Palestre delle scuole, tanti dubbi per le società sportive

Agli istituti servono per l'attività didattica nel rispetto delle norme anti-contagio

sabato 8 agosto 2020
A cura di Roberto Varvara
Le notizie che provengono dal fronte delle strutture sportive non sono per niente rassicuranti. I dirigenti scolastici hanno dato ad intendere che nonostante tutta la buona volontà e tutto l'impegno per accontentare le richieste, molte delle palestre utilizzate dalle società sportive gravinesi per consentire attività, soprattutto ai giovani, saranno impiegate per consentire il regolare svolgimento della didattica scolastica, seguendo le norme anti-covid.

Una circostanza che ha messo in allarme le numerose associazioni che senza l'accesso alle strutture scolastiche rimarrebbero sicuramente inoperose, dovendo rinunciare allo svolgimento di attività e campionati. Una situazione grave che non vede soluzioni all'orizzonte e ripropone drammaticamente il problema dell'endemica carenza di strutture sportive nella nostra città. Una materia sulla quale le amministrazioni che si sono succedute in questi anni non hanno mai saputo dare risposte concrete alle istanze che provenivano dalla comunità.

Drammatico è, infatti, per una città di oltre 44mila abitanti disporre di solo una palestra comunale (quella di via Dante), che presenta tra l'altro, una serie di problemi di agibilità che non consentirebbero neppure il regolare svolgimento dei campionati delle varie federazioni sportive italiane; drammatico è assistere al quotidiano decadimento della palestra di Grottasolagne: un cappotto buono per tutte le stagioni, tirata in ballo ogni qualvolta si parla di finanziamenti (vedi bando sport e periferie 2020) e che sistematicamente non arrivano vista l'impraticabilità delle propose sul recupero del rudere.

Drammatica è la situazione di una piscina che, a giorni alterni, sembra debba arrivare, ma che, come Godot nella migliore tradizione del teatro dell'assurdo, non arriva mai.

Insomma, non bastano le antenne alte dell'opposizione, non sono sufficienti i gridi di allarme e la richiesta di aiuto delle associazioni sportive, che già vivevano in condizioni di emergenza e che adesso saranno completamente disarmare e impossibilitate a garantire l'attività sportiva per i piccoli atleti; non servono neanche le rimostranze delle famiglie che si vedranno costrette con molta probabilità,(almeno per chi potrà permetterselo) ad "emigrare" verso le vicine città di Altamura, Santeramo o Matera: città attente allo sport che continuano ad aprire palazzetti e palestre; quelle sì capaci di intercettare fondi, di correre ai ripari in tempi non sospetti, di mettere a disposizione della comunità risorse e lavoro per consentire di non disperdere un patrimonio educativo ed un elemento di aggregazione sociale, che contribuisce alla formazione integrale dei giovani.

Le nubi si addensano all'orizzonte delle società sportive gravinesi. Vedremo quali saranno le soluzioni che sapranno trovare i nostri amministratori per scongiurare la paralisi delle attività e l'emigrazione dei giovani verso le città vicine più attrezzate della nostra: sarebbe una sconfitta per tutti su cui riflettere seriamente.