Carne equina: Gravina non cade nella psicosi

A Gravina la carne di cavallo fa ancora gola a molti. Nonostante le recenti frodi alimentari che hanno coinvolto diversi colossi del settore, nonostante la campagna mediatica contro il consumo di carne equina promossa dall'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, la psicosi generale, la caccia alle streghe nei confronti della carne di cavallo sembra non aver varcato i confini comunali. E mentre Assomacellai registra e denuncia un drastico calo delle vendite in provincia di Bari, a Gravina la carne di cavallo piace ancora.

Vendite più o meno stabili, assicurano i commercianti specializzati. O meglio, una leggera flessione c'è stata, giustificata però dalla crisi e dalle ricorrenze religiose. "I clienti abituali continuano a consumare carne equina, hanno solamente ridotto la quantità di carne acquistata", spiega Gaetano Sicolo, titolare della macelleria "Horse & Horse". "Nessuna variazione significativa è stata registrata nelle ultime settimane, certamente rispetto agli anni passati si vende di meno a causa della crisi". Vito Merolla, da anni nel mercato della carne equina con la macelleria "Vuemme 90", è sulla stessa lunghezza d'onda. "Gli habituè coprano ancora, ma ultimamente abbiamo registrato un lieve calo. Azzardando una stima, le vendite in questo periodo sono calate del 10-15 %. Colpa della crisi ma soprattutto del periodo di quaresima, solo in minima parte il calo è dovuto a gente male informata che si è lasciata influenzare dalla televisione, interpretando male i recenti scandali".

Sulla proposta di legge targata Brambilla, che prevede il riconoscimento del cavallo come animale di compagnia vietandone la vendita a fini alimentari, entrambi i commercianti concordano: "Impossibile vietare un commercio di questa portata. Soprattutto in Puglia il consumo di carne equina rappresenta una tradizione consolidata e sicura. Inoltre dà lavoro a migliaia di operatori".