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Il destino del centro storico tra pubblico e privato

“Siamo Tutti Tufi” presenta il workshop conclusivo di “Superurbano”. Marchetti: "No alla speculazione".

La partecipazione popolare deve essere alla base del recupero del centro storico cittadino, finora percepito come periferia fisica e mentale, a partire dal nodo del rapporto tra pubblico e privato.

E' questo il primo messaggio del workshop conclusivo della mostra "Superurbano. Rigenerazione Urbana Sostenibile", organizzata da "Siamo Tutti Tufi" nell'ambito del Laboratorio Urbano Partecipato.

Ospiti istituzionali della prima delle tre serate, organizzate presso la sala convegni della Fondazione Santomasi, rappresentata dal presidente Agostino Giglio, il sindaco Alesio Valente insieme agli assessori Laura Marchetti, Nicola Lagreca e Maddalena Grillo, l'assessore regionale Guglielmo Minervini con la la responsabile per la qualità urbana Maria Sasso, il presidente del Parco Cesare Veronico.

Il sindaco Valente e l'assessore Lagreca hanno rivendicato quanto fatto per il centro storico, ritenuto una priorità dell'amministrazione comunale, come la chiusura al traffico e la riapertura del Piaggio, esortando i privati e le categorie ad organizzarsi dal basso. "Occorre un corretto rapporto tra pubblico e privato – ha dichiarato Valente con un accenno alle vicende politiche ultime – nel momento in cui qualcuno, anche all'interno della maggioranza, pensa più a quest'ultimo che al bene comune".

Da parte degli esponenti della Regione, Sasso e Minervini, si è sottolineata la necessità della partecipazione nella gestione dei conflitti sociali, unico modo per affrontare la complessità dei problemi e garantire un incremento della responsabilità civica. "La frattura tra pubblico e privato – ha affermato l'assessore regionale ai trasporti – è causa di chiusura e degrado sociale e poi fisico delle città. La comunità deve riappropriarsi del territorio, la risorsa più scarsa di cui disponiamo, condividendo gli spazi sociali e un'idea di sviluppo della città".

Intervento critico finale da parte dell'assessore Marchetti: "A Gravina in realtà abbiamo due centri storici, quello delle piazze intorno alla cattedrale e quello del margine. Quest'ultimo non va consumato con gli artifici del finto etnico e della speculazione. Ritengo che la categoria di bene comune e di uso civico sia da preferire a quelle, insufficienti, di pubblico e privato".
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