Elezioni, Mario Conca candidato nella lista Forza Italia
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venerdì 21 novembre 2025
10.43
Gravinesi, prima di votare fermatevi un attimo e guardate cos'è successo in questi ultimi vent'anni.
Abbiamo avuto un centrosinistra a trazione PD che ha governato la Regione Puglia ininterrottamente, e che a Gravina ha trovato terreno fertile per continuare, indisturbato, un modello che ci ha lasciato sempre un passo indietro rispetto al resto del territorio.
Perché dovremmo votarli ancora?
Io mi presento ai gravinesi per quello che sono, senza maschere.
Nel 2015 fui eletto con il Movimento 5 Stelle, quando il Movimento non era né di destra né di sinistra, ma era una terza via. Sei anni fa ne sono stato epurato, unitamente a centinaia di attivisti per la sete di poltrone del cerchio magico, non ne faccio più parte e non ne condivido più la linea che è parte del cosiddetto campo largo.
Nel 2020 mi sono candidato alla Presidenza della Regione con una lista civica autonoma, totalizzando 17 mila voti che non mi consentirono di superare la proibitiva soglia di sbarramento dell'8%. Nel 2022 mi sono candidato sindaco della mia città con la lista Cittadini Gravinesi ed oggi sono consigliere comunale nella mia città. Oggi torno esattamente dove sono sempre stato come elettore, nel centrodestra, in quel partito che ho sostenuto più di tutti nella mia vita. E ci torno con la schiena dritta, dopo anni di battaglie civiche, denunce, processi, proposte e lavoro sul territorio al servizio della gente.
Ma oggi non voglio parlarvi di me.
Voglio parlare di Gravina.
A Gravina non si costruisce edilizia popolare da decenni. Le famiglie vivono un'emergenza reale, ignorata. La Regione non ha mai dato un segnale.
La mia proposta è chiara:
vendere le case popolari agli attuali assegnatari, trasformandoli in proprietari;
usare i proventi per costruire in Puglia 15.000 nuovi alloggi, con centinaia destinati a Gravina, per rispondere subito all'emergenza casa;
creare un fondo mutui per giovani coppie con garanzia pubblica e rate da 290–390 euro, così chi vuole mettere su famiglia può restare qui, non scappare.
In vent'anni non hanno mai attivato l'emodinamica H24 alla Murgia, un servizio salvavita che dovrebbe essere un diritto, non un privilegio dei baresi. Abbiamo denunciato anni fa questa sperequazione, e nulla è cambiato.
La mia soluzione è operativa dal giorno uno:
attivare l'Emodinamica H24 all'Ospedale della Murgia, portando equità in una terra lasciata indietro;
riequilibrare la rete regionale: oggi Bari ha 7 emodinamiche, la Murgia zero. È inaccettabile;
rendere attivo il PTA di via San Domenico, oggi giace chiuso perfino l'ambulatorio di Neuropsichiatria Infantile che dal 2023 è ancora un cantiere;
implementare il modello lombardo con una AREU pugliese per togliere l'emergenza-urgenza dalle ASL e farla funzionare come un sistema unico, efficiente, senza sprechi.
La quattro corsie? Ad Altamura, alla faccia della Tarantina.
Il Pugliairbus per andare in aeroporto? Ad Altamura.
I collegamenti per Modugno? Tutti da Altamura.
Chi parte da Gravina deve uscire. Chi vuole venire a Gravina deve per forza venire in macchina.
Una città non cresce se non ci può entrare nessuno.
Ecco cosa propongo per porre fine all'isolamento:
riportare il Pugliairbus a Gravina, arretrando il capolinea e integrando gli orari con il trasporto locale;
attivare navette veloci per l'ospedale della Murgia, come hanno fatto per l'ospedale Monopoli-Fasano e ottenere l'arretramento del capolinea a Gravina per raggiungere la zona industriale di Modugno;
inserire Gravina nel sistema dei corridoi logistici regionali;
far valere la posizione strategica della Murgia per attrarre imprese e lavoro.
La Tari è cresciuta senza che nessuno spiegasse perché. Il ciclo dei rifiuti è stato un terreno di sprechi e di business, non di soluzioni.
