Colligo Festival: Gravina risuona di musica, arte e libertà
Gravina celebra la cultura indipendente con due giornate di live, cinema e contaminazioni artistiche.
martedì 14 ottobre 2025
10.09
Per due giorni Gravina in Puglia è diventata il cuore pulsante dell'Alta Murgia, ospitando la quinta edizione del Colligo Festival, un evento che ha saputo unire musica, parole, cinema e libertà creativa in un'unica grande esperienza collettiva. Nato con l'obiettivo di valorizzare il territorio attraverso l'arte e la condivisione, Colligo ha trasformato gli spazi dell'ormai in disuso cinema Sidion in un crocevia di suoni, incontri e vibrazioni, restituendo a un luogo che un tempo rappresentava uno status e un punto di riferimento culturale per la comunità una dimensione nuova ed eclettica.
Il primo giorno, venerdì, il pubblico ha iniziato a riempire le sale già dal pomeriggio, accolto da un'atmosfera vivace e stimolante. Il festival ha inaugurato la sua programmazione con un talk firmato Ghemon, che ha incantato con il suo racconto intimo e ironico sul percorso artistico e umano, tra musica, scrittura e riflessioni personali. Subito dopo, la serata è entrata nel vivo con il DJ set di Fabio Nirta.
Contemporaneamente, si è aperta la rassegna musicale live. Gaia Rollo ha dato il via alle danze con una performance intensa e raffinata, seguita dal concerto esplosivo dei Calibro 35, maestri del groove cinematografico e delle atmosfere funk. A chiudere la serata è arrivato Clap! Clap!, che con il suo DJ set ha mescolato ritmi tribali, elettronica e suggestioni globali, trasformando la sala in un viaggio sonoro senza confini.
Il sabato ha riportato la stessa energia, ma con una sfumatura più poetica e cinematografica. Il festival ha reso omaggio al regista pugliese Nico Cirasola con la proiezione del film "Il mio nome è Nico Cirasola" di Giovanni Piperno, un documentario dal sapore agrodolce e nostalgico, le cui scene hanno accompagnato gli spettatori dietro le quinte delle riprese di un film dell'eccentrico regista gravinese. Anche in questa seconda giornata, Fabio Nirta ha accompagnato il pubblico fino alla chiusura, con la proiezione di un montaggio di clip e stralci musicali di Battiato, dando la possibilità al pubblico di trovarsi raccolto in un'atmosfera più intima e di staccare per qualche istante dall'energia caotica e dalla musica ad alto volume degli artisti sul palco.
Nel frattempo, Scar ha aperto la serata con un live energico e diretto, seguito dal progetto RIP, che ha portato sul palco un sound graffiante e moderno. Poi è arrivato Giorgio Poi, in una versione in duo capace di alternare dolcezza e malinconia, regalando uno dei momenti più struggenti dell'intero festival. A concludere la due giorni, il DJ set di Camoufly, che ha trasformato la notte in una grande festa collettiva, con il pubblico a ballare sotto le luci e le stelle della Murgia.
Il successo del festival è stato confermato dall'accoglienza positiva che ha ricevuto dal pubblico anche questa volta: il cinema Sidion era gremito di gente che lo animava, si percepivano la frenesia nell'aria e l'entusiasmo collettivo.
Due giornate intense, fatte di incontri, emozioni e libertà creativa. Colligo Festival ha dimostrato che la cultura può ancora unire, far riflettere e far ballare, creando comunità attorno alla musica e all'arte. La più grande ricchezza che occasioni come questa restituiscono è la consapevolezza che, quando l'arte incontra le persone, dà vita a qualcosa di incredibile.
Il primo giorno, venerdì, il pubblico ha iniziato a riempire le sale già dal pomeriggio, accolto da un'atmosfera vivace e stimolante. Il festival ha inaugurato la sua programmazione con un talk firmato Ghemon, che ha incantato con il suo racconto intimo e ironico sul percorso artistico e umano, tra musica, scrittura e riflessioni personali. Subito dopo, la serata è entrata nel vivo con il DJ set di Fabio Nirta.
Contemporaneamente, si è aperta la rassegna musicale live. Gaia Rollo ha dato il via alle danze con una performance intensa e raffinata, seguita dal concerto esplosivo dei Calibro 35, maestri del groove cinematografico e delle atmosfere funk. A chiudere la serata è arrivato Clap! Clap!, che con il suo DJ set ha mescolato ritmi tribali, elettronica e suggestioni globali, trasformando la sala in un viaggio sonoro senza confini.
Il sabato ha riportato la stessa energia, ma con una sfumatura più poetica e cinematografica. Il festival ha reso omaggio al regista pugliese Nico Cirasola con la proiezione del film "Il mio nome è Nico Cirasola" di Giovanni Piperno, un documentario dal sapore agrodolce e nostalgico, le cui scene hanno accompagnato gli spettatori dietro le quinte delle riprese di un film dell'eccentrico regista gravinese. Anche in questa seconda giornata, Fabio Nirta ha accompagnato il pubblico fino alla chiusura, con la proiezione di un montaggio di clip e stralci musicali di Battiato, dando la possibilità al pubblico di trovarsi raccolto in un'atmosfera più intima e di staccare per qualche istante dall'energia caotica e dalla musica ad alto volume degli artisti sul palco.
Nel frattempo, Scar ha aperto la serata con un live energico e diretto, seguito dal progetto RIP, che ha portato sul palco un sound graffiante e moderno. Poi è arrivato Giorgio Poi, in una versione in duo capace di alternare dolcezza e malinconia, regalando uno dei momenti più struggenti dell'intero festival. A concludere la due giorni, il DJ set di Camoufly, che ha trasformato la notte in una grande festa collettiva, con il pubblico a ballare sotto le luci e le stelle della Murgia.
Il successo del festival è stato confermato dall'accoglienza positiva che ha ricevuto dal pubblico anche questa volta: il cinema Sidion era gremito di gente che lo animava, si percepivano la frenesia nell'aria e l'entusiasmo collettivo.
Due giornate intense, fatte di incontri, emozioni e libertà creativa. Colligo Festival ha dimostrato che la cultura può ancora unire, far riflettere e far ballare, creando comunità attorno alla musica e all'arte. La più grande ricchezza che occasioni come questa restituiscono è la consapevolezza che, quando l'arte incontra le persone, dà vita a qualcosa di incredibile.