passeggiando con la storia - Palazzo Gramegna
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Passeggiando con la storia

Il Palazzo Gramegna Spada in corso Aldo Moro e il suo progettista

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Oggi ci cimentiamo con la storia di uno dei palazzi più sontuosi della nostra città. Il Palazzo Gramegna - Spada, con affaccio principale su corso Aldo Moro. La scheda di partenza del palazzo, oggetto della nostra rivisitazione storica, è stata attinta dal sito del Ministero dei Beni culturali. "Il palazzo fa parte di quell'insieme di costruzioni che vengono realizzate dalle famiglie nobili di Gravina per far sfoggio della loro ricchezza e del loro prestigio, nel corso del XVII-XVIII sec. I palazzi si allineano lungo via Garibaldi e Corso Aldo Moro, a cui conferiscono una fisionomia particolare, essendo tutti improntati sullo stile neoclassico.

Presentano un entrata imponente, un grande atrio centrale su cui si affacciano al piano terra i magazzini, in comunicazione con il retrostante fabbricato adibito a stalle. Non manca mai una cisterna sotterranea che raccoglie le acque piovane e delle profonde cantine. Troviamo al piano nobile le stanze di soggiorno dove non manca un ampio salone per i ricevimenti e le feste. L'esterno è arricchito da balconate, colonnati e bugnato.

Il palazzo Gramegna-Spada, è formato da due volumi, quello principale con corte interna, accessibile su due lati, Corso Aldo Moro e Via Giardini. Su quest'ultima, si innesta sul fianco dx il secondo volume. Si sviluppa su tre piani fuori terra in blocchi di tufo parzialmente intonacati, con copertura a padiglione". Un'altra fonte consultata è stata la scheda curata da Roberto Chirianni, in: "Nicola Carelli Architetto", pubblicazione curata dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura della Regione Puglia, dall'Amministrazione Comunale di Rutigliano, dal Centro Culturale Distrettuale di Conversano, Giugno 1987, "La grafica", Bari.

"La costruzione del palazzo fu voluta dai fratelli Girolamo e Fedele Gramegna, nella metà dell'Ottocento. La tipologia è piuttosto insolita per un paese come Gravina poiché non esistono edifici di impronta neoclassica, di tali dimensioni, nelle immediate vicinanze all'interno del paese. I fratelli Gramegna interpellarono l'architetto Carellii per il progetto e dai documenti d'archivio risulta la data precisa, la richiesta di costruzione è del 1848, i lavori cominciarono però esattamente un anno dopo. La struttura è quella delle dimore aristocratiche dei paesi della provincia di Bari con il sistema scalone e cortile interno, su cui si affacciano i saloni del piano superiore.
Carelli riesce in questo palazzo a unire la ricerca tipologica interna (particolare attenzione per la distribuzione degli ambienti per uso domestico) ad una elevata raffinatezza per l'impaginato esterno. La facciata è suddivisa da ben otto semicolonne ioniche, negli interspazi vi sono sette finestre balconate, coronate da timpani triangolari. Orizzontalmente, sopra i capitelli ionici, vi è un primo cornicione al di sopra del quale vi sono per ogni interspazio delle decorazioni in pietra".

Siccome sotto il cornicione, al di sopra della finestra centrale, vi è lo stemma delle due famiglie, abbiamo ritenuto opportuno descriverlo, riprendendolo dagli annali dell'Araldica. "Nel primo partito due leoni affrontati e tenenti un fascio di gramigna al naturale, sormontati da tre stelle; nel secondo partito un'aquila di nero col volo abbassato e mirante un sole raggiante; al di sotto due sciabole o spade in croce di S. Andrea con le punte verso il basso". Riprendiamo e ripartiamo dalla descrizione del Chirianni. "Il piano terra è rivestito a mezza altezza da un bugnato liscio, al centro il classico portone in legno sormontato da una ghiera in ferro battuto su cui vi sono le iniziali della famiglia Gramegna. Al primo piano vi sono dei saloni di rappresentanza interessanti decorati con paesaggi, macchiette e ornamenti floreali" . Giuseppe De Ninno, zio del nostro architetto, autore di biografie di personaggi illustri pugliesi e gravinesi, invece, scrive, riferendosi al Carelli, attraverso un suo contributo: "Profilo biografico dell'architetto Nicola Carelli" in: "Antonio Carelli Architetto, op. cit. che, "nel 1844 progettò e diresse ancora il palazzo de' fratelli Gramegna di Gravina".

E' sempre il De Ninno a scrivere: "Dal 1848 fin dopo il 1860 egli diresse non poche opere, e tutte furono lodate per la somma diligenza nell'esecuzione. Ma, ecco in dettaglio tutte le opere progettate a Gravina: "Progetto e direzione de' restauri e de' miglioramenti all'Ospedale Civile, lavori eseguiti dopo il 1846. Disegno e progetto della casa palazziata del canonico Marvulli, lavoro eseguito nel 1840. Disegno e progetto del palazzo de' fratelli Fedele e Girolamo Gramegna, lavoro messo in esecuzione verso il 1850. Progetto e direzione del selciato interno della Città eseguiti nel 1855 con deliberazione di quel Municipio. Disegno e progetto di un grandioso palazzo al sig. Ferdinando Sottile compilati nel 1862, la cui spesa approssimativa fu oltre i 50 mila ducati. Non eseguito".
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  • Giuseppe Massari
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