La mia ricetta è semplice, europea e già applicata altrove:
chiudere il ciclo dei rifiuti come fanno nei Paesi nordici;
costruire impianti moderni, non discariche, per evitare percolato, falde inquinate, aumento di patologie oncologiche e 048;
ridurre l'indifferenziato, valorizzare il riciclo e produrre energia pulita;
far scendere il costo della Tari come avviene dove esiste un impianto moderno di termovalorizzazione con le BAT (best available technologies);
liberare i Comuni dalla schiavitù di discariche private e tariffe imposte.
Oggi la Regione, obbligata dal governo Meloni al monitoraggio, non può più nascondere nulla. Cataratte oltre i due anni, ernie inguinali oltre quattro anni, emorroidi cinque anni.
Cose che non si possono difendere.
Soluzioni immediate e realizzabili:
superamento dell'intramoenia come in Francia, con un ruolo unico per i medici;
straordinari pagati nel pubblico con l'h12 (8-20), non per creare business privati;
apertura delle agende, stop alle chiusure strategiche;
centri unici prenotazioni reali, non otto sistemi paralleli come oggi;
potenziamento dei PTA e della medicina territoriale per filtrare le acuzie e ridurre l'abuso di pronto soccorso;
riorganizzazione della rete diagnostica con un piano annuale di abbattimento liste, monitorato e trasparente.
C'è poi un'altra ingiustizia che pesa come un macigno sulle famiglie gravinesi, il tributo 630 dei consorzi di bonifica.
Lo paghiamo tutti, ogni anno, e non riceviamo un solo servizio.
La Regione non è stata capace, in vent'anni, di risolvere il nodo dei consorzi di bonifica, carrozzoni politici pieni di debiti, dirigenti e poltrone, ma senza manutenzione dei canali, senza pulizia, senza interventi reali. Ci sono costati 300 milioni.
E non basta.
Noi gravinesi paghiamo perfino il pluviale, l'acqua piovana che cade dai nostri terrazzi, che finisce nella fogna bianca del Comune, ma che il Consorzio pretende come se finisse nei canali consortiliche non manutengono.
La mia proposta è netta e definitiva:
azzeramento dei consorzi di bonifica con una legge regionale per costringere la Corte Costituzionale ad esprimersi;
trasferimento delle funzioni agli agricoltori e alle organizzazioni agricole, non ai carrozzoni politici;
stop immediato al tributo 630 finché non esiste una contropartita di servizi reali;
introduzione del principio "chi manutiene decide", come accade nei Paesi civili;
un piano straordinario per riportare efficienza, pulizia dei canali e prevenzione idrogeologica nella Murgia.
GRAVINESI, FATEVI UNA DOMANDA.
Dopo vent'anni di promesse, comizi, passerelle, narrazioni, meritano davvero il vostro voto?
Se pensate di sì, votate pure il centrosinistra, Decaro che è figlio di Vendola ed Emiliano, il campo largo.
Ma se pensate che Gravina meriti qualcosa di meglio, allora non rimanete a casa.
Ricordate una cosa:
il non voto è un regalo a chi ha già il potere.
Il voto contrario, invece, vale doppio.
Nel 2020 Emiliano vinse con 870.000 voti, ma un milione e mezzo di pugliesi non andò a votare.
Nel 2022, alle comunali, a Gravina 11.500 persone non andarono alle urne. Per soli 740 voti non arrivammo al ballottaggio contro chi aveva dieci liste.
Ecco perché dico:
se anche un 7-8% di chi oggi non vota si rimette in cammino, possiamo ribaltare vent'anni di immobilismo.
Possiamo ridare speranza all'entroterra murgiano, che è sempre stato trattato come il fanalino di coda della Puglia.
Io ci metto la faccia, la storia, le battaglie, i patemi d'animo e la coerenza.
Voi metteteci il coraggio di cambiare per recarvi alle urne.
Il 23 e 24 novembre votate, perché questa volta il vostro voto può cambiare davvero il destino di Gravina e della Puglia.
