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Associazioni

Cosa ci lega un anno dopo

La Benedetto XIII denuncia lo stato d'abbandono del ponte viadotto. "Siamo tutti obbligati a collaborare per offrire ai nostri figli e a questa città un futuro"

E passato un anno e non ce ne siamo accorti. Era il 21 marzo 2011 quando centinaia di persone, per la maggior parte giovani, risposero all'invito inoltrato dall'associazione Benedetto XIII presentandosi in piazza Notar Domenico per capire "Cosa ci lega" alla nostra città. "Ci lega quel senso di appartenenza che nasce nella piazza virtuale di Facebook per poi scendere in quella reale di Piazza Notar Domenico con l'obiettivo di sensibilizzare i gravinesi, affinché ritrovino la loro identità perduta" si disse all'ora. Erano giorni importanti, carichi di speranza e di entusiasmo poiché nuovi entusiasmi ed energie culturali nascevano all'orizzonte e una nuova stagione fatta di collaborazione e condivisione stava per sorgere.

"Ognuno di noi deve prendere consapevolezza del male che abbiamo fatto e continuiamo a fare. Una passeggiata per le vie storiche della città sarà un viaggio nella memoria, perché non vogliamo e non possiamo dimenticare il nostro gloriosissimo passato". E allora corde bianche a legare i cittadini ai monumenti storici della città per legarci a doppio filo al suo destino e ammettere che il nostro futuro è il suo futuro.
Ad un anno di distanza, durante il quale tante realtà si sono affermate sul territorio e tante sono state le iniziative organizzate, la Benedetto XIII torna ad accendere i riflettori sul luogo simbolo di Gravina: il ponte viadotto. "Ad un anno di distanza- scrive Piero Amendolara presidente dell'associazione Benedetto XIII-abbiamo voluto vedere in che situazione versa il Ponte voluto dagli Orsini sulla Gravina. Apparentemente sembra che non ci siano state evoluzioni in peggio sulla colonna che regge il ponte ma denunciamo smottamenti e caduta di detriti causati delle piogge".
"Quello che ci preoccupa -continua Amendolara- è che ancora oggi nulla è stato fatto, neanche un minimo tentativo di messa in sicurezza".

E allora ecco il grido d'allarme per ricordare che il destino del ponte viadotto ci interessa perché è da lì che sono risaliti i nostri avi per costruire la nostra città.
E vale la pena di ricordare che sono tante le cose che ci legano alla nostra città: il villaggio Neolitico rinvenuto a Botromagno con i suoi monili e lance di selce ; l'oracolo presso "Silvium", consultato su ordine di Silla il 6 Luglio dell'83 a.C., predisse la vittoria sui Mariani; il Maniero e la moneta d'oro di Federico II di Svevia.
E ancora, Ci lega la fiera di San Giorgio istituita nel 1294 e il Mausoleo di Angela Castriota Scanderberg, San Michele, patrono di Gravina. Il Pulicchio, depressione carsica, in cui nasce a Maggio il Lino delle Fate e l'inghiottitoio di FARAUALLA tra i più grandi dell'Italia Meridionale. L'opera ingegneristica di acquedotti maestosi e torrioni medievali nascosti, ancora nelle viscere dei sotterranei della città. Ci lega l'impegno e la volontà di donne e uomini ogni giorno impegnati nel loro lavoro, manuale e culturale.

Una vera e propria presa di coscienza dei nostri tesori e delle nostre ricchezze a cui resteremo legati solo se lavoreremo con: "L'unità, l'umiltà e l'orgoglio per contribuire alla ricostruzione di Gravina che sta diventando una città fantasma. Siamo tutti obbligati a collaborare insieme, per offrire ai nostri figli e a questa città un futuro".
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