Passeggiando con la storia- Carabiniere Antonio Bonavita
Passeggiando con la storia- Carabiniere Antonio Bonavita
Passeggiando con la storia

Antonio Bonavita Carabiniere, Medaglia d’Argento al Valor Militare

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Una pagina dolorosa della nostra storia cittadina, mai sufficientemente studiata; mai approfondita, volutamente dimenticata da quella cultura marxista che, forse o quasi, andò fiera per aver colpito un servitore dello Stato, e in quanto tale "nemico della classe operaia". Stiamo facendo al carabiniere Antonio Bonavita, nato a Amantea (CS) il 13 gennaio 1920, deceduto a Bari, presso l'Ospedale Militare, il 17 luglio 1948.

Dopo anni di silenzio e di ingiustificati oblii, anche da parte di alcune istituzioni pubbliche, alla sua memoria è stata intitolata, dal 31 agosto 2009, la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Gravina in Puglia.

La cerimonia ufficiale di intitolazione ed inaugurazione della nuova sede del presidio militare,si svolse il 16 aprile 2020, alla presenza dell'allora Sottosegretario al Ministero dell'Interno, onorevole Alfredo Mantovano unitamente a tutte le più alte cariche della Benemerita: il Generale di Corpo d'Armata, Maurizio Scoppa, Comandante Interregionale Ogaden; il Generale di Brigata Aldo Visione, Comandante Regione Puglia; il Colonnello Antonio Bacile, Comandante Provinciale dell'Arma, il sindaco di Gravina onorevole Giovanni Divella.e a tutte le numerose autorità civili, militari e religiose. Nutrita la rappresentanza della famiglia Bonavita, capeggiata da Filomena Bonavita, nipote del giovane carabiniere, che ebbe l'onore di essere la madrina di tutta la manifestazione.

Il 23 gennaio 1952, fu insignito della Medaglia d'Argento al Valore Militare, alla memoria dell'Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: "Durante un servizio di Ordine Pubblico a Gravina in Puglia, sebbene fatto segno a fitta sassaiola ed a colpi d'arma da fuoco, rimaneva con saldezza d'animo al posto del dovere per difendere alcuni cittadini che non avevano aderito ad uno sciopero generale indetto su tutto il territorio dello Stato Italiano. Assalito successivamente da folto gruppo di facinorosi che tentavano di disarnarlo, opponeva strenua resistenza fino a che, gravemente ferito da colpo d'arma da fuoco e percosso violentemente al capo, si abbatteva al suolo venendo ancora fatto segno ad altro colpo di arma da fuoco e a nuove violente percosse che lo riducevano in fin di vita, immolando così la giovane vita per tutela dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica." Gravina in Puglia (BA), 17 luglio 1948.

Andiamo con ordine a raccontare i fatti che scatenarono questa cruenta tragedia. Il 14 luglio 1948 il segretario generale del PCI, l'onorevole Palmiro Togliatti, subì un attentato quasi mortale per mano di uno squilibrato subito etichettato come fascista, certo Antonio Pallante. Il gesto e l'atto criminale furono subito stigmatizzati dal partito e dal CGIL, che per il giorno successivo organizzarono uno sciopero generale nazionale. Durante queste manifestazioni il clima, già di per se pesante, degenerò fino a far registrare morti e feriti.

Purtroppo, Gravina non fu esente dal dover presentare alla storia un conto pesante. Perirono, da subito e nel giro di due giorni due manifestanti: Michele D'Elia e Vito Nicola Lombardi, i quali, già noti alle forze dell'ordine, furono ritrovati in possesso di armi e munizioni. Un terzo cittadino gravinese, Luigi Schiavino, presente sul teatro degli scontri, morì, a distanza di alcuni mesi, e non in seguito alle ferite riportate, ma per complicanze postoperatorie, cioè, per cause estranee ai fatti.

Nella nostra città, un gruppo di militari dell'Arma dei Carabinieri fu comandato a presidiare un obiettivo ritenuto sensibile: la stazione amplificatrice dei Telefoni di Stato. Tra questi si trovava anche il carabiniere Bonavita, di 28 anni, in servizio presso il Battaglione Allievi di Bari. Alla notizia della proclamazione di uno sciopero presso gli stabilimenti Divella, ai pochi Carabinieri fu ordinato di presidiare la fabbrica. Verso la sera del giorno successivo, 15 luglio, alle 19.00, alcuni manifestanti cercarono di introdursi all'interno dei caseggiati ma, vista l'impossibilità di calmare la folla, vennero sparati alcuni colpi d'arma da fuoco in aria.

A questo punto la situazione degenerò: accerchiati, gli uomini dell'Arma vennero dapprima accerchiati e poi disarmati. La sorte peggiore, purtroppo, toccò al Carabiniere Bonavita. Strattonato, insultato, venne legato ad una autovettura e trascinato per le vie cittadine: la folla inferocita infierì brutalmente sul povero militare ormai esanime per le percosse subite, prima di essere ferito con una serie di colpi di pistola. Abbandonato il corpo in una piazzetta, fu prontamente soccorso dai colleghi e dagli abitanti ancora sotto shock: trasportato d'urgenza all'ospedale di Bari, a nulla valsero gli sforzi dei medici. Due giorni dopo, infatti, esalò il suo ultimo respiro. Moriva serenamente esprimendo sentimenti di gratitudine per chi lo aveva amorosamente assistito.

La città di Amantea, grazie al mio impegno, unitamente al defunto sindaco, Francesco Tonnara, e a quello dei suoi familiari, alcuni residenti nello stesso paese natale del nostro, altri sparsi in altre province calabresi, della Sicilia, dell'Umbria e del Piemonte, memore che la Stazione dei Carabinieri di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, il 6 luglio 2002, era stata intitolata a questo figlio della Benemerita, così come anche a Gravina, con un'apposita cerimonia solenne, svoltasi il 27 marzo 2011, alla presenza dei congiunti del giovane caduto e del comandante provinciale dell'Arma, colonnello Francesco Ferace, riuscì a rendere più degna sepoltura ai martoriati resti, riallestendo la tomba nello stesso cimitero in uno spazio più dignitoso. E ad intitolargli una strada nella frazione Gallo, luogo in cui era nato.
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