Al vostro servizio
Mario Conca
Abbiamo avuto un centrosinistra a trazione PD che ha governato la Regione Puglia ininterrottamente, e che a Gravina ha trovato terreno fertile per continuare, indisturbato, un modello che ci ha lasciato sempre un passo indietro rispetto al resto del territorio.
Perché dovremmo votarli ancora?
Io mi presento ai gravinesi per quello che sono, senza maschere.
Nel 2015 fui eletto con il Movimento 5 Stelle, quando il Movimento non era né di destra né di sinistra, ma era una terza via. Sei anni fa ne sono stato epurato, unitamente a centinaia di attivisti per la sete di poltrone del cerchio magico, non ne faccio più parte e non ne condivido più la linea che è parte del cosiddetto campo largo.
Nel 2020 mi sono candidato alla Presidenza della Regione con una lista civica autonoma, totalizzando 17 mila voti che non mi consentirono di superare la proibitiva soglia di sbarramento dell'8%. Nel 2022 mi sono candidato sindaco della mia città con la lista Cittadini Gravinesi ed oggi sono consigliere comunale nella mia città. Oggi torno esattamente dove sono sempre stato come elettore, nel centrodestra, in quel partito che ho sostenuto più di tutti nella mia vita. E ci torno con la schiena dritta, dopo anni di battaglie civiche, denunce, processi, proposte e lavoro sul territorio al servizio della gente.
Ma oggi non voglio parlarvi di me.
Voglio parlare di Gravina.
- Edilizia popolare e emergenza abitativa: abbandonate.
A Gravina non si costruisce edilizia popolare da decenni. Le famiglie vivono un'emergenza reale, ignorata. La Regione non ha mai dato un segnale.
La mia proposta è chiara:
vendere le case popolari agli attuali assegnatari, trasformandoli in proprietari;
usare i proventi per costruire in Puglia 15.000 nuovi alloggi, con centinaia destinati a Gravina, per rispondere subito all'emergenza casa;
creare un fondo mutui per giovani coppie con garanzia pubblica e rate da 290–390 euro, così chi vuole mettere su famiglia può restare qui, non scappare.
- Sanità: cittadini di serie B.
In vent'anni non hanno mai attivato l'emodinamica H24 alla Murgia, un servizio salvavita che dovrebbe essere un diritto, non un privilegio dei baresi. Abbiamo denunciato anni fa questa sperequazione, e nulla è cambiato.
La mia soluzione è operativa dal giorno uno:
attivare l'Emodinamica H24 all'Ospedale della Murgia, portando equità in una terra lasciata indietro;
riequilibrare la rete regionale: oggi Bari ha 7 emodinamiche, la Murgia zero. È inaccettabile;
rendere attivo il PTA di via San Domenico, oggi giace chiuso perfino l'ambulatorio di Neuropsichiatria Infantile che dal 2023 è ancora un cantiere;
implementare il modello lombardo con una AREU pugliese per togliere l'emergenza-urgenza dalle ASL e farla funzionare come un sistema unico, efficiente, senza sprechi.
- Viabilità: isolati dal resto del mondo.
La quattro corsie? Ad Altamura, alla faccia della Tarantina.
Il Pugliairbus per andare in aeroporto? Ad Altamura.
I collegamenti per Modugno? Tutti da Altamura.
Chi parte da Gravina deve uscire. Chi vuole venire a Gravina deve per forza venire in macchina.
Una città non cresce se non ci può entrare nessuno.
Ecco cosa propongo per porre fine all'isolamento:
riportare il Pugliairbus a Gravina, arretrando il capolinea e integrando gli orari con il trasporto locale;
attivare navette veloci per l'ospedale della Murgia, come hanno fatto per l'ospedale Monopoli-Fasano e ottenere l'arretramento del capolinea a Gravina per raggiungere la zona industriale di Modugno;
inserire Gravina nel sistema dei corridoi logistici regionali;
far valere la posizione strategica della Murgia per attrarre imprese e lavoro.
- Rifiuti e tasse: paghiamo più degli altri, per avere meno degli altri.
La Tari è cresciuta senza che nessuno spiegasse perché. Il ciclo dei rifiuti è stato un terreno di sprechi e di business, non di soluzioni.
