“Le pergamene dell’Archivio diocesano"

Dettagli inediti sulla storia medioevale gravinese.

lunedì 20 gennaio 2014 11.32
A cura di Ilaria Logruosso
Un vero tesoro, quello delle pergamene custodite nell'Archivio diocesano di Gravina, che tornando alla luce, raccontano in maniera inedita un passato fino ad ora poco o affatto conosciuto .

Uno studio su manoscritti di epoca medioevale (risalenti ad un periodo compreso tra il secolo XI e XIV), che si traduce in una pubblicazione dal titolo "Le pergamene dell'archivio diocesano di Gravina: Fondo Capitolare (1901-1938) - Fondo opera Pia Sacro Monte dei Morti (1147-1346)" a cura di Corinna Drago Tedeschini, docente di paleografia latina, con la collaborazione di Pasquale Cordasco e Clelia Grattagrisi, entrambi docenti dell' università "Aldo Moro" di Bari. Codici che riportano nel dettaglio, date, fatti storici e nomi dei protagonisti dell'ambiente gravinese del basso medioevo, informazioni utili a ricostruire il nostro paesaggio agrario, le tradizioni e la vita di clero, feudatari e nobili.

"E' la prima volta che viene pubblicata un'edizione critica di queste pergamene, grazie alla quale sarà possibile per tutti consultarle e studiarle" racconta don Giacomo Lorusso, responsabile dell' Archivio diocesano, a proposito del progetto fortemente voluto da lui e Francesco Bernardi. "Quelle pergamene sono sempre state lì e difatti sono già state oggetto di studio da parte di Marisa D'agostino e Fedele Raguso, ma soltanto ora sono state pubblicate in un'edizione critica. Nel volume è possibile trovare il testo scritto in caratteri originali, in latino, oltre ad una introduzione che ne chiarisce i contenuti; vengono esplicate la modalità di scrittura del tempo e le regole ben precise che venivano seguite per redigere un testo".

Il Medioevo non è poi così lontano se consideriamo che tante scoperte e tante invenzioni di uso comune ancora oggi, pensiamo ad esempio alla forchetta, risalgono proprio a quel periodo storico. Può darsi dunque, che in quei testi siano racchiusi vizi e virtù di una società gravinese medioevale che non si discosta poi così tanto da quella dei nostri giorni.