Passeggiando con la storia
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Perché Papa Benedetto XIII è presente in opere artistiche presso l’Abbazia di Montecassino?

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Per chi, come turista o come pellegrino gli dovesse capitare di affacciarsi all'Abbazia di Montecassino, non vorrei che si trovasse impreparato o impacciato dinanzi ad alcune opere scultoree e pittoriche che raffigurano il papa gravinese. Certo, in loco ci sono le guide, gli ausili visivi e cartacei, gli stessi monaci, però è sempre bene e meglio andare preparati, convinti, tra l'altro, di essere interessati e motivati.

Partiamo dal maestoso ed imponente chiostro. Presso il chiostro, chiamato dei benefattori, vi sono 6 statue di papi, tra le quali anche il nostro Benedetto XIII, realizzata nella prima metà del 1700 da Paolo Campi. Perché questa presenza statuaria e non solo nel massimo luogo del monachesimo mondiale? Perché il 19 maggio 1727, Papa Benedetto XIII di ritorno da Benevento, nel corso della sua prima visita da papa nella città sede della Diocesi che detenne anche nel corso del suo ministero petrino; l'altra visita si svolse il 1729, un anno prima della sua morte, si fermò, soggiorno e consacrò la Basilica, quella poi distrutta dai bombardamenti del 15 febbraio 1944, alla presenza dei seguenti arcivescovi, vescovi e abati.
Vincenzo Antonio Alemanni, Arcivescovo di Seleucia e Nunzio apostolico in Napoli; Niccolò Maria Tedeschi, Cassinese, Arcivescovo di Apamea; Angelo Maria Querini, Cassinese, Arcivescovo di Corfù; Giuseppe Accoramboni, Arcivescovo di Filippi; Francesco Antonio Fini, Arcivescovo di Damasco; Giovan Battista Gamberucci, Arcivescovo di Amasia; Maffeo Farsetti, Arcivescovo di Ravenna; Francesco Maria Caraffa, Vescovo di Nola; Alfonso Mariconda, Cassinese, Vescovo di Trivento; Luigi Maria Macedonio, Vescovo di Sessa; Domenico Antonio Cerillo, Vescovo di Teano; Placido Pezzanerni, Cistercense, Vescovo di Imeria; Niccolò Saverio Albini, Vescovo di Leuca. Gli abati cassinesi: D. Leando di Porcia, abate di S. Paolo di Roma; Don Massimo Albrizio, abate della SS. Trinità di Cava, tutti intervenuti al sacro rito della Basilica di Montecassino, quella poi distrutta dai bombardamenti del 15 febbraio 1944.

All'interno del monastero, sempre a ricordo dell'evento, vi è un dipinto di Paolo De Matteis, presente alla cerimonia in quel lontano maggio del 1727,che riprende l'immagine della consacrazione del sacro tempio da parte di Benedetto XIII. Il pontefice è raffigurato su di un 'apposita scala, mentre unge le croci sulle pareti del tampio. Un curioso molto particolare. Il modello della scala usato il 1727 fu lo stesso utilizzato, nel 1964, da Paolo VI.

All'interno della Basilica abbaziale, invece,vi sono gli affreschi delle quattro consacrazioni avvenute precedentemente e successivamente a quella orsiniana: 752 Papa Zaccaria consacra la Basilica ricostruita dopo la distruzione ad opera dei Longobardi; 1071 Papa Alessandro II consacra la Basilica desideriana; 1727 Papa Benedetto XIII consacra la Basilica definita Cattedrale nel 1321 da Papa Giovanni XXII; 1964 Papa Paolo VI consacra la Basilica Cattedrale dopo la distruzione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale. Questi ultimi dipinti sono stati eseguiti, nel 2004, dall'artista triestino Sergio Favotto. Circa il quadro relativo a Benedetto XIII, il papa è raffigurato mentre riceve l'Olio Santo e il Fuoco per la Consacrazione dall'Abate Godoleto e dal Decano dei Cardinali in pompa magna.
  • Giuseppe Massari
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