Valente svende il Centro servizi

Il centro destra attacca ma l’amministrazione resta in silenzio

venerdì 1 agosto 2014 11.14
A cura di Antonella Testini
"Dal tormentone della campagna elettorale "Cambiamente", alla realtà dei fatti che si è trasformata in Cambianiente, al nuovo slogan coniato in questi ultimi giorni che recita: "Valente svende".

Nonostante la rima baciata non di poesia ma di una dura critica politica che il centro destra gravinese fa dono al sindaco Alesio Valente a proposito dell'ultima decisione intrapresa dalla giunta comunale di affidare il Centro servizi della zona Pip all'Unione dei comuni, competente per la gestione dei rifiuti dell'Ato Bari 4.
"Procurare una sede ad un consorzio tra comuni, di cui Valente è presidente, non può che significare calpestare e raggirare le più elementari norme edilizie e di legalità, in barba al contenuto del decreto legge sulla spending review circa la cessione gratuita degli immobili pubblici" attaccano gli esponenti del Nuovo centrodestra, Forza Italia, Movimento Schittulli e Fratelli d'Italia.

Una scelta, quella del governo cittadino, che ha sollevato, oltre a tanta perplessità, anche numerosi interrogativi tra gli esponenti del centro destra. L'obiettivo è capire cosa abbia spinto il Municipio "ad affidare in comodato d'uso un edificio pubblico ad un ente, quando alla struttura manca il collaudo e l'agibilità" e soprattutto come pensa, il Comune di risolvere " le gravi carenze strutturali che insistono sulla struttura, oltre ad un contenzioso con la ditta esecutrice per un importo di circa 1,5 milioni di euro?".

Il centro servizi, infatti, è da anni al centro di un giudizio avviato tra il Comune e l'Ati RU.CA. Srl di Nicola Canonico in collaborazione con l'impresa Rana su una serie di rivalse economiche avanzate da entrambe le parti. Palazzo di città denuncia la mancata esecuzione di alcuni lavori che avrebbero salvato l'immobile da muffe e umidità. L'impresa, invece, accusa il Comune di aver rilasciato in ritardo i certificati per la cessione dell'area e di aver di fatto inficiato la vendita dei locali destinati ai privati, provocando all'impresa un danno per 1,5 milioni di euro. Tuttavia nel 2011 l'amministrazione guidata da Giovanni Divella ha rilasciato, a due anni dalla fine dei lavori, il collaudo tecnico amministrativo e avviato il contenzioso dinanzi al Tribunale di Bari chiedendo la restituzione delle somme versate per la realizzazione dei lavori mai portati a termine dall'impresa.

Oggi una nuova giunta alla guida del Municipio gravinese chiede che sia l'Unicam ad accollarsi le spese per il ripristino della struttura ed evidentemente a farsi carico anche del contenzioso in corso.
Di qui l'attacco del centro destra rivolto anche agli ex alleati "come Michele Lamuraglia, Raffaele Lorusso, Giacinto Lupoli, Sergio Varvara e lo stesso Christian Divella (nipote dell'ex sindaco)" rei di aver "cancellato gli atti e i provvedimenti posti in essere dall'Amministrazione Divella con i quali sono stati contestati i lavori realizzati dall'impresa".
Infine l'auspicio che "il sindaco e la sua giunta, con questa operazione non abbiano creato il precedente, mettendo a repentaglio il contenzioso milionario aperto, qualche anno fa, dal Comune di Gravina nei confronti della ditta che ha realizzato l'opera".

Domande che ad oggi non hanno trovato risposto e a cui nessuno tra gli esponenti della giunta Valente ha inteso rispondere nemmeno nel corso dell'ultimo Consiglio comunale quando la questione Centro Servizi è stata sollevata dai consiglieri di opposizione.