La mia ricetta è semplice, europea e già applicata altrove:
chiudere il ciclo dei rifiuti come fanno nei Paesi nordici;
costruire impianti moderni, non discariche, per evitare percolato, falde inquinate, aumento di patologie oncologiche e 048;
ridurre l'indifferenziato, valorizzare il riciclo e produrre energia pulita;
far scendere il costo della Tari come avviene dove esiste un impianto moderno di termovalorizzazione con le BAT (best available technologies);
liberare i Comuni dalla schiavitù di discariche private e tariffe imposte.
- Liste d'attesa infinite: una vergogna silenziata.
Oggi la Regione, obbligata dal governo Meloni al monitoraggio, non può più nascondere nulla. Cataratte oltre i due anni, ernie inguinali oltre quattro anni, emorroidi cinque anni.
Cose che non si possono difendere.
Soluzioni immediate e realizzabili:
superamento dell'intramoenia come in Francia, con un ruolo unico per i medici;
straordinari pagati nel pubblico con l'h12 (8-20), non per creare business privati;
apertura delle agende, stop alle chiusure strategiche;
centri unici prenotazioni reali, non otto sistemi paralleli come oggi;
potenziamento dei PTA e della medicina territoriale per filtrare le acuzie e ridurre l'abuso di pronto soccorso;
riorganizzazione della rete diagnostica con un piano annuale di abbattimento liste, monitorato e trasparente.
- Agricoltura e tributo 630: paghiamo per servizi mai resi.
C'è poi un'altra ingiustizia che pesa come un macigno sulle famiglie gravinesi, il tributo 630 dei consorzi di bonifica.
Lo paghiamo tutti, ogni anno, e non riceviamo un solo servizio.
La Regione non è stata capace, in vent'anni, di risolvere il nodo dei consorzi di bonifica, carrozzoni politici pieni di debiti, dirigenti e poltrone, ma senza manutenzione dei canali, senza pulizia, senza interventi reali. Ci sono costati 300 milioni.
E non basta.
Noi gravinesi paghiamo perfino il pluviale, l'acqua piovana che cade dai nostri terrazzi, che finisce nella fogna bianca del Comune, ma che il Consorzio pretende come se finisse nei canali consortiliche non manutengono.
La mia proposta è netta e definitiva:
azzeramento dei consorzi di bonifica con una legge regionale per costringere la Corte Costituzionale ad esprimersi;
trasferimento delle funzioni agli agricoltori e alle organizzazioni agricole, non ai carrozzoni politici;
stop immediato al tributo 630 finché non esiste una contropartita di servizi reali;
introduzione del principio "chi manutiene decide", come accade nei Paesi civili;
un piano straordinario per riportare efficienza, pulizia dei canali e prevenzione idrogeologica nella Murgia.
GRAVINESI, FATEVI UNA DOMANDA.
Dopo vent'anni di promesse, comizi, passerelle, narrazioni, meritano davvero il vostro voto?
Se pensate di sì, votate pure il centrosinistra, Decaro che è figlio di Vendola ed Emiliano, il campo largo.
Ma se pensate che Gravina meriti qualcosa di meglio, allora non rimanete a casa.
Ricordate una cosa:
il non voto è un regalo a chi ha già il potere.
Il voto contrario, invece, vale doppio.
Nel 2020 Emiliano vinse con 870.000 voti, ma un milione e mezzo di pugliesi non andò a votare.
Nel 2022, alle comunali, a Gravina 11.500 persone non andarono alle urne. Per soli 740 voti non arrivammo al ballottaggio contro chi aveva dieci liste.
Ecco perché dico:
se anche un 7-8% di chi oggi non vota si rimette in cammino, possiamo ribaltare vent'anni di immobilismo.
Possiamo ridare speranza all'entroterra murgiano, che è sempre stato trattato come il fanalino di coda della Puglia.
Io ci metto la faccia, la storia, le battaglie, i patemi d'animo e la coerenza.
Voi metteteci il coraggio di cambiare per recarvi alle urne.
Il 23 e 24 novembre votate, perché questa volta il vostro voto può cambiare davvero il destino di Gravina e della Puglia.
Al vostro servizio
Mario Conca