San Nicola, sfila la delegazione Nundinae
Il Centro studi protagonista del corteo storico barese
venerdì 9 maggio 2014
17.32
Il 6, 7 e 8 maggio a Bari si è tenuta la "Storica" Rievocazione del Corteo di San Nicola, per celebrare con degna sontuosità l'arrivo delle reliquie del Santo di Myra a Bari avvenuto il 9 maggio 1087. Nella città barese, dal lungomare fino alla Basilica nicolaiana, figuranti in costume medievale hanno catalizzato l'attenzione della folla.
Per la prima volta in questa edizione presente la Città Gravina in entrambe le giornate con una delegazione del Centro Studi Nundinae.
La partecipazione dei sessanta figuranti con la sezione dei tamburi imperiali, è stata accompagnata per tutto il percorso dall' acclamazione degli spettatori presenti che hanno ammirato i pregevoli costumi di manifattura gravinese rappresentanti la corte di Carlo II d'Angiò.
E' stato sottolineato dal regista Nicola Valenzano, organizzatore dell'evento - a cui và ampio plauso per il magistrale lavoro svolto - la internazionalità e dell'associazione, e dell'evento settembrino, divenuto punto di riferimento per tutto il mondo rievocativo pugliese.
La manifestazione, articolata in tre notti a tema, dense di piccoli e grandi eventi ha legato imprescindibilmente il sacro alla Rievocazione Storica.
Il feeling tra Nundinae e la rievocazione barese nasce da un legame storico tra gli Angioini e il Santo di cui vi diamo alcuni cenni.
Gli Angioini e il tesoro di San Nicola
Con l'avvento del dominio angioino (1266) la Basilica si avviava alla sua epoca d'oro. Con Carlo I la Basilica rientrava in possesso delle sue proprietà, ma con Carlo II raggiunse il suo apogeo grazie alle generose donazioni di questo sovrano. Una generosità che si spiega con la sua convinzione di dovere la sua vita a S. Nicola. Catturato e condannato a morte in Sicilia, la notte invocò S. Nicola e all'alba venne a sapere che la condanna era stata annullata. Tre anni dopo rientrò a Napoli, cominciò ad inviare doni di ogni genere alla Basilica dove riposavano le reliquie del suo "salvatore". Nel 1295 le faceva donare dal papa il ricco monastero di Ognissanti con le sue pertinenze, nel 1301 visitava la sua "cappella regia", e forse in questa occasione le donava la maggior parte delle preziose reliquie conservate in altrettanto preziosi reliquiari, nel 1309 otteneva ancora dall'arcivescovo di Bari la donazione della chiesa bizantina di S. Gregorio, che si incuneava nel cortile antistante la Basilica. Sono pervenuti invece almeno otto dei 23 codici liturgici donati da Carlo II d'Angiò ed almeno altrettante reliquie con relativi preziosi reliquiari. Dal punto di vista architettonico si ebbero in questo primo periodo angioino due delle più rinomate sepolture, quelle dei due cancellieri baresi Roberto Chiurlia e quella di Sparano da Bari.
Per la prima volta in questa edizione presente la Città Gravina in entrambe le giornate con una delegazione del Centro Studi Nundinae.
La partecipazione dei sessanta figuranti con la sezione dei tamburi imperiali, è stata accompagnata per tutto il percorso dall' acclamazione degli spettatori presenti che hanno ammirato i pregevoli costumi di manifattura gravinese rappresentanti la corte di Carlo II d'Angiò.
E' stato sottolineato dal regista Nicola Valenzano, organizzatore dell'evento - a cui và ampio plauso per il magistrale lavoro svolto - la internazionalità e dell'associazione, e dell'evento settembrino, divenuto punto di riferimento per tutto il mondo rievocativo pugliese.
La manifestazione, articolata in tre notti a tema, dense di piccoli e grandi eventi ha legato imprescindibilmente il sacro alla Rievocazione Storica.
Il feeling tra Nundinae e la rievocazione barese nasce da un legame storico tra gli Angioini e il Santo di cui vi diamo alcuni cenni.
Gli Angioini e il tesoro di San Nicola
Con l'avvento del dominio angioino (1266) la Basilica si avviava alla sua epoca d'oro. Con Carlo I la Basilica rientrava in possesso delle sue proprietà, ma con Carlo II raggiunse il suo apogeo grazie alle generose donazioni di questo sovrano. Una generosità che si spiega con la sua convinzione di dovere la sua vita a S. Nicola. Catturato e condannato a morte in Sicilia, la notte invocò S. Nicola e all'alba venne a sapere che la condanna era stata annullata. Tre anni dopo rientrò a Napoli, cominciò ad inviare doni di ogni genere alla Basilica dove riposavano le reliquie del suo "salvatore". Nel 1295 le faceva donare dal papa il ricco monastero di Ognissanti con le sue pertinenze, nel 1301 visitava la sua "cappella regia", e forse in questa occasione le donava la maggior parte delle preziose reliquie conservate in altrettanto preziosi reliquiari, nel 1309 otteneva ancora dall'arcivescovo di Bari la donazione della chiesa bizantina di S. Gregorio, che si incuneava nel cortile antistante la Basilica. Sono pervenuti invece almeno otto dei 23 codici liturgici donati da Carlo II d'Angiò ed almeno altrettante reliquie con relativi preziosi reliquiari. Dal punto di vista architettonico si ebbero in questo primo periodo angioino due delle più rinomate sepolture, quelle dei due cancellieri baresi Roberto Chiurlia e quella di Sparano da Bari.