passeggioando con la storia- Padri Passionisti
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Passeggiando con la storia

A Gravina 55 anni fa la Missione dei Padri Passionisti

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Dal 5 al 19 marzo 1967, 55 anni fa, un avvenimento di grande portata storica "stravolse" la vita dei gravinesi; purtroppo, dimenticato, lasciato marcire sotto la polvere silenziosa dell'indifferenza e dell'ignoranza, evidentemente, non dal sottoscritto, che quelle pagine le riprende tra le mani della propria memoria, per non cancellare, frettolosamente, un passato glorioso, una parentesi esaltante di fede. Nel 1967, i Padri Passionisti a Gravina, in numero di 23, nella patria natale di Papa Benedetto XIII, per una missione cittadina indetta dal vescovo diocesano dell'epoca, Mons. Giuseppe Vairo. Una missione evangelizzatrice dal significato profondo. Sotto il profilo storico per via del meraviglioso intreccio tra un papa, una congregazione religiosa, un vescovo e la nostra città. Di qui, allora le domande, sulla base di intrecci storici e personali, a cui cercherò di dare delle risposte sulla base di documenti e testimonianze storiche: quale è il legame esistito, che ha unito Benedetto XIII, i Passionisti, Mons. Giuseppe Vairo e Gravina in Puglia?

Tra Gravina in Puglia e il predetto Pontefice il legame è noto, per essere, egli, nato in questa città il 2 febbraio 1650. Resta da stabilire e scoprire le altre connessioni e gli altri vincoli. Passiamo alla restante parte della domanda. Nell'ambito della mia ricerca storico iconografica, ancora in corso e in attesa di vedere, un giorno, la luce, sull'Orsini cardinale, arcivescovo e papa col nome di Benedetto XIII: "Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria", ho fatto le mie scoperte. Ho imparato, appreso e conosciuto eventi, fatti, persone, personaggi, vicende e pagine di storia a me ignote.
Tra le numerose pagine non è mancata quella che mi ha introdotto all'incontro che papa Orsini ebbe il 21 maggio 1725, nel corso dell'Anno Santo, indetto dallo stesso Pontefice, con Paolo Danei, futuro San Paolo della Croce, futuro fondatore della Congregazione Passionista. "Era finalmente arrivato il gran giorno che Paolo aveva invocato con tante preghiere e con tante lagrime, quel giorno in cui avrebbe finalmente potuto prostrarsi ai piedi del Vicario di Gesù Cristo, la cui parola avrebbe avuto la potenza di eseguire il disegno che Dio aveva ispirato al suo Servo. Il Papa arriva ed essi vengono presentati.
Vedendo Gesù Cristo nel suo Vicario, si gettano in ginocchio e baciano i suoi sacri piedi. Paolo, come raccontava egli stesso più tardi, non poteva formulare neppure una parola; dalla sua mente era svanito ogni pensiero. Sotto il peso di un profondo rispetto, se ne stava muto e confuso. Rassicurato dalle dolci parole del S. Padre, espose brevemente il piano dell'Istituto della Passione e concluse chiedendogli la facoltà di adunare alcuni compagni per quest'opera. Il Sommo Pontefice, ascoltandolo con grande bontà, si confermò nell'alto concetto che già si era formato di lui da ciò che gli era stato riferito dal Corradini e dal Crescenzi e, senza esitare, gli accordò vivae vocìs oraculo la grazia richiesta", di poter dare vita ad una famiglia religiosa il cui carisma fosse il culto della Passione di Cristo.

Artefice dell'incontro fu il cardinale Pietro Marcellino Corradini. "La vita di quest'insigne uomo di Chiesa fu per anni intrecciata con quella di san Paolo della Croce (Paolo Danei), fondatore della Congregazione dei Passionisti. Iniziò con la conoscenza (favorita da monsignor Crescenzo Crescenzi) dei due fratelli Danei, Paolo e Giovanni Battista, che spiritualmente colpirono il Corradini per la loro vita esemplare e per il carisma che intendevano rendere operativo nella Chiesa con la fondazione di un istituto, la cui essenziale e principale caratteristica fosse una forte spiritualità emergente dalla passione del Signore".
Inoltre, i due fratelli, nel 1726, dopo la costruzione, a Roma, dell'Ospedale Santa Maria e San Gallicano, voluto da papa Benedetto XIII per i malati di tigna e scabbia e per il quale, il Corradini, con Bolla papale, Bonus ille aeternusque pastor del 30 settembre 1726, era stato designato cardinale protettore, prestarono la loro opera di assistenza presso questo nuovo nosocomio. Il 7 giugno 1727, sabato delle Tempora di Pentecoste, furono entrambi ordinati sacerdoti nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, dallo stesso papa Benedetto XIII. Nel momento di essere associati all'eterno sacerdozio di Gesù Cristo dalle mani auguste del suo Vicario, nel loro volto traspariva tanto fervore e tanta modestia, che il Sommo Pontefice ne fu rapito. Quando vide Paolo ai suoi piedi pronunciò con voce più alta le parole: "Accipe Spiritum Sanctum"; calcò fortemente le mani sul suo capo e, ricongiungendole, aggiunse con voce solenne: "Deo gratias ".

