“San Michele pensaci tu”. Consegna chiavi della città al santo

La cerimonia tra i momenti più suggestivi della festa

domenica 30 settembre 2018 10.57
"San Michele pensaci tu".
Questa è una delle frasi ricorrenti a Gravina per i devoti del santo patrono, che chiedono di intercedere per la risoluzione dei problemi.

Una frase ripresa nel discorso di consegna delle chiavi della città al santo patrono, da parte del sindaco di Gravina, Alesio Valente.

Uno dei momenti più suggestivi delle celebrazioni in onore del santo protettore, che rappresenta anche un momento di riflessione comune.

Riflessioni che non sono mancate nel breve discorso del sindaco Valente, davanti ad una fiumana di gente, adunata in Piazza Benedetto XIII.
Il primo cittadino ha voluto rimarcare l'impegno che il governo cumunale sta profondendo per far crescere la città.

"Stiamo facendo di tutto per prendercene cura- ha detto Valente-, sicuramente avremo commesso degli errori e di questo ci scusiamo, ma sempre in buona fede, abbiamo cercato di far crescere questa città".

Un cammino difficile che richiede l'impegno di tutti.
"Questa è una grande città, Gravina è una grande comunità ecco perchè, con la consegna delle chiavi, chiediamo al santo patrono di illuminarci in questo percorso di crescita, di aprire le nostre menti ed i nostri cuori, affinchè in questa occasione ci sentiamo sempre più uniti".
Senza però dimenticare, nei momenti più difficili, di continaure ad affidarsi all'intercessione del santo, mediante il tradizionale appello: "San Michele pensaci tu".

Un pensiero condiviso dal Vescovo della diocesi Mons. Giovanni Ricchiuti.

"San Michele pensaci tu e aggiungo, dacci la forza di pensarci anche noi"- ha suggerito il vescovo, che nel consegnare le chiavi nelle mani del santo ha sottolineato come si affidino a lui i progetti, i sogni, le sofferenze della comunità.

Una città che deve essere aperta e pronta all'accoglienza- ha detto Mons. Ricchiuti.

"Le chiavi si consegnavano un tempo quando le città avevano le mura e le porte. Io, invece, vorrei che Gravina fosse una città dalle porte aperte, con i cuori aperti:questa è la città che dovremmo saper costriure".

Proteggere la città, prendersi cura di lei non significa chiudersi all'altro, ma intraprendere un cammino di crescita anche spirituale, di tolleranza e di convivenza, "così come ci viene chiesto e insegnato quotidianamente dal Santo Padre"- ha evidenziato il vescovo, prima di incamminarsi nella processione cui hanno patecipato come di consueto i prelati della città, i gruppi scuot, le confraternite e le autorità militari e civili.
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