Abbattimento plesso Scacchi, nasce comitato del NO

I firmatari del documento chiedono all’amministrazione un cambio di “paradigma”. Prodotto un dossier

domenica 9 novembre 2025 10.13
Al grido proteggiamo la scuola "Arcangelo Scacchi" si è costituito un comitato spontaneo denominato NO alla demolizione del plesso "Arcangelo Scacchi". Il comitato chiede all'amministrazione un cambio di paradigma e avanza alcune proposte sulla rigenerazione del plesso, producendo anche un dossier.

Di seguito il testo del documento prodotto dal sodalizio.


Con la delibera di Giunta n. 213 del 2 settembre 2025, l'Amministrazione comunale ha approvato il Documento preliminare alla programmazione scolastica dei Comuni di Gravina e Poggiorsini che individua, tra previsioni diverse per gli altri istituti scolastici, la demolizione del plesso "Arcangelo Scacchi" per convertirlo "a zona di servizi per il Comune", prevedendo l'assorbimento «delle classi dello Scacchi negli altri plessi» dell'Istituto comprensivo di riferimento.

Tale decisione è stata assunta senza confronto alcuno con la cittadinanza, senza alcuna valutazione del suo impatto educativo, ambientale e sociale e, soprattutto, senza considerare e valutare il valore pubblico e comunitario che questa scuola rappresenta da oltre mezzo secolo; senza considerare neppure il valore simbolico ratificato e sostenuto dalla stessa inaugurazione della scuola da parte di Aldo Moro, uno dei più importanti statisti della storia politica italiana del secondo dopoguerra del Novecento.

Negli anni del boom economico, un'area di botteghe e officine povere, fatiscenti, insicure e malsane dove era il lavoro minorile a "formare" i bambini, è stata sostituita da un simbolo, la scuola e l'istruzione pubblica obbligatoria, segnando il passaggio da una immobile e segregata economia contadina e bracciantile di sopravvivenza, a una prospettiva di crescita economica e sociale; contestualmente, si è verificato il riscatto delle fasce più deboli di popolazione, fondato sull'istruzione delle nuove generazioni e sulla connaturata promessa di mobilità sociale di cui quella popolazione, che fino ad allora ne era stata esclusa, avrebbe beneficiato.

Non si tratta, dunque, di un atto neutrale o puramente tecnico in risposta al lento ma inesorabile declino demografico e alla decisa riduzione della popolazione in età scolare che da tempo investe la città: è una decisione politica e culturale di grande peso, che incide profondamente sull'identità della città, sulla qualità della vita dei suoi abitanti e del futuro del luogo che abitano, sulla stessa fiducia nelle istituzioni democratiche che, con la scuola pubblica, sostengono i valori della cittadinanza, dei suoi diritti, delle sue capacità di conoscenza, solidarietà e senso di appartenenza.

LA DELIBERA N. 213 DEL 2 SETTEMBRE 2025 È UNA FERITA ALLA MEMORIA, ALLA COESIONE E ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA CITTÀ.

La scuola Arcangelo Scacchi:
- è un bene comune urbano, parte integrante del tessuto storico, sociale e culturale di Gravina;
- ha garantito per decenni prossimità educativa, continuità didattica e inclusione, diventando punto di riferimento per intere generazioni di cittadini: in questo edificio si è imparato a leggere e a scrivere e, soprattutto, a stare insieme, a riconoscersi come parte di una comunità;
- abbatterlo per far posto a un'area di servizio significa spezzare quel legame profondo tra luogo, memoria e cittadinanza che dà senso al vivere urbano;
- nella nuova visione sul futuro degli insediamenti urbani in cui le città più attente rigenerano le scuole come centri civici, culturali e ambientali, la decisione del Comune di Gravina appare miope, regressiva e molto distante dal quadro prospettato dai nuovi orientamenti dell'urbanistica pubblica e del ruolo del pubblico in materia di regolazione dello sviluppo, del cambiamento urbano e del futuro sostenibile dello spazio cittadino;
- non si tutela il futuro distruggendo i luoghi dell'educazione né si costruisce una città migliore sottraendo ai bambini i loro spazi di crescita e alle famiglie il punto attorno a cui ruota la loro quotidianità;
- ogni scelta pubblica che riguarda la scuola deve partire dal principio non negoziabile del diritto dei bambini alla continuità educativa, relazionale e del vissuto nello spazio che vi è associato:
spezzare questo equilibrio, dislocando classi e sezioni in altri plessi genera disagi organizzativi e affettivi profondi, aggrava le disuguaglianze, compromette la qualità dell'insegnamento e la serenità delle famiglie.

Per queste ragioni, cittadini, insegnanti, genitori, associazioni e studiosi si sono ritrovati in un appello chiaro e condiviso:

Il plesso Scacchi non si demolisce, si rigenera!
Le decisioni sulla struttura non possono essere calate dall'alto!
È un bene comune fondamentale: è una infrastruttura sociale,
Presidio di prossimità e coesione per il centro storico.
I bambini e le loro relazioni affettive e didattiche vanno protetti!
Le conseguenze della chiusura sono inaccettabili: per il disagio
Logistico per le famiglie e il potenziale aumento delle Disuguaglianze.

La soluzione: rigenerare senza demolire Trasformiamo il plesso in un hub civico/educativo 4.0 (spazi ibridi e Multifunzionali).
L'obiettivo è una città delle persone: più cura, più connessione, più Valore pubblico.
Chiediamo all'amministrazione comunale un cambio di paradigma: La città si misura per quanto unisce, non per quanto costruisce.
Difendere scacchi significa costruire il futuro di Gravina!