La città

Piano Casa, nuovo incontro al Comune per osservazioni

Che città abbiamo costruito fino ad oggi e quale città vogliamo costruire per il futuro? Attorno alla legge 20 della Regione Puglia, a tutti più nota come "Nuovo Piano Casa", ruotano questioni...

Si cercano soluzioni condivise per la città del futuro

Che città abbiamo costruito fino ad oggi e quale città vogliamo costruire per il futuro? Attorno alla legge 20 della Regione Puglia, a tutti più nota come “Nuovo Piano Casa”, ruotano questioni urbanistiche più ampie, che decideranno la pianificazione dell’assetto urbano della città per i prossimi anni. Una questione non da poco che l’amministrazione comunale ha voluto condividere con le associazioni di categoria, i tecnici e le imprese per tentare di intraprendere un percorso condiviso nella realizzazione della città del futuro.
Senza però poter derogare ad alcuni punti come efficientamento energetico, spazi verdi e servizi, per un provvedimento da varare da parte dell’amministrazione comunale, che si presenta come una vera e propria variante al Prg, che va ricordato, a Gravina, è datato 1994.

Dunque questioni importanti che hanno portato a Palazzo di Città numerosi professionisti che hanno voluto sviscerare, con le proprie osservazioni, le maggiori criticità presentate dall’applicazione della legge regionale e offrire diverse interpretazioni della stessa. Criticità sulle altezze consentite dal piano, con le difficoltà a realizzare la premialità volumetrica prevista; o l’applicabilità nelle zone rurali; oppure l’autonomia riservata ai Comuni sull’applicazione del Piano Casa per gli immobili realizzati in data precedente al 1950.

Insomma, questioni tecniche, sulle quali non c’è stato un parere concorde tra gli stessi ingegneri ed architetti presenti all’incontro, rispetto alle limitazioni che la legge impone. Ciò che, invece, è certo, dichiarato da alcuni, quasi come una autocritica, è che negli ultimi anni a Gravina non si è realizzato un buon patrimonio edilizio. “La qualità del costruito ha lasciato a desiderare” e su questo bisognerà lavorare per i prossimi anni. Una questione fondamentale, quasi passata in secondo piano nel corso del dibattito che, invece, si è stagnato sulle interpretazioni della legge, per consentire o meno di ottenere qualche metro in più a disposizione per costruire. E’ vero, gli operatori economici hanno bisogno di certezze, ed è importante riuscire a dare loro delle risposte, ma immaginarsi come sarò la città tra qualche anno non è certo cosa di poco conto, anzi tutt’altro.

Avere una visione riduttiva dell’opportunità rappresentata dalla nuova legge, potrebbe far perdere l’occasione alla città di avere una visione più organica del proprio sviluppo, garantendo per gli anni a seguire una crescita del territorio urbano e una Skyline della città tutta da riscrivere. Su questo l’amministrazione comunale sembra avere le idee chiare -come ha detto l’assessore alle politiche urbanistiche e pianificazione territoriale, Vito Stimolo- con azioni che dovrebbero puntare a creare nuovi spazi di socialità, aumentare le aree verdi ed eliminare quelle barriere che non consento di avere una visione organica della città.

Sarebbe poco produttivo per tutti non cogliere l’occasione di partecipare e contribuire alla realizzazione di un cambiamento epocale per Gravina, soffermandosi a discutere delle minuzie che riguardano la possibilità di aumentare le cubature, delle quali, francamente, non sappiamo se averne realmente bisogno.