croci sulle porte della città
croci sulle porte della città
Passeggiando con la storia

Le croci di legno affisse sulle principali “Porte” della città antica

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

A molti gravinesi, soprattutto giovani, è stato dato di chiedersi cosa fossero e che significato avessero alcune croci di legno attaccate, affisse sui muri di alcuni angoli della città antica o del centro storico. Naturalmente, non sapendo, ognuno si lasciava o si è lasciato andare a supposizioni, a racconti di fantasia o a tradizioni tramandate in maniera non veritiera, non corrette, non rispondenti al vero. Anche a me, più volte, è stato chiesto di dare spiegazioni su quelle presenze. In verità, per essere vissuto, da sempre o almeno fino al matrimonio, in una casa posta al di sopra dell'arco di Sant'Agostino, ricordavo il rito con il vescovo diocesano, i componenti il Capitolo cattedrale, una persona con la scala, le preghiere, il rumore del martello, ma non ricordavo a quale evento particolare si riferisse.

Studiando, leggendo, rileggendo, ricercando fonti storiche attendibili, attraverso documenti e pubblicazioni sulla storia della nostra città, in virtù di quella passione scoperta, sia pure tardivamente, di conoscere per meglio apprezzare, difendere e tutelare la nostra storia, ho trovato notizie, conferme interessanti, informazioni utili per rispondere a me stesso; per ridare più lucentezza ai miei ricordi; per poter rispondere, con cognizione di causa, alle domande che mi sarebbero state poste nuovamente dai tanti amici, conoscenti o, comunque, da buoni curiosi di apprendere qualche capitolo di storia locale.

Due testi sono stati fondamentali in questa ricerca. I primo l'ultima fatica di Franco Amodio: Mondo era, mondo è e mondo sarà. Memorie collettive in un paese del Sud. Il Grillo editore, Dicembre 2018. Nel capitolo religione e magia, lo studioso riporta i riferimenti all'argomento in oggetto. Leggiamoli insieme. "Per renderci conto della qualità della vita in passato, prendiamo in esame il periodo 1720 – 1723, relativamente vicino ai nostri tempi Il 10 agosto 1720, avuta notizia dell'approssimarsi ancora una volta della peste, il vescovo Lucino ordina, dopo una confessione e comunione generale, di digiunare per poi partecipare a una solenne processione che, partita dalla cattedrale, si sarebbe recata prima nella chiesa di San Michele e poi in quella di San Rocco, ritenuto protettore dalle pestilenze, che era ubicata nell'atrio del convento di San Francesco.

Il 1721 non sembra presentare particolari criticità. Sono indette le consuete processioni capitolari delle rogazioni che si tenevano, nella mattinata dei tre giorni precedenti la festività dell'Ascensione, per impetrare un buon raccolto". E qui comincia a svelarsi l'arcano, il dubbio che cercavamo di risolvere o da cui siamo partiti all'inizio. "Ogni giorno, continua il racconto, la processione giungeva ad una delle tre porte principali per benedire i campi. Durante le processioni si provvedeva anche ad affiggere alle porte piccole croci lignee a protezione della città. Andate distrutte nei lavori di ristrutturazione quelle di porta dell'Aquila, resistono alle intemperie ed alla incuria le crocette di porta San Michele e porta Sant'Agostino.

La partecipazione popolare alle processioni delle rogazioni andò scemando nel tempo. Negli anni Cinquanta del secolo scorso il vescovo Forzoni ne anticipò l'ora alle sei del mattino, ottenendo, solo per qualche tempo, un certo successo. Sul finire degli anni Sessanta, vescovo Vairo, un voto capitolare ne decretò la soppressione". Ecco, giusto per stare ai ricordi personali, le processioni presiedute da mons.Vairo erano quelle che non avevo dimenticato.

Relativamente al secondo testo, è lo stesso Amodio, che in una nota, mi ci rimanda e che riprendo, non solo per confermare quanto già esposto, ma per completare l'analisi storica di un evento legato alle tradizioni religiose, di fede pura, di quel mondo contadino di cui è intrisa la storia della nostra terra e che, purtroppo, si sono perse. Il secondo documento è l'opuscolo storico-ricostruttivo-divulgativo scritto da Giuseppe Schinco, in occasione di una delle edizioni della tradizionale festa del SS. Crocifisso, che si svolge, annualmente, o l'ultima domenica di maggio o in quella successiva di giugno : Il culto del SS. Crocifisso a Gravina in Puglia, maggio 2018.

"Anche in occasione delle Rogazioni Minori la tradizione locale, a tutela della città, richiedeva l'apposizione di piccole croci in legno in prossimità delle tre porte principali. Di buon ora, alle sei del mattino, per i tre giorni che precedevano l'Ascensione, dopo le preghiere di rito nella Basilica Cattedrale in processione l'officiante seguito da numerosissimi contadini si recava nei pressi di ciascuna delle porte principali, Sant'Agostino, San Michele e porta dell'Aquila per apporvi una piccola croce. Caratterizzava la processione la presenza di un uomo con la scala martello e chiodi addetto alla operazione".
  • Giuseppe Massari
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