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Politica

Nè per Valente nè per Romita

Sinistra Italiana si chiama fuori dalla campagna elettorale

Si tirano fuori dalla campagna elettorale i rappresentanti locali di Sinistra Italiana decisi a mantenere le distanze tanto dal sindaco uscente Alesio Valente quanto dalla nuova coalizione guidata da Mimmo Romita.

Una presa di distanza netta ribadendo di essere "assolutamente disinteressati alla conquista di qualche scranno purchessia nell'assise consiliare" ma interessati a ricostruire "una comunità di sinistra che recuperi il gusto dell'impegno politico, a costruire progettualità ispirate a solidarismo ed uguaglianza, a recuperare e valorizzare le energie individuali e collettive della nostra gente, soprattutto dei giovani, depresse e letargizzate da una politica disattenta e chiusa nelle proprie misere e trite liturgie".
Bocciate senza appello le diverse proposte politiche che si sfideranno il prossimo 11 giugno le critiche più dure sono rivolte alla coalizione uscente e all'alternativa centrista guidata da Mimmo Romita.
Durissimo il giudizio contro Alesio Valente e i suoi cinque anni di governo "ostaggio di forze politiche spesso monocratiche, portatori di interessi molto singolari e peripatetici nella compagine consiliare, e che, pur di mantenere il potere di gestione della cosa pubblica, ha acconsentito a richieste e ricatti, distribuendo o anche solo millantando favori e prebende in cambio di sostegno".

"Se vogliamo tentare un onesto bilancio di quello che è stato, al netto dell'eredità passata – scrivono da Sinistra Italiana - non possiamo sottacere della scarsa trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa, della mancanza di cultura politica dei chiamati alla gestione, della scarsa consapevolezza dei doveri del ruolo ricoperto. Tutto quanto ha contribuito a peggiorare le prospettive di sviluppo della terra in cui viviamo. E non ci si riferisce unicamente allo sviluppo economico, ma soprattutto a quello sociale e culturale, all'acquisizione di senso di sé di una comunità, di spirito di solidarietà, cooperazione e condivisione".
E le critiche passano per il parco eolico "portato a compimento, in una zona già fortemente impattata e su un sito archeologico, la dice lunga sulla sensibilità collettiva dell'amministrazione uscente, sino ad arrivare al bosco Difesa Grande lasciato all'abbandono anche dopo il grave incendio del 2012 che ne ha dimezzato l'estensione.
Bocciata anche la gestione della zona artigianale e della questione legata alla raccolta dei rifiuti.
"Quello che ieri era il voto per un cambiamento oggi è voto chiesto per la continuità, in un gioco di prestigio parolaio che nasconde l'inconsistenza della proposta politica, di cui oggi come ieri non si afferrano i confini ideali se non ideologici, ma nemmeno le coordinate progettuali. Un voto alla fiducia a chi ha dato ampia prova di inaffidabilità".
E non va bene nemmeno dall'altra parte dove la coalizione guidata da Mimmo Romita viene giudicata "un'operazione di facciata in cui forze politiche antitetiche, riciclate in sedicenti liste civiche, non perseguano che l'obiettivo di un più facile abbordaggio al governo cittadino".

"Non considerando che quasi ovunque il fenomeno abusato del civismo ha mostrato i propri limiti nella contraffazione, nel riciclaggio di vecchia politica, nell'iperlocalismo esasperato in cui si perde la percezione dei nessi causali con i macrofenomeni. Evidenziando l'incapacità di essere partecipe delle forme di valutazione e controllo interne alle istituzioni e quindi collaborare con la democrazia dei partiti, anche allo scopo di aiutarne la rigenerazione".
"Senza un serio e organico progetto politico e amministrativo, che tenga insieme la realtà dei problemi e la complessità delle soluzioni, non si fa niente di utile che per sé stessi, se può ritenersi utile conquistare l'accesso alla stanza dei bottoni per poi restare schiacciati dalla trincea dell'azione di governo, laddove non sovvengano principi e valori guida altri rispetto alla critica e alla protesta. Come ormai si sta palesando in tante fallimentari esperienze amministrative nel Paese, in cui purtroppo le collettività pagano per l'improvvisazione della nuova classe politica emergente" continuano da SI.

Di qui la decisione di essere solo interessati a ricostruire un vero fronte di sinistra capace di lavorare per il bene del paese e non per conquistare facili poltrone.
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