La storia di riscatto di Fofana

Intervista a un immigrato con la passione per il modellismo

mercoledì 9 dicembre 2020
A cura di Angela Mazzotta
Oggi Gravinalife racconta una storia, non una storia qualunque ma una storia di riscatto e di libertà. Non solo perché sta finendo questo maledetto 2020 e si avvicina Natale: le vicissitudini di Fofana Biman, immigrato a Gravina dalla Costa D'Avorio, aprono il cuore e portano con sé più di una riflessione per chi è predisposto, al grido sincero di "prima l'umanità!".

Per comprendere appieno il racconto commosso di Fofana, ci siamo immersi nel suo dolore attraverso i suoi occhi umidi e profondi, di chi ne ha viste troppe nonostante la giovane età. Abbiamo ascoltato la sua storia piena di sofferenza, scoperto che esiste davvero un viaggio alla ricerca della felicità e di una vita migliore. Un vissuto difficile da cancellare ma da raccontare, a suo dire, per far comprendere a molti i motivi per cui tanta gente, nel sud di questo mondo, decide di lasciare la propria terra verso l'ignoto.

Una storia meravigliosamente a lieto fine come, tristemente vero, ce ne sono poche per chi decide di fuggire dalla propria casa e sfidare il mare. Fortunato quindi il nostro protagonista che ha cercato e trovato il suo riscatto in Italia, la sua terra promessa, strano a dirsi, nella nostra Gravina. Ecco, di seguito, l'intervista esclusiva di Gravinalife.

Ci racconta la sua storia?
Ho 28 anni e vengo dalla Costa D'Avorio. Nel 2017 ho fatto un viaggio di sola andata per l'Italia. Nel mio paese lavoravo con mio padre come carrozziere, non ci mancava nulla eravamo benestanti. Prima del 2011 tutti vivevano bene, è il paese per eccellenza nella produzione mondiale di cacao. Nel 2011, però, è arrivata la guerra. Mio padre è stato arrestato, da quel giorno non l'ho più visto. Sono fuggito dal mio paese per paura e sono andato a vivere da un amico. Ho perso tutto, famiglia, lavoro, casa ma il mio amico mi ha incoraggiato ad andare avanti e mi ha detto di pensare al futuro e di dimenticare il passato.

Siamo andati in Libia, sono stato 5 anni prigioniero, lavoravo senza essere pagato. Poi ho preso una malattia della pelle molto contagiosa e i miei prigionieri si sono liberati di me buttandomi nel deserto. Ho camminato tanti giorni nel deserto, non so quanti, credevo di morire senza cibo né acqua e vedevo di sera le luci di una città lontanissima. Sono arrivato nella città di Saba, per 3 mesi sono stato medicato, sono guarito e ho lavorato 4 mesi come carrozziere. Venivo continuamente derubato dei miei guadagni perché in Libia chiunque possiede armi, anche i bambini vanno in giro con pistole, fucili e coltelli. Ho nascosto soldi nelle scarpe e con quel denaro ho pagato gli scafisti.

Sulla mia barca eravamo 204 persone, di tutte le età, ma solo 4 di noi sono sopravvissuti. La nostra barca si è ribaltata, abbiamo perso la rotta e siamo arrivati a Salerno invece di Lampedusa. Io mi sono svegliato solo a Gravina, ho perso conoscenza per 3 giorni. Ho vissuto per un po' di tempo nella cooperativa "Nuovi Orizzonti" alla Murgetta.


Quindi Gravina è stata una meta casuale?
Mi sono ritrovato per caso qui, dalla cooperativa "Nuovi Orizzonti" molti sono stati trasferiti in una struttura a Bitonto, un amico mi ha aiutato e portato nella parrocchia di San Francesco. Ho iniziato come volontario per la mensa dei poveri "Perfetta Letizia" di San Francesco, ho partecipato alla vita parrocchiale, mi sono finalmente sentito parte di una comunità.

Ha contatti con i suoi familiari? Vorrebbe andare via da Gravina?
No purtroppo, sento solo mia zia. Mi fa molto male ma non so niente del resto della mia famiglia. Sto benissimo a Gravina, si vive molto bene qui e ho tanti amici che mi vogliono bene. Ho vissuto episodi di razzismo ma capisco la diffidenza della gente, ci sono alcuni immigrati cattivi ma non sono tutti così ed è per questo che ho voluto raccontare la mia storia, per far capire i motivi che spingono tanti a lasciare il proprio paese.

Ha un lavoro?
Sì, lavoro da un anno per un'azienda di Gravina, faccio il montatore di mulini. Vivo in una casa alloggio e faccio parte degli scout "Gravina 3". Sono regolare con permesso di soggiorno, sono molto contento, sto bene qui!

È anche un artigiano?
Ho una grande passione per il modellismo, costruisco macchinine di ferro. Faccio prima il prototipo sul cartone e poi costruisco il modello. Con i soldi guadagnati dal lavoro ho comprato uno strumento per piegare il ferro e tutto il materiale necessario. Quando la sera finisco di lavorare, il mio unico pensiero è tornare a casa per dedicarmi ai miei modellini.

Qual è il suo sogno?
Mi piacerebbe costruire una famiglia qui, trovare una ragazza gravinese e avere dei figli sarebbe stupendo. E poi… realizzare una vera macchina, grande e funzionante!
modellismo- Fofana Biman
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