Terminata la cerimonia il Papa ebbe un colloquio con i due fratelli, rivolgendo loro delle domande alle quali Paolo rispose con quella grazia e rispetto che possedeva nel più alto grado. I riferimenti storici e i fatti narrati precedentemente, credo abbiano risposto, abbondantemente e sufficientemente, solo alla prima parte del quesito iniziale. Chiarito nesso tra Benedetto XIII, i Passionisti e Gravina, bisogna fare riferimento a quelle gloriose pagine di storia locale. Quelle scritte durante i giorni della missione cittadina, in preparazione alla Pasqua e alla celebrazione del Congresso Eucaristico Interdiocesano, programmata dal 21 al 28 del mese di maggio successivo. Della Diocesi, allora come ancora attualmente, faceva parte il piccolo centro di Poggiorsini, villaggio, borgo rurale fatto costruire dalla famiglia di papa Benedetto XIII. Anche qui si svolse la missione, dal 2 al 16 aprile 1967, con l'intervento di solo due Padri Passionisti.

Riandando con la mente a quelle giornate vissute da me intensamente, nonostante la mia giovanissima età, avevo appena 13 anni, ho sempre pensato, conoscendo ed apprezzando l'altissimo spessore culturale di Mons. Vairo, che la scelta di far venire i Passionisti a Gravina non fu una scelta casuale. Cioè io ho sempre pensato, interpretando, sia pure senza elementi probatori, fino a quando non ne sono venuto in possesso, il pensiero del vescovo: che egli avesse voluto rendere, indirettamente, un omaggio a Benedetto XIII, perché conosceva bene i legami profondi ed indissolubili che erano intercorsi tra il Vicario di Cristo di origini gravinesi e il Fondatore dei Passionisti. Le mie, come ho avuto modo di evidenziare, erano supposizioni, ipotesi, fino a quando non ho avuto la certezza, la conferma.
A cominciare dall'omelia pronunciata, nella cattedrale di Potenza il 25 agosto 2001, in occasione del trigesimo di Mons. Giuseppe Vairo da Mons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo metropolita di Benevento dal 1991 al 2006, successore dell'Orsini, che ne tenne la guida per ben 44 anni, cioè anche dopo essere stato eletto alla guida della Chiesa Universale col nome di Benedetto XIII, il 29 maggio 1724 .

Il metropolita beneventano, nel tracciare un profilo biografico del presule scomparso, riferendosi alla notizia della nomina di Mons. Vairo a vescovo della Diocesi Gravina- Irsina, così si esprime: "Quando una frotta di amici lo raggiungemmo, non sapendo umanamente se bisognasse complimentarci o rammaricarci con lui, in quanto la statura notoriamente elevata della sua preparazione culturale e spirituale sembrava dovesse meritare sedi più prestigiose, egli ci sorrise con inaspettata serenità. Ribadendo che nella vita poteva gareggiare con la gioia di poter conoscere con certezza la volontà divina e che questo significava per lui la nomina a Vescovo di Gravina ed Irsina, Mons. Vairo, da innamorato di Dante, ci disarmò, ricordando quel verso della Divina Commedia, che è certamente uno dei più belli: "in sua voluntate è nostra pace!"

Quale fosse il fervore, con cui aggredì quella Chiesa, datale in sposa, non voglio ricordarlo attraverso la sua vibrante prima Lettera pastorale, ma dedurlo da ciò che riscontrammo in lui appena una settimana dopo il suo ingresso. Andammo a fargli visita e lo ascoltammo in un discorso appassionato, rivolto soprattutto all'Azione cattolica. Questo per noi era ovvio, in quanto Mons. Vairo lo avevamo sempre conosciuto così. Ma appena fu con noi, egli delineò con accenti commossi le grandezze storiche di quel grosso centro, parlando con ammirazione documentata del papa Orsini, ovverosia Benedetto XIII, che poi sarebbe stato per me, una volta diventato arcivescovo di Benevento, così importante e familiare".
Successivamente, andando a recuperare, a rispolverare e a leggere le pagine di alcuni bollettini pubblicati dai Padri Passionisti, quali resoconti e cronache della Missione, nonché le relazioni dettagliate, per i Registri dei Ministeri, conservate nelle diverse comunità, redatte da alcuni dei padri predicatori che parteciparono direttamente alla Missione, emerge il filo profondo che univa Mons. Vairo ai Passionisti.

Inoltre, consultando, anche, il n. 572 della Platea della Comunità Passionista di Manduria, mi sono imbattuto nel testo di seguito riportato; anch'esso molto significativo e attinente ai fatti, ai luoghi e ai personaggi coinvolti in questa bellissima avventura religiosa, e che riguardano, in special modo, il rapporto tra Mons. Vairo e i Passionisti. "Platea della Comunità Passionista di Manduria. N.572) – Festa del S. Fondatore – Mons. Vairo. — La festa del nostro S. Fondatore quest'anno ha avuto particolare solennità per la presenza di S. Ecc. Mons. Giuseppe Vairo, Vescovo di Gravina di Puglia, che ha celebrato il Pontificale ed ha tenuto un fervoroso discorso commemorativo del Santo.
Durante una lunga, amichevole conversazione con la Comunità ha ricordato i vincoli di antica amicizia che lo legano ai Passionisti di Laurignano e di Fuscaldo durante gli anni del Seminario a Cosenza e a Paola sua città natale; gli esercizi Spirituali in preparazione al Sacerdozio fatti a Laurignano l'Ordinazione Sacerdotale ricevuta a Laurignano dal nostro Mons. Raffaele Eugenio Faggiano, ricordando infine con molta stima e gratitudine la Missione predicata dai nostri a Gravina, sua residenza episcopale, durante la quaresima di quest'anno". Decisive prove di un intreccio misterioso, tra un vescovo santo e la Famiglia religiosa fondata da San Paolo Danei, meglio conosciuto con il nome di San Paolo della Croce.
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  • Giuseppe Massari
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