No Imu agricola, a Matera la mega-mobilitazione degli agricoltori
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La città

Manifestazione nazionale contro l’IMU agricola, Gravina ci sarà

Giovedì consiglio comunale aperto in piazza Montecitorio al fianco del Movimento Riscatto

Il Comune di Gravina combatte al fianco degli agricoltori nella dura battaglia per la cancellazione dell'Imu sui terreni agricoli.

Sceglie così di aderire alla manifestazione nazionale organizzata a Roma per giovedì 21 maggio e di convocare, dinanzi alla sede del Parlamento, un consiglio comunale aperto. A Montecitorio si incontreranno sindaci, amministrazioni comunali, associazioni e centinaia di agricoltori e cittadini per dire ancora una volta NO alla tassazione degli appezzamenti agricoli.

Durante la giornata si terranno in piazza i consigli comunali congiunti dei diversi Comuni aderenti, durante i quali verrà approvata la "mozione unitaria per l'abolizione dell'Imu agricola per le iniziative da condividere con gli altri Comuni italiani e con il coordinamento nazionale No-Imu sulle terre". L'assemblea consiliare gravinese è stata convocata, dal presidente del consiglio comunale Giacinto Lupoli, per le ore 12 di giovedì. La seduta pubblica sarà preceduta da un incontro con i rappresentanti del Governo e con le istituzioni parlamentari; poi, al termine dei lavori un incontro conclusivo chiuderà la mobilitazione.

Chiare le richieste: la moratoria dei provvedimenti in corso e il ripristino della situazione precedente al provvedimento IMU sui terreni, l'apertura di un confronto per una soluzione equa sostenibile e non punitiva per comuni, agricoltori e cittadini, e infine il reintegro delle somme sottratte.
Nel corso della manifestazione è prevista anche la consegna simbolica, alle istituzioni parlamentari e di Governo, delle chiavi di molte aziende agricole e di diversi Comuni rurali.

Il primo cittadino Alesio Valente, che già durante la conferenza svoltasi nel corso della Fiera di San Giorgio sul tema si era detto favorevole alla convocazione in piazza del consiglio comunale, commenta: "È un'ulteriore tappa del percorso da noi avviato, con convinzione e determinazione, insieme a tantissimi Comuni di Puglia, Basilicata e Campania, per dare un segnale chiaro: noi stiamo dalla parte degli agricoltori e del territorio". "L'agricoltura è il settore trainante della nostra economia locale", continua, "aumentare l'incidenza della tassazione, in un periodo di grave crisi e nonostante la recente introduzione di altri balzelli per altri servizi, ha significato affossare il settore, con ricadute negative anche sotto il profilo occupazionale. Democraticamente e pacificamente chiederemo al Governo di cambiare verso".

Intanto nella giornata di martedì i responsabili del movimento lucano "Riscatto" hanno tenuto a Roma una conferenza stampa nel quale hanno presentato le richieste che saranno formalizzate dai Consiglio comunali.
Nello specifico si chiede "di avviare un percorso unitario e partecipato di cittadini, agricoltori, sindaci e associazioni civili che, coinvolgendo i 4.528 comuni e comunità direttamente interessate e gli altri che compongono il territorio rurale italiano in crisi, finalizzato ad ottenere che Governo e Parlamento cancellino il provvedimento sull'IMU agricola".
Quattro gli obiettivi attesi per l'incontro: "la condivisione del documento e la piattaforma unitaria NO-IMU agricola su cui chiedere l'apertura di un confronto con il Governo e il Parlamento; l'avvio di una campagna nazionale di informazione, controinformazione e sensibilizzazione; l'avvio di una mobilitazione nazionale per la disobbedienza civile".

Inoltre sono state annunciate due giornate unitarie di mobilitazione per il 9 e il 10 giugno e una di manifestazione per il 17 giugno in occasione della convocazione della seduta in cui il TAR del Lazio prenderà in esame le centinaia di ricorsi dei comuni e delle Anci Regionali.

"La norma voluta dal Governo con il decreto sull'IMU agricola - tuonano dal movimento Riscatto - sta colpendo in maniera diretta la già fragile economia di 4.528 comuni rurali cui sono stati sottratti circa 350 milioni di euro di trasferimenti ordinari da parte dello stato per il 2014 e si prevede vengano tolti altrettanti per il 2015. Una tassa che colpisce il territorio a macchia di leopardo dividendo i cittadini in appartenenti a Comuni di serie A e di serie B e costringendo molti dei loro Comuni al dissesto finanziario. Una tassa ingiusta e fondata su previsioni su calcoli sbagliati e pasticciati dai forti profili di illegittimità e incostituzionalità che colpisce le aziende agricole e i cittadini possessori di terra, le comunità costrette a vedersi tagliare trasferimenti e dunque servizi. I comuni ridotti a gabellieri dello Stato".
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