La realtà è ben diversa da quanto asserito nelle dichiarazioni rese a mezzo video dall'Assessore al Bilancio; ci troviamo di fronte a una decisione arbitraria e improvvisata, adottata esclusivamente per mettere una toppa a una gestione finanziaria confusa e priva di programmazione. Se la scelta fosse stata davvero consapevole, come l'Assessore e una Giunta silente tentano goffamente di far credere, essa sarebbe stata portata nelle sedi competenti nel rispetto delle regole e delle prerogative istituzionali. Ed è bene ribadirlo con chiarezza: né l'Assessore al Bilancio né la Giunta comunale hanno il potere di assumere autonomamente una simile decisione.
La determinazione delle aliquote IMU spetta esclusivamente al Consiglio comunale, unico organo legittimato a compiere scelte fiscali strutturali che incidono sugli equilibri di bilancio dell'Ente. Tutto il resto costituisce una forzatura istituzionale, se non una vera e propria violazione delle regole. La gestione finanziaria degli enti locali è rigidamente disciplinata dal decreto legislativo n.267 del 2000 e ne consegue che ogni riduzione strutturale del gettito tributario, se non accompagnata da atti contabili coerenti e da puntuali coperture finanziarie, produce un concreto danno alle casse comunali e compromette gli equilibri di bilancio presenti e futuri.
L'Assessore non decide, non indirizza e non si sostituisce all'organo elettivo; il suo compito è applicare le decisioni del Consiglio, non costruire alibi politici per coprire scelte sbagliate.
Ed è proprio per questo che sorgono interrogativi politici e istituzionali che non possono più rimanere senza risposta. Dove erano gli altri componenti della Giunta comunale nel momento in cui l'Assessore al Bilancio rendeva pubbliche dichiarazioni che travalicavano apertamente le sue competenze, attribuendo alla Giunta poteri che la legge riserva al Consiglio comunale? Tali dichiarazioni sono state condivise, avallate o semplicemente tollerate?
Se è vero, come è stato affermato, che l'origine della vicenda sarebbe riconducibile a un errore imputabile alla società esterna, per quale ragione non si è provveduto ad accertare immediatamente le responsabilità e ad attivare le conseguenti azioni nei confronti di chi ha sbagliato, evitando di scaricare sul bilancio comunale e sui cittadini gli effe di tale errore?
Dov'era il Consiglio comunale nel momento in cui l'Assessore al Bilancio, con le sue dichiarazioni, ha di fatto scavalcato l'organo elettivo, sostituendosi ad esso nelle scelte di indirizzo fiscale? Perchè il Consiglio comunale non si è sentito leso nella propria dignità istituzionale e nelle proprie prerogative di fronte a un simile sconfinamento di competenze?
E infine, perché i consiglieri comunali, e in particolare quelli di opposizione, non hanno ritenuto di chiedere le immediate dimissioni dell'Assessore al Bilancio, considerata la gravità delle dichiarazioni rese, l'evidente violazione dei ruoli istituzionali e il potenziale danno arrecato?
Amministrare un Comune non significa fare propaganda, ma rispettare le regole, tutelare i cittadini e rispondere delle proprie scelte. E chi ha sbagliato dovrà risponderne, non solo politicamente, ma anche davanti alla legge e agli organi di controllo.
i Segretari cittadini
Antonio Surico
Lorenzo Carbone