La Festa patronale torni ad essere festa dei cittadini
L'appello di Giuseppe Massari alle istituzioni cittadine
venerdì 11 agosto 2017
iReport
Gent.me autorità,
i giorni prossimi saranno destinati, grazie ad un gruppo di persone, di cittadini volontari, alla organizzazione della festa patronale 2017, in onore di San Michele, protettore della nostra città. I preparativi, la fase organizzativa stanno per entrare nel vivo e mettere a punto il programma delle celebrazioni. Da anni, si è inveterata una abitudine, forse non molto sana, non molto corretta, tanto da far perdere, ai gravinesi, il gusto dell'appartenenza, della identità, della appropriazione dell'evento festivo religioso e civile. Infatti, è andato sempre scemando l'obolo volontario da parte di coloro che la festa dovevano sentirla propria; dovevano ritenerla un patrimonio essenziale ed esistenziale del proprio vivere e del proprio essere comunità attiva, presente e collaborativa. A ciò, non so se provvidamente o improvvidamente, si è sostituto l'ente pubblico, ogni amministrazione civica che si è succeduta alla guida della città, elargendo ingenti somme; contributi detratti dal bilancio comunale, destinati, magari per opere pubbliche e servizi che non sono stati, comunque, garantiti, con le conseguenti lamentele da parte di quella opinione pubblica, la stessa, refrattaria alla contribuzione economica per la riuscita di una buona, accogliente e decorosa festa patronale. In verità, questo modo di essere si ripete, pedissequamente, anche nei confronti della festa copatronale del SS Crocifisso. Per ragioni storiche, di civiltà, di cultura, è giusto porre fine a questo mercimonio e sperpero di denaro pubblico. Pertanto, l'invito a tutti i soggetti in indirizzo, a contenere la spesa corrente; ad evitare che continui ad essere alimentata la disaffezione dei cittadini verso la propria città. Un invito ai cittadini, perché siano, nei limiti delle loro possibilità, generosi, senza pregiudizi e remore, nell'elargire il contributo necessario alla finalità nobile di riprendere in mano le briglie della nostraprpria storia, del proprio destino. La festa patronale, per sua natura e definizione, è festa di popolo, di comunità, al di là e a prescindere dalle fedi religiose di ognuno e ciascuno. La città ha bisogno di riscattarsi anche attraverso queste manifestazioni comunitarie, espressive di una identità. La città ha bisogno di riscattarsi anche attraverso la possibilità di ricevere i servizi necessari, che una pubblica amministrazione ha il diritto di garantire e non di negare, rifugiandosi nella comoda
scusa che mancano le risorse economiche. Per la festa patronale deve essere fatto uno sforzo comune. Da parte di tutti, da parte di ognuno che non deve sentirsi escluso e da nessuno che deve potersi adagiare nel "soccorso economico comunale". Il Comune ha il dovere di fare la propria parte, senza strafare, senza esagerare, partecipando con un simbolico contributo. Non più di tanto, proprio per invogliare, educare i cittadini gravinesi alla partecipazione corale di un evento dal quale non si devono sentire spettatori e neanche volontariamente, personalmente e comodamente autoesclusi. Il Comune ha da riservare le sue risorse finanziarie investendo, abbellendo la città, anche in occasione della festa patronale e non solo, per rendere la città dignitosamente accogliente, turisticamente preparata per affrontare le sfide che il turismo sta continuamente lanciando e che le precedenti amministrazioni, purtroppo, non hanno saputo cogliere, accogliere, facendosi trovare spesso impreparate.
Credo, sia stato chiaro nell'esprimere il mio dire. Spero venga colto l'intento di questa missiva. Basta interventi a pioggia diseducativi. E' ora che i cittadini veri, quelli che si sentono orgogliosamente gravinesi, si sentano partecipi, protagonisti di una storia che è anche la loro. Anche questa è partecipazione vera, reale. Né strumentale, né demagogica, né populistica.
Giuseppe Massari
i giorni prossimi saranno destinati, grazie ad un gruppo di persone, di cittadini volontari, alla organizzazione della festa patronale 2017, in onore di San Michele, protettore della nostra città. I preparativi, la fase organizzativa stanno per entrare nel vivo e mettere a punto il programma delle celebrazioni. Da anni, si è inveterata una abitudine, forse non molto sana, non molto corretta, tanto da far perdere, ai gravinesi, il gusto dell'appartenenza, della identità, della appropriazione dell'evento festivo religioso e civile. Infatti, è andato sempre scemando l'obolo volontario da parte di coloro che la festa dovevano sentirla propria; dovevano ritenerla un patrimonio essenziale ed esistenziale del proprio vivere e del proprio essere comunità attiva, presente e collaborativa. A ciò, non so se provvidamente o improvvidamente, si è sostituto l'ente pubblico, ogni amministrazione civica che si è succeduta alla guida della città, elargendo ingenti somme; contributi detratti dal bilancio comunale, destinati, magari per opere pubbliche e servizi che non sono stati, comunque, garantiti, con le conseguenti lamentele da parte di quella opinione pubblica, la stessa, refrattaria alla contribuzione economica per la riuscita di una buona, accogliente e decorosa festa patronale. In verità, questo modo di essere si ripete, pedissequamente, anche nei confronti della festa copatronale del SS Crocifisso. Per ragioni storiche, di civiltà, di cultura, è giusto porre fine a questo mercimonio e sperpero di denaro pubblico. Pertanto, l'invito a tutti i soggetti in indirizzo, a contenere la spesa corrente; ad evitare che continui ad essere alimentata la disaffezione dei cittadini verso la propria città. Un invito ai cittadini, perché siano, nei limiti delle loro possibilità, generosi, senza pregiudizi e remore, nell'elargire il contributo necessario alla finalità nobile di riprendere in mano le briglie della nostraprpria storia, del proprio destino. La festa patronale, per sua natura e definizione, è festa di popolo, di comunità, al di là e a prescindere dalle fedi religiose di ognuno e ciascuno. La città ha bisogno di riscattarsi anche attraverso queste manifestazioni comunitarie, espressive di una identità. La città ha bisogno di riscattarsi anche attraverso la possibilità di ricevere i servizi necessari, che una pubblica amministrazione ha il diritto di garantire e non di negare, rifugiandosi nella comoda
scusa che mancano le risorse economiche. Per la festa patronale deve essere fatto uno sforzo comune. Da parte di tutti, da parte di ognuno che non deve sentirsi escluso e da nessuno che deve potersi adagiare nel "soccorso economico comunale". Il Comune ha il dovere di fare la propria parte, senza strafare, senza esagerare, partecipando con un simbolico contributo. Non più di tanto, proprio per invogliare, educare i cittadini gravinesi alla partecipazione corale di un evento dal quale non si devono sentire spettatori e neanche volontariamente, personalmente e comodamente autoesclusi. Il Comune ha da riservare le sue risorse finanziarie investendo, abbellendo la città, anche in occasione della festa patronale e non solo, per rendere la città dignitosamente accogliente, turisticamente preparata per affrontare le sfide che il turismo sta continuamente lanciando e che le precedenti amministrazioni, purtroppo, non hanno saputo cogliere, accogliere, facendosi trovare spesso impreparate.
Credo, sia stato chiaro nell'esprimere il mio dire. Spero venga colto l'intento di questa missiva. Basta interventi a pioggia diseducativi. E' ora che i cittadini veri, quelli che si sentono orgogliosamente gravinesi, si sentano partecipi, protagonisti di una storia che è anche la loro. Anche questa è partecipazione vera, reale. Né strumentale, né demagogica, né populistica.
Giuseppe Massari